"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

198 | gennaio 2023

97888948401

Il sistema di catalogazione del Warburg Institute (1935)

Edgar Wind, traduzione di Giulia Zanon

Edgar Wind, The Warburg Institute Classification System, “The Library Association Record” II (1935), 43-45. 

Un recente articolo della Dr.ssa Gertrud Bing sugli obiettivi e gli stumenti del Warburg Insitute comprende un breve riferimento al sistema utilizzato per la catalogazione e la segnatura dei libri. (G. Bing, The Warburg Institute, “The Library Association Record” Fourth Series, I, 8, 1934, 262-266. Ora in traduzione italiana in: G. Bing, Note sulla Biblioteca Warburg, “La Rivista di Engramma” 198 (gennaio 2023)).

Queste osservazioni hanno suscitato, tra i bibliotecari, un interesse tale da giustificare un approfondimento. Non avrebbe senso, tuttavia, descrivere dettagliatemente un sistema così tecnico se non si tenesse a mente il fine ultimo per il quale è stato progettato. In particolare, devono essere ricordate due caratteristiche della Biblioteca Warburg:

1) Nell’ambito del campo specifico della storia della cultura e della psicologia, compreso nella voce “Sopravvivenza dei classici”, la Biblioteca si propone di essere enciclopedica; interconnette, cioè, argomenti apparentemente indipendenti come la storia dell’arte, della scienza, della superstizione, della letteratura, della religione, etc.

2) È pensata come Biblioteca di consultazione, dato che i lettori hanno libero accesso agli scaffali.

Di conseguenza, questo sistema è calcolato per soddisfare due esigenze, oltre a quella di un’univoca identificazione:

1) Rendere le interconnessioni facilmente individuabili. 

2) Fornire un efficiente sistema di controllo, per il quale i libri ricollocati male possano essere facilmente individuati. 

La classificazione di ogni libro è indicata da tre lettere maiuscole (ad esempio, fdb). La posizione del libro in ogni sezione è indicata da numeri arabi (ad esempio, 2075). Ai fini dell’orientamento visivo, a ogni lettera è attribuito un colore in modo tale che, in corrispondenza delle tre lettere che indicano la sezione, tre talloncini colorati compaiano sul dorso di ogni libro. I volumi riposti male sono facilmente individuabili grazie a evidenti discrepanze di colore. In questa descrizione mi limiterò a citare le lettere, senza fare riferimento ai colori. 

Le tre lettere rappresentano tre livelli di classificazione. La prima lettera si riferisce a una suddivisione generale tra argomenti (arte, religione, etc.); la seconda lettera specifica quell’argomento usando differenziazioni ‘sistematiche’ o ‘storiche’. Se si segue una linea ‘sistematica’, si fa distinzione tra sotto-categorie del tema generale (ad esempio, “scultura” in “arte in generale”, o “Geomanzia” in “Divinazione”). Se si segue la linea ‘storica’, si fa distinzione tra epoche o paesi. Quindi, la seconda lettera potrebbe significare una qualsiasi delle tre cose: (1) sotto-categoria; (2) epoca; (3) paese.

All’interno di questo sistema, la seconda lettera può essere scelta arbitrariamente, ai fini della classificazione; ma una volta scelta, ne consegue che la terza lettera sarà una specificazione dell’accezione delle prime due. Così, se, nella storia dell’arte, la seconda lettera indica il paese (arte italiana), la terza lettera indicherà il periodo storico e la branca dell’arte (scultura rinascimentale). Ancora, se la seconda lettera indica la branca dell’arte (manoscritti miniati), la terza lettera indicherà l’epoca e il paese (francia medievale). Infine, se la seconda lettera indica l’epoca (paleocristiana), la terza lettera indicherà il paese e la branca dell’arte (ad esempio, sarcofagi siriani).

Esistono tuttavia diversi casi limite che semplificano e ampliano l’uso della terza lettera.

1) I libri che esauriscono l’argomento indicato dalle prime due lettere (ad esempio, i libri sull’arte italiana in generale, indipendentemente dal periodo e dalla branca dell’arte), ricevono come terza lettera quella “generale” che è la stessa in tutte le sezioni (F).

2) Alcune sezioni (ad esempio, Psicologia o Logica della scienza) possono avere una composizione completamente sistematica, in modo tale che non sia necessaria una differenziazione cronologica o geografica. In questo caso, la seconda lettera indicherà una sotto-categoria della prima, e la terza lettera una sotto-categoria della seconda. La terza lettera non avrà quindi il compito di combinare due forme di differenziazione. 

3) La Biblioteca Warburg ha stabilito la norma di separare le ‘fonti’ che presentano l’argomento nella sua forma originale dagli scritti che trattano in modo critico l’argomento. Le fonti per qualsiasi argomento, che è indicato dalla prime due lettere, ricevono dunque, come terza lettera, un segno particolare, lo stesso per tutte le sezioni (H). I libri che corrispondono a questa segnatura sono collocati en bloc all’inizio delle rispettive sezioni. 

La relazione tra elementi fissi e variabili, secondo questa classificazione, può essere osservata nella seguente tabella: 

prima lettera

seconda lettera

terza lettera

Argomento principale
 

Epoca

Paese

Argomento specifico

Ulteriore suddivisione per argomento, epoca o paese

Tipologia di libro

D

Antropologia sociale

Preistorico
A-storico (Folklore)
 

Fiandre antiche
Belgio moderno
 

variabile*

variabile**

Panoramica generale

G

Antichità orientale

K

Antica Grecia
Antica Roma I

P

Antica Roma II

I

Medioevo I

B

Religione

Medioevo II

Francia

F

Magia e scienze naturali

Olanda

A

Filosofia

Rinascimento I (Quattrocento)

L

Spagna

N

Filologia classica; Filologia
 

Italia

O

Svizzera

Fonti

E

Studi umanistici
 

Germania

C

Belle arti

Rinascimento II (Cinquecento)

H

Storia politica

M

XVII e XVIII secolo
IXX secolo e XX secolo I

Inglese

R

IXX secolo e XX secolo II

  • * Il significato di questa lettera dipende dalla sua connessione con la prima lettera.
    ** Il significato di questa lettera dipende dalla sua connessione con le prime due lettere.

Uno dei vantaggi del sistema è la sua flessibilità nell’adattarsi ad ogni eventuale sviluppo della ricerca. Le nuove sezioni posso essere inserite senza compromettere la disposizione delle precedenti. L’unico ordine fisso è quello che fa riferimento al nucleo più piccolo: i libri che hanno ricevuto una segnatura nel gruppo indicato da tre lettere possono cambiare la loro posizione solo con una riassegnazione. Il gruppo stesso, invece, può essere spostato all’interno del gruppo più ampio indicato dalle prime due lettere senza alcuna modifica nella segnatura o nel catalogo. Lo stesso vale per il gruppo più grande che può muoversi liberamente all’interno delle sezioni generali indicato dalla prima lettera. Infine, anche l’ordine generale delle sezioni può essere cambiato all’occorenza. E così, pur utilizzando le lettere come segni per la classificazione, il sistema sfugge alla schiavitù dell’ordine alfabetico.

L’unica schiavitù a cui soccombe parzialmente è quella della sequenza numerale all’interno del nucleo di classificazione più piccolo. ‘Parzialmente’ perché, anche in questo caso, si è trovato un rimedio, facendo sì che ogni numero corrisponda non a un singolo volume, bensì all’argomento trattato da quel volume, in modo tale che i libri che si occupano dello stesso soggetto (ad esempio, la vita di Donatello) ricevano lo stesso numero. Ciò ha il particolare vantaggio di poter fare a meno di decimali e frazioni. Ovviamente, ogni libro ha anche il suo numero individuale, ma si tratta del suo ‘numero di registrazione’ che non fa parte della segnatura e può essere ignorato dall’utente. 

English abstract

In this contribution, first published in “The Library Association Record” in 1935, Edgar Wind briefly explains the system of classification used in the Warburg Library, listing its merits and the issues that new fields of study will bring to it.

keywords | Warburg Library; Warburg Institute; Classification; Edgar Wind.

Per citare questo articolo / To cite this article: E. Wind, Il sistema di catalogazione del Warburg Institute (1935), traduzione di G. Zanon, “La Rivista di Engramma” n. 198, gennaio 2023, pp. 103-107 | PDF of the article 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2023.198.0005