"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

193 | luglio 2022

97888948401

Tracce Finestre Visioni

Editoriale di Engramma n. 193

a cura di Monica Centanni, Piermario Vescovo

English abstract

Il numero 193 di Engramma prosegue sul terreno del Novecento e della contemporaneità gli intrecci e le interrogazioni del precedente numero, intitolato a “Testo con figura”.

 “Tracce Finestre Visioni” raccoglie una serie di contributi focalizzati sul rapporto tra testi e immagini, e insiste in particolare sul tema del confine tra i primi e le seconde. Labile, fragile, permeabile, esso presenta buchi e varchi che prendono forma di finestre; mostra latenze e slabbrature, che appaiono come visioni; mostra persistenze percepibili come tracce. 

Per la copertina abbiamo scelto un’immagine emblematica di Marina Apollonio, che parte da esperienze degli anni ’60 del Novecento e che giunge al presente: una delle Fusioni circolari/Endings, che mettono in movimento percezioni visive e uditive, usando il disco per incidervi, anziché suoni esogeni, il “rumore di funzionamento” del supporto stesso, rumore poi composto in forma musicale articolata e sincronizzata alla periodicità visiva dell’opera cinetica.

A Marina Apollonio (classe 1940), alla fusione circolare tra arte cinetica e testo musicale elettroacustico, è dedicato il saggio di Guglielmo Bottin, Fusione circolare tra arte cinetica e testo musicale elettroacustico, che apre la prima sezione del numero. Ad esso segue, nell’opposizione di Embodiment a Rejectingness, l’analisi di Mario De Angelis, che verte sul “sistema di filtri” nell’opera di Pierre Bonnard, prendendo spunto da testi di Mallarmé (Les Fenêtres, 1866; Prose pour des Esseintes, 1885), affiancati ad alcune opere dell’ultimo periodo dell’artista (La Fenêtre, 1925; Salle à manger sur le jardin, 1930-3; Salle à manger à la campagne, 1934-35; La table devant la fenêtre, 1934-35, Le Jardin, 1936), per una retorica del visibile comune al sistema letterario e pittorico.

La finestra e la tela-sipario sono altri due referenti principali, come soglie di passaggio o luogo di conservazione residuale. Silvia Urbini scrive di Finestre letterarie e finestre visive, a partire da Petrarca e da una miniatura di Bartolomeo di Sanvito fino a Dora Maar, seguendo le tracce di una lunga storia che illumina un oggetto paradigmatico nella cultura letteraria e visiva occidentale. Nelle abbacinanti tonalità del bianco e nelle scheletriche sembianze di una parola scarnificata, che trova un’eco grottesca e amplificata nel vuoto circostante, Massimo Maiorino in Esposizioni di niente/Testi per niente accosta l’Achrome di Piero Manzoni alle Nouvelles et textes pour rien di Samuel Beckett.

A Grenzen des Verstandes (Limiti della comprensione) di Paul Klee è dedicata la lettura di Enrico Palma, che prende spunto dalle proposizioni del Tractatus logico-philosophicus di Ludwig Wittgenstein, aprendo uno scenario ermeneutico di frontiera su questa sorta di immagine-movimento, tanto attraverso gli elementi formali (il punto, la linea, lo spazio-superficie complesso) quanto attraverso alcuni degli accadimenti della natura nel suo dispiegarsi temporale. Susanna Pisciella si dedica agli “esercizi” o “indovinelli” in oltre 6000 versi composti da John Hejduk, Esercizi per gli architetti del nuovo millennio, composti in uno stato contemplativo e febbrile nell’arco di oltre trent’anni: la tensione tra immagine e parola vi è sperimentato a un livello mai conosciuto prima nella letteratura architettonica.

Chiara Velicogna analizza le Pages d’un Journal de Chantier di Berthold Lubetkin (1932), relativo a un edificio dell’Avenue de Versailles, mettendo in luce gli interessi e le relazioni del discorso architettonico con l’avanguardia letteraria e artistica degli anni ’30, e in particolare in riferimento a Jean Cocteau. La prima sezione si chiude con un saggio di Angela Vettese How Does One Believe in the Future? dedicato a Steve McQueen (1969), e al suo diverso utilizzo del mezzo filmico, rivolgendosi al pubblico del cinema tradizionale, a quello delle serie TV, ma anche a quello dell’arte contemporanea.

La seconda sezione “Note e Recensioni” presenta, in rapporto al tema, una nutrita rassegna di interventi dedicati ad esposizioni e mostre veneziane, collegate più o meno direttamente alla Biennale 2022: Michela Maguolo sulla Venezia “maternamente oscura” di Anish Kapoor (Gallerie dell’Accademia/Palazzo Manfrin); Asia Benedetti sulla “archeologia del silenzio” di Kehinde Wiley (alla Fondazione Giorgio Cini); Andrea Cortellessa sulla mostra “On Fire”, curata da Bruno Corà, con opere di Burri, Klein, Arman, Kounellis, Calzolari, Parmiggiani; e ancora su quella di Abel Herrero intitolata “Cromocracy” (Galleria Castello).

La sezione contiene, inoltre, una nota di Francesco Giosuè, What a Time!sul confronto delle copertine “in tempo di guerra” del periodico “Time” dal 1968 al 2022, a partire da quelle relative alla guerra Russia-Ucraina e agli interrogativi che esse suscitano. 

Tre altri interventi, tra presentazione e recensione, riguardano infine tre volumi di recente pubblicazione. Silvia De Min propone una lettura de La memoria in tasca di Emanuele Pellegrini, dedicato al taccuino d’artista e alla specifica relazione tra testo e immagine, nella reciproca relazione e influenza tra l’“appunto” visivo e verbale; Ilaria Grippa e Monica Centanni in Sogno e visione presentano l’importante volume monografico su David Lynch, Chi è il sognatore? Guida alla visione di Twin Peaks 3 di Nicola Settis. E infine, a sigla di questi esercizii di dialogo tra testo e figura, Beppe Cantele presenta la cifra preziosa della parola che si fa immagine nello splendido volume abbecedari architettonici di Sergio Polano (Ronzani, 2022).

English abstract

The issue of Engramma “Tracce Finestre Visioni” (Traces Windows Visions) collects a series of contributions focused on the relationship between text and image, with particular insistence on the boundary between them as labile, porous and fragile: with holes and gaps that take the form of windows; latencies and wounds that appear like visions; persistences that are perceivable as traces. The first section includes a group of essays on contemporary arts: Marina Apollonio, Fusionecircolare/ Endings. Tra arte cinetica e testo usicale elettroacustico, by Guglielmo BottinEmbodiment vs Rejectingness. Per una evoluzione del “sistema di filtri” nell’opera di Pierre Bonnard (1925-1935), by Mario De AngelisEsposizioni di niente/Testi per niente, by Massimo MaiorinoL’indicibile rappresentabile. Su Wittgenstein e Klee, by Enrico PalmaIndovinelli compositivi. Esercizi di John Hejduk per gli architetti del nuovo millennio, by Susanna PisciellaFinestre letterarie e finestre visive. Sguardi esteriori e interiori fra tecnica e metafora, by Silvia UrbiniPages d’un Journal de Chantier. Riflessi di Jean Cocteau in Berthold Lubetkin, by Chiara VelicognaSteve McQueen. How Does One Believe in the Future? by Angela Vettese

The second section “Note e Recensioni” (Notes and Reviews) readings and reviews of exhibitions in display in Venice, more or less directly related to the Biennale 2022, are presented: Venezia “maternamente oscura”. Anish Kapoor alle Gallerie dell’Accademia e a Palazzo Manfrin (aprile/ottobre 2022), by Michela MaguoloAn Archaeology of Silence. Recensione della mostra di Kehinde Wiley (Venezia 2022), by Asia Benedetti; L’incantesimo del fuoco. Sulla mostra “On Fire” alla Fondazione Cini (Venezia 2022), by Andrea Cortellessa; “Cromocracy”. Sulla mostra di Abel Herrero alla Galleria Castello (Venezia 2022), by Andrea Cortellessa. The section also includes a Note on the comparison between 1968 and 2022 wartime covers of the periodical “Time”: What a Time! Il ritorno del passato tra shock e continuità in due copertine del “Time”, by Francesco Giosuè. Closing the section, as well as the issue itself, are the presentations of three recent volumes that intersect the theme of the text/image/vision relationship: La memoria di un gesto. Presentazione di La memoria in tasca di Emanuele Pellegrini, by Silvia De MinSogno e visione, secondo David Lynch. Presentazione di: Nicola Settis, Chi è il sognatore? Guida alla visione di Twin Peaks 3, edited by Ilaria Grippa and Monica Centanni; abbecedari di Architettura di Sergio Polano. Presentazione di Beppe Cantele.

keywords | Architectural Alphabets; Marina Apollonio; Arman; Julian Assange; Samuel Beckett; Black Lives Matter; Bergson; Alberto Burri; Pier Paolo Calzolari; Jean Cocteau; Bruno Corà; John Hejduk; Abel Herrero; Enrique Irazoqui; Anish Kapoor; Kinetic Art; Op Art; Paul Klee; Yves Klein; Jannis Kounellis; David Lynch; Berthold Lubetkin; Mallarmé; Piero Manzoni; Steve McQueen; Claudio Parmiggiani; Pier Paolo Pasolini; Emanuele Pellegrini; Sergio Polano; Sketchbook; “Time Magazine”; Twin Peaks; Ukrainian War; Kehinde Wiley; Ludwig Wittgenstein.

Per citare questo articolo: Monica Centanni, Piermario Vescovo, Tracce Finestre Visioni, Editoriale di Engramma 193, “La Rivista di Engramma” n. 193, luglio 2022, pp. 5-8 | PDF di questo articolo
To cite this article: Monica Centanni, Piermario Vescovo, Tracce Finestre Visioni, Editoriale di Engramma 193, “La Rivista di Engramma” n. 193, luglio 2022, pp. pp. 5-8 | PDF of the article

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2022.193.0019