"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

200 | marzo 2023

97888948401

Feste in Brianza

Le grafiche di Ettore Sottsass e gli eventi nella falegnameria di Renzo Brugola

Marco Scotti

English abstract
Feste, reading e controcultura

La vita di Ettore Sottsass, architetto, designer, artista e fotografo, è costellata di feste e il suo archivio fotografico ne tiene tutte le tracce, grazie agli scatti realizzati su una barca ad Antibes in compagnia di Gianni Agnelli, nella sua casa di Filicudi, nell’appartamento milanese di Arnaldo Pomodoro oppure a casa dell’editore Feltrinelli. Nella seconda metà degli anni Sessanta però sono ricorrenti feste del tutto particolari, in un luogo apparentemente sorprendente, una falegnameria a Lissone. Momenti di libertà di cui oggi ci rimangono gli inviti, disegnati dallo stesso architetto, e poche immagini, piuttosto difficili da leggere (Centre Pompidou/MNAM-CCI/Bibliothèque Kandinsky, Fonds Ettore Sottsass. SOT 411, Italia, Lissone – festa Forges-Davanzati – reading 21 gennaio 1967). Queste feste del tutto anomale sono tuttavia espressioni uniche di un momento centrale, non solo nel percorso di Sottsass.

Nel 1967 Sottsass e la moglie Fernanda Pivano, traduttrice, scrittrice e giornalista, si erano da poco trasferiti nell’appartamento milanese di via Manzoni 14. I due coniugi diventarono in questi anni tra i principali animatori di una scena culturale legata al movimento Beat e alla controcultura, anche in seguito alla pubblicazione dei volumi di East 128 Publishing. Questa collana editoriale nacque dalla omonima rivista, autoprodotta (Maffei, Tonini 2011, 39-91) durante il ricovero di Sottsass in America per curare una grave nefrite, e dal successivo viaggio di alcuni giorni effettuato una volta dimesso dall’ospedale a San Francisco, a contatto con i protagonisti della Beat generation. Proprio come la rivista, la produzione era assolutamente indipendente, stampata grazie a laboratori di fiducia e distribuita secondo canali non tradizionali: edita tra il 1963 e il 1970, questa serie di 19 volumi viene utilizzata da Sottsass e Pivano per pubblicare volumi legati a mostre, conferenze, omaggi, ma anche testi letterari degli scrittori beat e auguri di Natale. 

Da una parte le iniziative editoriali quindi, dall’altro la casa dei due coniugi che, come ricorda Thomé (2014, 189), si configurava come un vero e proprio riferimento per i nascenti movimenti alternativi, uno spazio aperto dalle 18 alle 20 ogni giorno e importante centro per l’antimilitarismo, i giovani anarchici, i beatniks e altri rappresentanti di differenti forme di dissenso e protesta, arrivando ben presto a coinvolgere nelle iniziative organizzate la rete di amici e persone che ruotavano intorno alle differenti attività professionali di Sottsass, come Renzo Brugola.

Brugola è stato amico e collaboratore di Sottsass, praticamente per tutta la durata della sua carriera. L’amicizia tra il designer e questo falegname di Lissone si consolida nella Brera del dopoguerra (Brugola 2018), intorno al bar Jamaica e porta a collaborazioni fondamentali. “Renzo aveva il padre falegname antico ma lui da giovane non voleva fare il falegname; era fanatico di jazz e subito dopo la guerra aveva aperto un negozio con i suoi dischi di jazz in Montenapoleone che naturalmente era fallito subito, così Renzo Brugola era tornato a fare il falegname e non ricordo come siamo diventati amici, e lo siamo ancora dopo cinquanta anni” (Sottsass 2010, 166).

Così Brugola ha realizzato progetti di mobili, prototipi per mostre e interni disegnati dall’architetto per quasi quarant’anni, e ha commissionato sempre a Sottsass il progetto per gli arredi di casa (Studi per casa di Renzo Brugola, 1962, Archivio Ettore Sottsass, CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma; Casa Brugola, 1966 AA, Archivio Ettore Sottsass Jr., Fondazione Giorgio Cini, Venezia), l’immagine coordinata della sua attività (Centre Pompidou/MNAM-CCI/Bibliothèque Kandinsky, Fonds Ettore Sottsass. SOT AF 4, Affiche par Ettore Sottsass.- Menuiserie Renzo Brugola, Lissone 1965) e il suo laboratorio (Laboratorio Brugola a Lissone, 1965 AA, Archivio Ettore Sottsass Jr., Fondazione Giorgio Cini, Venezia). Questo era pensato come un open space, con una grande apertura per l’illuminazione al centro e muri perimetrali portanti: un luogo di lavoro, certo, ma progettato da subito per poter ospitare eventi di ogni tipo.

Tra i faldoni di progetti, ci sono tre testimonianze di quando quello spazio – dove furono prodotti (tra le altre cose), gli arredi per Casa Lana oppure i mobili di Memphis – era diventato uno luogo di festa, una sala da concerti, una galleria espositiva e tanto altro. Tre inviti che raccontano al tempo stesso l’approccio progettuale di Sottsass alla grafica in questi anni.

Gioco Giardino, sabato 21 gennaio 1967

Nell’estate del 1967 Sottsass viaggiò per l’Italia con Allen Ginsberg improvvisando diversi reading, ospitati anche nella sede della Poltronova ad Agliana, fino all’arresto per oscenità del poeta americano in occasione del Festival dei due Mondi a Spoleto. Nel dicembre dello stesso anno vide la luce un’altra esperienza editoriale, la rivista “Pianeta Fresco”, che rappresenta “la sintesi di diverse esperienze e contributi: l’interesse di Sottsass per il mondo libertario internazionale di quegli anni, che si manifesta anche in una ricerca grafica e artistica innovativa, e l’apporto letterario di Fernanda Pivano, circondata dall’intera generazione dei nuovi scrittori americani” (Maffei & Tonini 2011, 97). 

Sabato 21 gennaio 1967 il reading del poeta americana fece tappa a Lissone, in occasione di un evento/festa intitolato Gioco Giardino, proprio nella bottega di falegnameria di Renzo Brugola, in via Flavio Gioia 11. 

Sottsass ne disegna l’invito (Grafica per “Reading”, 1967 G, Archivio Ettore Sottsass Jr., Fondazione Giorgio Cini, Venezia), un documento che fa pienamente parte di quella stagione, dal punto di vista tanto dei contenuti quanto dell’approccio al progetto grafico, decisamente di rottura rispetto alle influenze moderniste e pittoriche evidenti in gran parte della produzione grafica precedente dell’architetto. Questo è stampato in bianca e volta in due colori che si invertono fra sfondo e testo/disegno. La bianca presenta lungo la fascia centrale forme simboliche che racchiudono il titolo e la frase “l’invito è personale” contornate da una composizione di sinuosi segni arancioni su fondo giallo ocra. Nella volta altre curve, stavolta giallo ocra su fondo arancione, incorniciano parole disposte liberamente, realizzate in un carattere Cooper Black, riferimento pop utilizzato per numerose locandine e copertine di dischi all’epoca (su tutte Pet Sounds dei Beach Boys). Al centro la parola “Poesia” organizza tutta la composizione del testo, dinamicamente disposto a seguire forme organiche e astratte – un negativo quasi esatto di quelle sull’altro lato – e riportante i nomi dei partecipanti al reading e le informazioni essenziali in ordine sparso. 

Alla stessa stagione appartiene l’invito per un evento “gemello” organizzato al Tantra 179 di Roma, stampato solo in bianca, che parte da una impostazione simile, declinata in maniera differente: un disegno a mano libera di una spessa e irregolare spirale nera su fondo bianco, generata al centro dal simbolo della pace, che guida e orienta il testo. Realizzato sempre in Cooper Black, questo risulta però di difficile leggibilità, in quanto segue anch’esso traiettorie spiraliformi riportando le informazioni con differenti dimensioni del carattere, maiuscolo o minuscolo, e altrettanto irregolari spaziature, rompendo così le tradizionali convenzioni tipografiche e trasformando le parole in puro segno grafico. I termini “Pace” e “Poesia” sono ripetuti e in evidenza, le informazioni essenziali – luogo, ora, data – sono inserite all’interno di un continuo flusso, costituito dai nomi dei partecipanti. Tra questi si riconoscono, oltre a Sottsass e alla Pivano, Antonio Mariani detto Anto di Monza, che aveva fondato il Beatnik Clan, Poppi Ranchetti e numerosi altri futuri collaboratori nell’esperienza di “Pianeta Fresco”.

La gente bene, 28 febbraio 1968

Un anno più tardi Ettore Sottsass si ritrovò coinvolto in una nuova festa a Lissone. Un ballo in maschera, per la precisione, ironicamente intitolato La gente bene e organizzato da Nanda Vigo negli spazi della falegnameria di Renzo Brugola.

Il rapporto di stima e amicizia tra Sottsass e Nanda Vigo, architetto, designer e artista, è senza dubbio riconducibile a interessi e frequentazioni comuni, in primis Gio Ponti e Lucio Fontana. Già durante gli anni Cinquanta Sottsass aveva condiviso con lei l’esperienza in Arredoluce, invitati entrambi a collaborare con l’azienda dal fondatore Angelo Lelii al pari dello stesso Ponti, Achille e Pier Giacomo Castiglioni e Mario Tedeschi, mentre nel 1965 e nel 1969 vengono pubblicati sulla rivista “Domus” due articoli scritti da Sottsass, in cui il lavoro della Vigo è presentato con grande entusiasmo e da un punto di vista molto personale, accompagnato da fotografie di Ugo Mulas e Rainer Fichel e da un servizio dedicato alla sua casa e al suo studio. In queste due recensioni appassionate e quasi affettuose emergono diversi dettagli ed esperienze condivise, dalle visite alla Biennale di Venezia al fatto che Nanda Vigo fu uno dei pochi architetti a visitare Sottsass durante il suo ricovero californiano a causa di una grave malattia.

A Sottsass viene commissionata così una grafica (Invito per una festa di Nanda Vigo, 1968 G, Archivio Ettore Sottsass Jr., Fondazione Giorgio Cini, Venezia) che avrà la funzione di invito, piuttosto semplice, con un’impostazione verticale e la metà inferiore dedicata funzionalmente a una mappa disegnata a mano – soluzione già utilizzata da Sottsass (Pieghevole pubblicitario sulla Valchiusella, 1956 G, Archivio Ettore Sottsass Jr., Fondazione Giorgio Cini, Venezia) – utile a raggiungere il luogo. La parte superiore riporta invece tutte le informazioni in un’insolita calligrafia cancelleresca, riferimento stilistico che rimanda ironicamente al titolo. L’invito è realizzato in due varianti, con scritte nere su fondo bianco e in negativo.

Un Giorno di Pace, 18 gennaio 1969

Una stampa serigrafica in formato A4 (Manifesto festa a Lissone, 1969 G, Archivio Ettore Sottsass Jr., Fondazione Giorgio Cini, Venezia) annunciava l’ultimo, almeno tra quelli di cui abbiamo conservato traccia, di questi eventi in Brianza. Al tempo stesso invito e manifesto, questa grafica per la giornata di festa a Lissone Un Giorno di Pace, organizzata come già il reading del 1967 e la festa di Nanda Vigo dell’anno precedente all’interno della falegnameria di Brugola, è assolutamente in linea con simili progetti di Sottsass contemporanei. 

Il titolo, di chiara ispirazione pacifista, è descritto all’interno del poster con un testo in corsivo scritto a mano, impaginato e disposto liberamente dentro la figura di una farfalla. Oltre alle informazioni essenziali – titolo, data, orario di inizio e una mappa per raggiungere la bottega – sono riportate nel dettaglio, con alcune divagazioni volutamente surreali, le attività e gli ospiti della giornata. Tra questi troviamo protagonisti delle avanguardie radicali come Gianni Pettena o gli Archizoom, architetti come Lorenzo Forges Davanzati, musicisti che rimandano alla passione di Renzo Brugola per il jazz (Sottsass 2010, p.184) – in particolare un quartetto di free jazz di Detroit, la Banda di Lissone e il Quartetto con l’artista Davide Mosconi al piano, Enzo Gardenghi al sax alto, Carioca Lassiter (nome probabilmente di fantasia accreditato al posto dell’usuale Marco Cristofolini) alla batteria e Gustavo Bonora al violoncello – e protagonisti della controcultura contemporanea, dediti a “vendere Pianeta Fresco” oppure a “predire il futuro in una tenda”. Brugola ovviamente “fa i mobili” mentre lo stesso Ettore “fa il turista” e la Pivano “come al solito non fa niente” (uno scherzo privato che ricorre spesso nella corrispondenza tra i due coniugi fin dagli anni Quaranta). Sulla busta originale è poi riportata come annotazione la frase “fatto da Mario”, un riferimento allo stampatore Arcaini, collaboratore storico e figura centrale della vita artistica e culturale milanese.

Tra happening e gioco linguistico, richiami ai fuochi d’artificio, alle composizioni improvvisate e allo zucchero filato, questo manifesto in bianco e nero è uno degli esiti paradigmatici dell’attività grafica e editoriale legata al salotto di Sottsass e Pivano. La libertà linguistica è totale, con soluzioni volutamente di rottura verso qualsiasi forma di razionalismo e l’utilizzo – in maniera continua e assolutamente senza ordine o gerarchie – di disegni, scrittura a mano, simboli e iconografie appartenenti al movimento beat come a quello pacifista, anarchico e, in generale, alle forme di protesta che si aggregavano intorno a queste differenti controculture. L’invito ad una festa che contiene un mondo dentro di sé.

Riferimenti bibliografici
  • Brugola 2018
    B. Brugola, Renzo and Ettore: Property from the Collection of Renzo Brugola, Memphis Co-Founder, “Phillips” (2018).
  • Ciaponi 2007
    F. Ciaponi, Underground. Ascesa e declino di un’altra editoria, Milano 2007. 
  • Echaurren, Salaris 1999
    P. Echaurren, C. Salaris, Controcultura in Italia 1966-77. Viaggio nell’underground, Torino 1999.
  • Maffei, Peterlini 2005
    G. Maffei, P. Peterlini, Riviste d’arte d’avanguardia: esoeditoria negli anni Sessanta e Settanta in Italia, Milano 2005.
  • Maffei, Tonini 2011
    G. Maffei, B. Tonini (a cura di), I Libri di Ettore Sottsass, Mantova 2011.
  • Nanda Vigo controluce 1965
    Nanda Vigo controluce, “Domus” 432 (1965), 38-42.
  • Nanda Vigo 1969
    Nanda Vigo, “Domus” 470 (1969), 42-45.
  • Pivano 2003
    F. Pivano, C’era una volta un beat. 10 anni di ricerca alternativa, Milano 2003.
  • Sottsass 2010
    E. Sottsass Jr., Scritto di notte, Milano 2010.
  • Thomé 2014
    P. Thomé, Sottsass, London-New York 2014.
  • Vigo 2019
    N. Vigo, Giovani e rivoluzionari. Un’autobiografia dentro l’arte degli anni Sessanta, Milano 2019.
English abstract

Within the design career of Ettore Sottsass, in the second half of the Sixties, it is possible to find three apparently surprising projects: three invitations for as many parties, organized in the carpentry shop of one of his collaborators and friends, Renzo Brugola. This article aims to reconstruct the context of these works and the respective parties, starting from the designer’s archives, to try to focus on their importance with respect to the pacifist cultural scene called “beat” and the counterculture of which Sottsass and his wife Fernanda Pivano were entertainers.

keywords | Ettore Sottsass; Renzo Brugola; Beat generation.

Per citare questo articolo / To cite this article: M.Scotti, Feste in Brianza. Le grafiche di Ettore Sottsass e gli eventi nella falegnameria di Renzo Brugola, ”La rivista di Engramma” n.200, vol.2, marzo 2023, pp. 239-244 | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2023.200.0004