BARISONI (?) (1597)
Abate Albertino Barisoni (?), Descrizione del quadro della Calunnia d'Apelle d'incerto pittore , s.l.n.d.
In una leggiadra prospettiva, arrichita delle statue di Mercurio, et d'Apollo, si vede a sider in alto, dove si salisse per gradi, Tolomeo Re d'Egitto, mostruoso per l'orecchie d'asino, a similitudine di quelle di Mida. Vi si apoggiano con qualche sconcio ma però grazioso le boche di due donne formosissime, l'una alla destra, et l'altra alla sinistra, tenute per lo significato dell'istoria, l'Imprudenza et la Sospittione. Caminano nel piano, prima un Vecchio d'aspetto crudele, magro, et macilente notato per l'Invidia che abraccia la Calunnia, che lo seguita, portando una facella accesa nella mano manca, et strascinando con da diritta Apelle ignudo, che fa poco diffesa, alza le mani al Cielo, in testimonio della sua innocenza, servono alla Calunnia in atto di pulirla, la Fraude et il Tradimento, di vago aspetto; poco da loro discosta, la Penitenza vecchia, scapigliata, dimostra l'afflittione sua e dietro a lei, sta fermata la Verità pur ignuda, con la faccia, et con le mani errette al Cielo, per lo medissimo effetto d'Apelle. Questa sola figura indusse il Card. di Carpi a donarmi il Quadro, parendole troppo lussuriosa, et forse temendo di non dar talvolta occasione di mormorare, a chi l'havesse riguardata libidinosamente; l'historia per quanto mi ricordo d'haver letto, in un libro antico, significa che il Principe deve cercar sempre la verità, in ogni ocorenza; et trovatala difenderla, dichiarando la natura della calunnia esser spinta dall'invidia a offesa dell'inocente, et che dalla penitenza viene poi condotta a patir le pene della sua tristitia, come manifestò Apelle la malignità di Antifelo et di Teodetto, emuli suoi, che falsamente l'havevano accusato..