ADRIANI (1567)
G.B. Adriani, Lettera... a Giorgio Vasari, in Giorgio Vasari, Vite de più eccellenti pittori, scultori, ed architetti, Firenze 1878-1885
E così dipinse un re a sedere, con orecchie lunghissime, e che porgeva innanzi la mano, da ciascuno de' lati del quale era una figura, il Sospetto e l'Ignoranza. Dalla parte dinanzi veniva una femmina molto bella e bene addobbata con sembiante fiero ed adirato; e con essa con la sinistra teneva una facellina accesa e con la destra strascinava per i capelli un doloroso giovane, il quale pareva che con gli occhi e con le mani levate al cielo gridasse misericordia, e chiamasse li Dei per testimonio della vita sua di niuna colpa macchiata. Giudava costei una figura pallida nel volto e molto sozza, la quale pareva che pure allora da lungha infermità si sollevasse; questa si giudicò che fusse l'Invidia. Dietro alla Calunnia, come sue serventi e di sua compagnia, seguivano due altre figure, secondo che si crede, che rassembravano l'Inganno e l'Insidia. Dopo queste era la Penitenza attegiata di dolore ed involta in panni bruni, la quale si batteva a palme, e pareva che, dietro guardandosi, mostrasse la Verità in forma di donna modestissima e molto contegnosa.