"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

Anche Isabella d'Este a casa del Mantegna

Recensione a: A Casa di Andrea Mantegna. Cultura artistica a Mantova nel Quattrocento, Mantova, Casa del Mantegna 26 febbraio-4 giugno 2006; catalogo a cura di Rodolfo Signorini con la collaborazione di Daniela Sogliani, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2006 

Redazione di Engramma

English abstract


 

Ricorre quest’anno il cinquecentenario della morte di Andrea Mantegna, avvenuta a Mantova nel 1506. Le celebrazioni dell’anno mantegnesco – che avranno il loro momento culminante nella grande esposizione prevista per settembre nelle tre sedi espositive di Padova, Verona e Mantova – vengono aperte da un’esposizione ‘propedeutica’ allestita nella casa mantovana dell’artista, tutta dedicata al contesto culturale nel quale Andrea Mantegna vive e opera. Attorno a un’unica opera certamente di mano del maestro (il Cristo Redentore proveniente dal Museo Civico di Correggio, firmato e datato 1493) si affollano preziosi testimoni della cultura artistica a Mantova nel Quattrocento: lettere autografe, manoscritti, incunaboli, armi, ceramiche, monete e medaglie restituiscono il contesto culturale e artistico che influenza e viene a sua volta influenzato dalla produzione mantegnesca. Fra i codici presenti in mostra, ci preme segnalare il Codice Anconitano di Felice Feliciano, che contiene la cronaca del viaggio in cerca di antiquitates compiuto, da Mantova al lago di Garda, da Andrea Mantegna in compagnia di Samuele da Tradate, Giovanni da Padova e da Feliciano stesso (23-24 settembre 1464).

Assai interessanti, dal punto di vista dello studio della tradizione classica, sono il fregio di camino attribuito a Luca Fancelli, nel quale il linguaggio cortese dei ritratti dei marchesi, ancora fortemente legato a stilemi tardogotici, si fonde – nell’ormai avviato processo di rinascita dell’antico – a elementi derivanti dalla scultura funeraria romana, ovvero gli eroti che reggono lo stemma di casa Gonzaga. E ancora, il piccolo avorio con frammento del Trionfo della Fama, proveniente dal Louvre, in cui si riconoscono, in processione trionfale uno accanto all’altro, Ercole con la leonté, Sansone con la mascella d’asino, Alessandro il Grande con corna di Ammone e Giuditta con la testa di Oloferne. Una felice convivenza tra figure del mondo pagano e dell’Antico Testamento che fa da contrappunto a un bronzetto con figura di nudo legata a un tronco d’albero attribuita al Mantegna: presumibilmente un Marsia (in aspetto umano e non di satiro) trasformato, in una non specificata data, in un San Sebastiano, come attestano, fra le altre manomissioni, anche i cinque fori realizzati in maniera rozza e arbitraria sul corpo della figura, un tempo destinati a ospitare le frecce del martirio del Santo.

Nella sezione dedicata ai committenti del Mantegna segnaliamo la presenza di una bassorilievo marmoreo con ritratto in profilo di Isabella d’Este: opera segnalata in Engramma n. 4 e nella galleria dei ritratti di Isabella d’Este. Nell’esposizione si ripropone anche il confronto con il celebre esemplare in oro della medaglia fusa per la marchesa da Gian Cristoforo Romano, accostamento già proposto all’interno del numero 4 di Engramma.

La mostra presenta anche un’ampia sezione multimediale, nella quale il multimediale arricchisce il reale: la tecnologia permette infatti di godere della visione di opere considerate inamovibili come i Trionfi di Cesare di Hampton Court o le opere dipinte da Mantegna per lo Studiolo di Isabella d’Este, oggi al Louvre. E ancora, sempre grazie alla computer grafica, è possibile una visita virtuale della chiesa di Santa Maria della Vittoria, oggi estremamente alterata, presentata sullo schermo esattamente com'era all’epoca della sua costruzione. Anche la Camera degli Sposi del vicino Palazzo Ducale è presente in una ricostruzione multimediale, che, rispetto alla visione dal vivo dell’opera, presenta il vantaggio di un ‘inedita visione’ dall’esterno dello spazio simulato dal Mantegna sulle pareti affrescate della “camera più bella del mondo”.

English abstract

Review of the exhibition “A Casa di Andrea Mantegna. Cultura artistica a Mantova nel Quattrocento”, Mantova (February-June 2006). This year marks the five hundredth anniversary of the death of Andrea Mantegna, which took place in Mantua in 1506. The celebrations of the Mantegnesque year - which will have their culminating moment in the great exhibition scheduled for September in the three exhibition venues of Padua, Verona and Mantua - are opened from a ‘preparatory’ exhibition set up in the artist's Mantuan house, entirely dedicated to the cultural context in which Andrea Mantegna lives and works. Precious witnesses of artistic culture in Mantua in the fifteenth century crowd around a single work certainly by the master (Christ the Redeemer from the Civic Museum of Correggio, signed and dated 1493): autographed letters, manuscripts, incunabula, weapons, ceramics, coins and medals return the cultural and artistic context that influences and is in turn influenced by Mantegnesque production.

 

keywords | Mantegna; Exhibition; Mantua.

Per citare questo articolo / To cite this article: Redazione di Engramma, Anche Isabella d’Este a casa del Mantegna. Recensione a: A Casa di Andrea Mantegna. Cultura artistica a Mantova nel Quattrocento, Mantova, Casa del Mantegna 26 febbraio - 4 giugno 2006; catalogo a cura di Rodolfo Signorini con la collaborazione di Daniela Sogliani, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2006, “La Rivista di Engramma” n. 46, marzo 2006, pp. 43-45 | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2006.46.0008