"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

200 | marzo 2023

97888948401

Virgilio bugiardo a fin di bene nell’Inferno dantesco

Gioachino Chiarini

English abstract

Ognuno sa che nel sotterraneo Inferno dantesco Virgilio sembra ‘vedere’ in ogni momento che ore sono in quel determinato momento e luogo deducendolo dalla configurazione esterna del cielo, una facoltà alquanto sorprendente di cui l’ancor vivente Dante-personaggio ragionevolmente non dispone.

Forse però non è mai venuto in mente a chi legge che i due fatti sono collegati, soprattutto nel senso che i ritardi minacciati talvolta in particolari circostanze da Virgilio non corrispondono alla realtà, servendo semmai al benemerito intento di evitare che Dante si distragga senza volerlo, contravvenendo alla necessità, stabilita nell’alto dei Cieli e di certo comunicato alla guida Virgilio, di far rispettare, mettendogli fretta o viceversa, adducendo qualche scusa, trattenendolo il necessario, tempi e spazi assegnati a priori a ciascun segmento di Cerchio o Girone per le visite dei due pellegrini.

Si pensi a quando Dante e Virgilio devono scendere nella quinta bolgia, dei Barattieri, e Virgilio ricorda al pupillo che il plenilunio equinoziale è già stato la notte precedente, e dunque si rischia (rispetto all’orologio solare) un ritardo di ben 50 minuti per la visita a quella bolgia, mentre poi i due se ne vanno chiacchierando senza alcuna fretta dei fatti loro (Inferno, fine XX e inizio XXI); oppure si pensi a quando Virgilio afferma che il tempo per la nona bolgia è scaduto (“già la luna è sotto i nostri piedi”, Inferno XXIX 10): qui saremmo probabilmente in un ritardo ancor maggiore rispetto al sole e resta ancora la decima bolgia da visitare– ciò che poi i due fanno in tutta calma, nel pieno rispetto dei tempi.

Del resto, al poeta latino preme allo stesso modo di non anticiparli, i tempi prestabiliti: si pensi alla sosta presso la tomba dell’eretico papa Anastasio II (fine Inferno XI) a cui Virgilio costringe Dante con la scusa di abituarsi un po’ meglio alla disgustosa puzza che esala dal baratro infernale sottostante; o la ulteriore visita agli Usurai suggerita a Dante da Virgilio prima della definitiva discesa nelle Valli di Malebolge in Groppa a Gerione (fine Inferno XVII).

A chi potesse interessare, annuncio che le visite nei singoli tratti infernali sono così suddivise: sino alla metà della Cantica, da porsi appunto alla fine del canto XVII, il tempo a disposizione è di circa 2 ore, dal canto XVIII alla fine (cioè sino all’anca di Lucifero) di circa un’ora e mezza (Chiarini 2021).

Riferimenti bibliografici
  • Chiarini 2021
    G. Chiarini, Time and Space in Dante's Inferno: the Invention of Dante's Clock, “The Edgar Wind Journal” 1 (October 2021), 55-66.
English abstract

The visit to the Inferno’s circles by Virgilio and Dante is here investigated from a time-space perspective, showing how delays and accelerations are part of a mechanism aimed to comply with the assigned timing decided in the celestial spheres. 

keywords | Dante; Divine Comedy; Space; Time.

Per citare questo articolo/ To cite this article: G.Chiarini, Virgilio bugiardo a fin di bene nell’Inferno dantesco. ”La rivista di Engramma” n.200, vol.1, marzo 2023, pp. 237-238 | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2023.200.0007