"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

198 | gennaio 2023

97888948401

Warburg Bibliothek

Editoriale di Engramma 198

Ada Naval, Giulia Zanon

English abstract

Il professor Warburg mette la sua biblioteca a disposizione di tutti coloro
che sono seriamente impegnati in un lavoro scientifico,
perché essa non vuole essere solo lo strumento del suo mestiere,
ma anche un nucleo centrale di ricerca sulla questione dell’influenza dell’antichità;
e si spera che intorno alla Biblioteca si riunisca un circolo di persone che metteranno il loro lavoro
al servizio della risposta a questa domanda che sta al centro di tutta la ricerca storica.
(Fritz Saxl, Das Nachleben der Antike. Zur Einführung in die Bibliothek Warburg, [1921] 2023)

Il numero di Engramma Warburg Bibliothek si apre accogliendo la luce che illumina la sala di lettura della Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Heilwigstraße 116 ad Amburgo, attraverso il suo grande lucernario centrale, progettato nel 1925 da Gerhard Langmaak (per una storia del progetto della Biblioteca si veda in Engramma, maggio 2014, il contributo di Giacomo Calandra di Roccolino, Aby Warburg architetto).

In questo numero raccogliamo le fonti primarie sulla Biblioteca Warburg, estratti dai saggi più significativi sul tema e un’intervista all’attuale direttore del Warburg Institute a Londra sul futuro della Biblioteca.

Insieme al progetto per il Mnemosyne Atlas, la Biblioteca fondata da Aby Warburg è da considerare l’esito più importante del progetto intellettuale dello studioso e, allo stesso tempo, la precipitazione fisica della complessità del suo pensiero. Per la copertina del numero Warburg Bibliothek, abbiamo scelto lo scorcio di una fotografia del 1926 che evoca lo spazio e la materia della Biblioteca di Amburgo, costruita sugli scaffali dei libri e sulle proiezioni di luce, in una complessità che trova realizzazione nella forma ellittica della sala. L’ellissi, rispetto alla figura geometrica monofocale del cerchio, è infatti il paradigma di una nuova forma del pensiero: Warburg si rifà agli studi di Keplero che rivedendo la traiettoria delle orbite planetarie, smentivano il modello circolare delle sfere eliocentriche, riformulando un ordine matematico e geometrico che segna la caduta della centralità del cerchio propria del sistema aristotelico-copernicano (è uno dei temi centrali di Mnemosyne Atlas Tavola C). E in questo senso il lucernaio è la fonte che illumina della sua luce tutta particolare l’interno, ma è anche una finestra verso il cielo, il luogo che ospita i punti (stelle) e le linee (costellazioni) della prima forma di Orientamento dell’uomo.

Orientamento (Orientierung), una delle quattro parole-chiave per l’organizzazione della Biblioteca, insieme a Immagine (Bild), Parola (Wort) e Azione (Dromenon). È attraverso queste tracce che si possono imbastire dei percorsi di conoscenza nell’inesauribile lascito intellettuale del loro ideatore. Le quattro categorie della Biblioteca sono, a loro volta, veri e propri luoghi per lo studio che si interconnettono tra loro per “illuminare problemi precisi” e cercare spazi per risolverli. Forse l’ellisse ci parla anche di questa interconnessione del sapere, la legge “del buon vicinato”, la pratica per cui ogni volume si trova in uno dei fuochi di un’orbita in cui stanno altri libri con cui conversare. Per lo studioso nella Biblioteca, questi libri ‘vicini’ sono capaci di dare risposte alle domande per le quali si erano interrogati ma, soprattutto, assumono il ruolo di agitatori del pensiero, sollevando nuove, e inattese, domande a chi li consulta. Una danza di rimbalzi lungo l’ellisse della stanza, abbracciata dall’ellisse del soffitto.

I testi pubblicati in questo numero consentono di compiere un viaggio attraverso gli anni di vita della Biblioteca Warburg come oggetto filosofico e parte viva della storia intellettuale di Aby Warburg e della sopravvivenza del suo pensiero. Warburg Bibliothek inizia raccogliendo gli scritti dei testimoni ed eredi più importanti di Warburg – Fritz Saxl, Edgar Wind, Gertrud Bing – svolgendoli e pubblicandone i testi in originale – in tedesco o inglese a seconda delle tappe della vita dell’Istituto Warburg – e presentandoli in traduzione (quasi tutti in prima traduzione italiana). I contributi di Fritz Saxl, Gertrud Bing ed Edgar Wind ci aiutano a comprendere il percorso che la Biblioteca Warburg ha compiuto e di rintracciarne lo sviluppo e per questo abbiamo scelto di pubblicare i testi seguendo l’ordine cronologico: dalla biblioteca privata di un ricco e colto studioso amburghese che cede la sua primogenitura al fratello in cambio dell’acquisto di tutti i suoi desiderata in materia libraria, fino all’esodo a Londra del Warburgkreis da una Germania che, già dai primi anni ’30, soffre di una ferita profonda, gravida di conseguenze per la storia culturale europea, per la diaspora degli intellettuali provocata dal Nazionalsocialismo.

Ma prima, a partire dal 1923 – ovvero dal coraggioso ritorno del “redux” dal ricovero di Kreuzlingen alla vita – e fino al giorno della sua morte, nell’ottobre del 1929, sono per Warburg gli anni più felici e proficui della sua avventura intellettuale ed esistenziale. Sono gli anni zenitali della sua impresa, quando progetta e realizza l’edificio della Kulturwissenschaftliche Bibliothek come spazio disegnato su misura per il suo nuovissimo metodo di ricerca e, insieme, impresa con un’urgente e dichiarata valenza ideologica. Così leggiamo nel testo della relazione che Aby tiene il 31 dicembre 1927 davanti al Consiglio di amministrazione della Biblioteca (ovvero alla sua famiglia):

Si tratta di una impresa i cui effetti sono già oggi visibili nel bel mezzo della fretta mostruosa del presente che mira solo ai vantaggi del qui e dell’ora. Tale impresa procede in modo imperturbabile e si propone la costruzione di una torretta corazzata al servizio della riflessione. Speriamo di avere ancora forza e confidiamo che, oltre all’ammirato rispetto che il mondo scientifico tributa a una tale impresa, sia compresa e sostenuta da tutti, e non solo idealmente, l’importanza della Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg come strumento essenziale per la ricostruzione della civiltà europea (Aby Warburg, Da arsenale a laboratorio (1927), in M. Ghelardi (a cura di), Fra antropologia e storia dell’arte, Torino 2021, 16).

La prima sezione – Fonti – raccoglie i testi dei più stretti collaboratori di Warburg e del suo progetto per la costituzione della KBW. Il numero si apre con il testo di Fritz Saxl, Das Nachleben der Antike Zur Einfühurung in die Bibliothek Warburg (1921), con prima traduzione italiana, a cura di Michela Maguolo, La sopravvivenza dell’antico. Introduzione alla Biblioteca Warburg: è la prima testimonianza sulla costituzione della Biblioteca Warburg e sulla questione fondamentale intorno a cui ruota il suo progetto – l’interrogazione sulla presenza attuale dell’Antico.

Sulla stessa linea anche il secondo contributo di Saxl, Die Bibliothek Warburg und ihr Ziel (1923), con prima traduzione italiana, a cura di Michela Maguolo: La Biblioteca Warburg e il suo fine, che due anni dopo riprende le questioni centrali che animano le ricerche della Biblioteca per approfondire la metodologia di Warburg. In questo testo Saxl amplia il campo: Warburg si è confrontato con “cosa significhi l’antichità per l’uomo del primo Rinascimento” e ha anche raccolto e organizzato il materiale necessario per continuare quella ricerca altrove. Die Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Hamburg (1930), con prima traduzione italiana, a cura di Michela Maguolo, La Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Amburgo, terzo contributo di Saxl che pubblichiamo in questo numero, è un testo più tecnico, incentrato sulla divulgazione del lavoro della KBW, che descrive anche il rapporto tra la collezione di libri e la collezione fotografica.

Gertrud Bing, in Notes on the Warburg Library (1934), prima traduzione italiana, a cura di Giulia Zanon, Appunti sulla Biblioteca Warburg, elabora attraverso l’espozione del metodo bibliotecnico adottato dalla Biblioteca, ormai trasferitasi a Londra, il rapporto interdisciplinare che intercorre tra i volumi della Biblioteca. Inoltre, presenta un rendiconto sulla consistenza del fondo librario nel 1934: 70.000 volumi e 3.000 in arrivo per l’anno successivo. Nella parte finale del testo, Bing approfondisce e chiarisce per la prima volta il sistema di classificazione della Biblioteca. L’interesse suscitato dalle note di Bing sul sistema di catalogazione porta Edgar Wind a scrivere, l’anno dopo, un contributo sullo stesso tema della classificazione dei volumi basata su una segnatura di tre lettere maiuscole, numeri e colori: The Warburg Institute Classification Scheme (1935), prima traduzione italiana a cura di Giulia Zanon, Il sistema di classificazione del Warburg Institute (1935).

The History of Warburg’s Library, 1886-1944, con traduzione italiana a cura di Michela Maguolo, La storia della Biblioteca di Aby Warburg, 1886-1944, è il testo più noto sul tema di Fritz Saxl perché pubblicato in appendice alla Biografia Intellettuale di Ernst Gombrich del 1970: Saxl costruisce il primo racconto per esteso sulla storia della Biblioteca, dai suoi inizi al trasferimento a Londra. Il quarto testo di Saxl che qui pubblichiamo – Das Warburg Institute (1946), con prima traduzione italiana a cura di Michela Maguolo, L’Istituto Warburg (1946) – è destinato a una rivista di architettura: dopo una sintetica introduzione sul Warburg Institute e la sua Biblioteca, Saxl aggiorna le sue note sul futuro dell’Istituto in Inghilterra.

La seconda sezione – Excerpta selecta – presenta brani tratti dai saggi e monografie più rilevanti sulla KBW. Due contributi che pubblichiamo in questo numero sono estratti dalla monografia fondamentale per gli studi sulla biblioteca Warburg: Porträt aus Buchern: Bibliothek Warburg und Warburg Institut (Dölling und Galitz, Hamburg 1993) a cura di Michael Diers. Nel primo, a firma di Diers stesso, Porträt aus Büchern. Stichworte, l’autore ricostruisce la storia multiforme dell’Istituto di ricerca dopo la morte del suo fondatore, interrogando le fonti dell’epoca: dalle lettere private e inedite alle recensioni. Diers ricostruisce anche la storia, di fondamentale importanza, dell’attività editoriale della KBW attraverso le sue pubblicazioni e i suoi titoli più importanti. Martin Warnke, in Die Bibliothek Warburg und ihr Forschungsprogramm, tratta della Biblioteca Warburg e della sua attività di ricerca. Warnke inizia con una panoramica sulle istituzioni di ricerca tedesche dell’epoca ma anche sulle modalità in cui la lezione di Warburg abbia influenzato il modo di fare ricerca, per poi proseguire con una ricognizione delle aree di studio fondamentali perseguite dalla Biblioteca: le conseguenze dell’antichità, da intendersi non come un’agenda di ricerca storico-artistica ma interdisciplinare, applicabile alle scienze umane ma anche ad altri ambiti della vita. Così Warnke:

È una caratteristica del pensiero e della ricerca di Warburg quella di concentrarsi meno sui rimedi che sulle cause della sofferenza, non sulle ricette ma sulle malattie, non sul bello ma sul brutto (che rende quest’ultimo necessario in primo luogo). Di conseguenza, non sono soprattutto le conquiste estetiche e le formule artistiche canonizzate a emergere nella sopravvivenza dell’antichità, ma piuttosto le caricaturizzazioni, le verbalizzazioni e le repressioni di quelle formule che continuano a suscitare in noi effetto.

La nota di Salvatore Settis Dromenon: comportamento ritualizzato, introduce alla questione del significato di una delle parole-chiave della Biblioteca, Dromenon, riprendendo le idee tracciate nella Nota finale (1995) al suo saggio magistrale Warburg continuatus, che consideriamo una colonna portante della costruzione di questo numero di Engramma. Il testo di Warburg continuatus (1985) e, nella sua prima traduzione italiana, della Nota finale (1995) sono pubblicati in M. Centanni (a cura di), Warburg e il pensiero vivente, Dueville 2021, 169-228 e tradotti in inglese in M. Centanni (ed. by), Warburg and Living Thought, Dueville 2021, 171-230.

La sezione si chiude con il recentissimo Construire des espaces de voisinage, un estratto dal libro di Philippe Despoix, KBW – La Bibliothèque Warburg, laboratoire de pensée intermédiale, di prossima pubblicazione per i tipi Presses du Réel (Dijon 2023). Nel suo contributo, Despoix ripercorre il processo di istituzionalizzazione del Warburg Institute e le sfide che il KBW ha dovuto affrontare, riprendendo le considerazioni sull’abbattimento delle barriere disciplinari e sulle metodologie di classificazione dei libri. Nello specifico, Despoix articola il suo pensiero partendo dal sistema di “buon vicinato” di Warburg e dall’interrelazione dell’architettura dell’edificio con le istanze teoriche di Warburg e dei suoi eredi. Riportiamo un breve passaggio del suo contributo per chiudere questo editoriale, con una definizione dell’ellissi della Bibliothek Warburg:

Materializzazione e simbolo del Denkraum, lo “spazio del pensiero” costituito dalla Biblioteca, figura cosmica e fonte di luce, la forma ellittica appare come un’immagine della vocazione alla ricerca warburghiana.

L’ultima sezione del numero rivolge una particolare attenzione al futuro della Biblioteca in relazione alla sua lunga vita in Inghiliterra, ma anche sui suoi nuclei di ricerca e alle sue istanze ermeneutiche. Mind, Memory and Museum è un’intervista all’attuale direttore del Warburg Institute, Bill Sherman, sulla riforma che sta avvenendo per la prima volta da quando il Warburg Institute ha trovato la sua sede permanente a Woburn Square. Nell’intervista si tracciano le linee principali del Warburg Renaissance Project, e su come in questo progetto l’eredità del fondatore sia ancora presente. 

Un’ultima nota a sigla della presentazione di Engramma 198. Se Warburg, dopo la sua morte, è stato per anni soltanto il nome di un’Istituzione o di una Biblioteca (così come afferma Pasquali nel Ricordo di Aby Warburg del 1930), ciò che siamo chiamati a fare è intrecciare nuovamente la storia intellettuale di Warburg con la vicenda della sua Biblioteca, per capire l’uomo attraverso la Biblioteca e la Biblioteca attraverso l’uomo: Warburg-Bibliothek / Bibliothek-Warburg.

English abstract

Engramma n. 198, Warburg Bibliothek is a journey through the years of Warburg Library’s life as a philosophical object and a living part of Aby Warburg's intellectual history and the survival of his thought. This issue could be seen as an anthology in which texts from the Warburgkreis about the Library are collected and presented for the first time in Italian translation. The first essays are from the Hamburg period: Fritz Saxl in Das Nachleben der Antike Zur Einfühurung in die Bibliothek Warburg (1921), first italian translation, edited by Michela Maguolo, La sopravvivenza dell’antico. Introduzione alla Biblioteca Warburg, briefly summarises the salient aspects of the Warburg Library, highlighting a multidisciplinary approach to the study of Antiquity; Saxl’s Die Bibliothek Warburg und ihr Ziel (1923), first Italian translation, edited by Michela Maguolo, La biblioteca Warburg e il suo fine, explains the particular approach to the history of the survival of Antiquity; Die Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Hamburg (1930), first Italian translation, edited by Michela Maguolo, La Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg in Amburgo (1930) is a brief presentation of the Hamburg Institute. Other essays are from the British period: Notes on the Warburg Library (1934), first Italian translation, edited by Giulia Zanon, Appunti sulla Biblioteca WarburgAppunti sulla biblioteca Warburg (1934) is written by Gertrud Bing in the aftermath of the arrival of the Warburg Library in London. Bing describes simply but fully the genesis, history, structure, mission, and meaning of the library conceived by Aby Warburg; In The Warburg Institute Classification Scheme (1935), first Italian translation, edited by Giulia Zanon, Il sistema di classificazione del Warburg Institute, Edgar Wind briefly explains the system of classification used in the Warburg Library. The History of Warburg’s Library, 1886-1944, Italian translation, edited by Michela Maguolo, La storia della Biblioteca di Aby Warburg, is Fritz Saxl’s major account on the Warburg Library, written in 1943-1944, and published for the first time by Ernst Gombrich as an Appendix to his Aby Warburg: An Intellectual Biography (1970). Few years later, Fritz Saxl publishes Das Warburg Institute (1946), first Italian translation, edited by Michela Maguolo, L’Instituto Warburg, with a really brief presentation of the Warburg Library. Two texts are extracted from 1993 book Porträt aus Bucher, edited by Michael Diers: in Porträt aus Büchern. Stichworte, Diers explains the history of the Warburg Institute after its founder’s death; in Die Bibliothek Warburg und ihr Forschungsprogramm Martin Warnke tells us about the Warburg Library and its research activity. Salvatore Settis in Dromenoncomportamento ritualizzato questions the meaning of one of the 'key words' of the Warburg Library: Dromenon as ritualised behaviour. The second part of this Engramma issue focuses on the present and the future of the Library. In Mind, Memory and Museum Bill Sherman, director in charge of the Warburg Institute responds to suggestions by Ada Naval and Giulia Zanon on the Institute with special attention towards the Warburg Library. Warburg Bibliothek closes with Philippe Despoix’s Construire des espaces de voisinage reconstructs the original steps that established the Warburg Library as a 'laboratory' for collective research into the ways in which images and knowledge have been transmitted since antiquity.

keywords | Aby Warburg; Warburg Library; Warburg Institute; Gertrud Bing; Fritz Saxl; Edgar Wind; Kulturwissenschaft Bibliothek Warburg.

Per citare questo articolo / To cite this article: A. Naval, G. Zanon, Warburg Bibliothek. Editoriale di Engramma n. 198, “La Rivista di Engramma” n. 198, gennaio 2023, pp. 15-22 | PDF of the article 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2023.198.0018