§ Metodo di composizione delle schede delle immagini e delle didascalie
§ Metodo di compilazione della bibliografia delle Tavole dell’Atlante Mnemosyne
Metodo di composizione delle schede delle immagini e delle didascalie
La riformulazione dell’apparato didascalico nasce dalla necessità di correggere varie imprecisioni che sono state perpetuate nelle diverse edizioni dell’Atlante, in aggiunta a errori di trascrizione o di traduzione. Un solo esempio: quella che in tutte le edizioni italiane dell’Atlante è nominata come “Contadina” di Settignano è in realtà “Bäuerin” in Settignano, ovvero non già una contadina, ma una “villana” di Settignano (in inglese e in francese correttamente tradotto come “Peasant woman, Paysanne”). Inoltre, molti elementi meritano di essere rivisti perché spesso risultano trattati con una superficialità che inficia il valore epistemico dell’immagine e la funzione stessa della didascalia. Ad esempio l’immagine 7 di Tavola 46, indicata correntemente come un dettaglio dell’affresco di Ghirlandaio per la Cappella Tornabuoni, in realtà è una copia di bottega che attesta la diffusione e l’autonomizzazione della figura della Ninfa.
Scrivere – o piuttosto ri-scrivere – le didascalie delle immagini presenti nell’Atlante Mnemosyne significa tracciarne la geografia e rappresenta il primo passo, tra i più importanti e impegnativi, per lo studio dei temi proposti da Aby Warburg. Questo lavoro implica la scelta di una tassonomia e di uno schema ermeneutico plasmati sul pensiero che muove le ragioni della progettazione di ogni pannello, e di tutto l’Atlante, improntati su un metodo scientifico che, in quanto tale, prevede sempre una possibile reversibilità. È una prova e una scommessa: ma se il metodo sarà rigoroso, l’impegno sarà ripagato dalla messa in luce di sempre nuovi aspetti delle opere esposte, e dall’evidenza di nuove strade per il loro studio e comprensione.
Una prima fondamentale questione nella rielaborazione delle didascalie riguarda la necessità di distinguere tra l’oggetto reale – ovvero l’opera presa in esame (il dipinto, la statua, il disegno ecc.) – e l’elemento presente in tavola, (ovvero, come spesso accade, la sua riproduzione fotografica). L’Atlante infatti, salvo rari materiali ‘originali’ – come francobolli, ritagli di giornale, cartoline – è di fatto un assemblaggio di fotografie. È però necessario tener conto che l’oggetto Atlante è attualmente smembrato e che i singoli elementi che vi erano affissi – di cui solo poche foto e alcuni appunti a mano di Warburg e dei suoi collaboratori fanno testimonianza – sono conservati nell’Archivio storico del Warburg Institute di Londra.
Il campo oggetto raccoglie quindi i dati, aggiornati e corretti, disponibili dell’esemplare a cui l’immagine in tavola fa riferimento (titolo, autore, tecniche e materiali, dimensioni, datazione, collocazione), con un approfondimento particolare nelle note: piccole schede in cui si concentrano alcune informazioni puntuali di tipo analitico, bibliografico e storico-critico sull’oggetto, qualora siano funzionali ai motivi della presenza dell’elemento in tavola.
La descrizione precisa dell’elemento in tavola ha di per sé una sua materialità e una sua misurabilità che vanno indagate, perché fanno parte del meccanismo di montaggio stesso della tavola: lo scarto di dimensioni tra elemento ed oggetto, così come il taglio dato alla foto, l’ingrandimento di dettagli o le ripetizioni rivelano lo sguardo dello studioso, un preciso sistema di lavoro che si avvale delle più moderne tecnologie del tempo. Chiaramente la lettura critica deve mantenere sempre la consapevolezza storica della reperibilità delle immagini e la loro disponibilità all’inizio del Novecento. La differenza fra scelta consapevole e mera casualità rimane un problema centrale, da affrontare Tavola per Tavola, elemento per elemento. Allo stesso modo, ampliando lo sguardo verso l’intero universo dell’Atlas, l’individuazione delle eventuali ricorrenze nell’Atlante degli stessi oggetti in tavole diverse può corroborare l’importanza della stessa immagine, la sua ambivalenza, il processo di depolarizzazione e polarizzazione della sua carica energetica.
Le immagini sono interrogate non solo come singole particelle portatrici di senso ma come parti organiche di un sistema, funzionali ad una sintassi e una semantica visiva che si cerca di ricostruire a partire dalle parole che Aby Warburg ci ha lasciato nei suoi scritti. La semplice ricerca per parole-chiave della menzione negli scritti di Warburg dei materiali in tavola fornisce complementarità di senso se accostata alla galassia-pannello in cui l’immagine è posta: un indizio in più nell’indagare l’intenzionalità progettuale.
Il campo soggetto posto alla fine della scheda predisposta per la didascalia contiene il frutto delle precedenti analisi alla luce delle quali il Seminario compie un’interpretazione dell’immagine che ha lo scopo di decifrare il significato dell’opera artistica per il tema della tavola. Di scheda in scheda questi esiti costituiscono i primi frammenti per la composizione del saggio critico di lettura della tavola.
La stesura delle didascalie arriva a sintesi nel titolo apposto in testa alla scheda. La Didascalia sintetica posta sotto l’immagine raccoglie il Titolo redazionale, dato dal Seminario Mnemosyne, e i dati essenziali sull’oggetto rappresentato e sull’elemento in tavola. Il numero dell’immagine in tavola segue una delle possibili numerazioni delle tavole (confermando quella in utilizzo nell’edizione digitale di Engramma).
Autore, Titolo, materiali (xx x yy cm), locazione.
OGGETTO |
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Il campo Oggetto raccoglie i dati disponibili (Titolo, Autore, Tecniche e Materiali, Dimensioni, Datazione, Collocazione) sull’esemplare reale a cui l’immagine in tavola fa riferimento. Nel caso di stampe (incisioni, giornali, etc.) o di multipli (monete, francobolli, etc.), realizzati in serie, non è indicata la collocazione e il luogo di conservazione. Le Note raccolgono le informazioni di base di tipo analitico e storico-critico sull’oggetto qualora siano funzionali ai motivi della presenza dell’elemento in tavola. |
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ELEMENTO IN TAVOLA |
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RICORRENZE NELL’ATLANTE |
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MENZIONI NEGLI SCRITTI DI WARBURG |
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SOGGETTO |
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Da aggiungere un appunto finale: nella scelta delle immagini presentate nella sezione Dettagli e come corredo al Saggio interpretativo (cfr. Atlante Mnemosyne in Engramma), si è scelto di non osservare religiosamente la pedissequa restituzione degli elementi che Warburg aveva posto in tavola, come ad esempio le riproduzioni fotografiche in bianco e nero che al tempo aveva a sua disposizione. Si è scelto invece di visualizzare l’immagine dell’oggetto alla più alta qualità oggi disponibile, in funzione di una sua migliore leggibilità. Questa è la libera declinazione che il Seminario Mnemosyne propone di una seria “filologia warburghiana”.
Metodo di compilazione della bibliografia delle Tavole dell’Atlante Mnemosyne
La Bibliografia di ogni singola Tavola – a differenza della bibliografia generale sull’Atlante e su Warburg – è uno strumento necessario non solo per individuare quali contributi esistano in letteratura critica riferiti a una singola Tavola, ma soprattutto per l’approfondimento dei temi che essa presenta. Isolando le voci bibliografiche strettamente attinenti al singolo pannello, se ne fornisce un importante strumento di analisi che possa mantenere chiara la traccia di studio nella fitta complessità della ‘macchina atlante’. Un buon esempio è Tavola 46, dove il tema della ‘Ninfa’ ha una bibliografia propria elefantiaca che, se inclusa integralmente e non per contributi che trattino specificamente i temi della tavola o ne illuminino particolari aspetti, andrebbe ad appannare la lettura del pannello stesso. Viceversa, in Tavola 47, l’affondo sulla bibliografia su Botticini e la Scuola dell’Arcangelo Raffaele dona luce alla costruzione semantica dell’intera tavola.
La selezione di saggi, articoli, eventuali mostre dedicate specificamente alla Tavola, aggiornati alla data di pubblicazione della lettura in Engramma, sono raccolti in maniera ragionata, divisi secondo una precisa gerarchia.
1) Per prima cosa sono segnalati i passaggi di Saggi e frammenti di Aby Warburg in cui lo studioso tratta dei temi presenti nel pannello: la fonte degli scritti di Warburg si propone come primo elemento di confronto fra i due metodi di analisi e di restituzione degli esiti della ricerca: il saggio scritto e il montaggio delle immagini nelle Tavole dell’Atlante.
2) In secondo luogo, si presentano i saggi che si offrono come Letture critiche complessive della Tavola.
3) Seguono i Saggi critici, contributi in cui siano compresi passaggi o riferimenti specifici e puntuali alla Tavola.
4) Seguono, con lo stesso criterio dei saggi critici, l’elenco di eventuali Convegni, seminari e mostre dedicati al singolo pannello.