"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

221 | febbraio 2025

97888948401

Antonio Negri e i classici

Editoriale di Engramma 221

Marco Assennato, Monica Centanni, Roberto Masiero

English abstract

L’immagine di copertina è un quadro di Mark Rothko, un artista che Toni Negri amava. Perché Rothko vibra e fa tremare il canone della pittura. Da quella classica fino al contemporaneo. Lo stesso effetto ha il lavoro di Negri sul pensiero politico. Lo stesso effetto ha sui testi dei classici.

Il numero 221 di Engramma accoglie contributi che, da vari punti di prospettiva, riflettono intorno al pensiero di Antonio Negri. Pensatore e militante politico, letto e discusso in tutto il mondo, capace di nutrire culturalmente, dialogare incessantemente e interpretare i movimenti sociali mondiali degli ultimi decenni, Negri ha ridefinito alcuni tra gli assi fondamentali del pensiero politico moderno e contemporaneo. Negri è stato però, anche, un attento e appassionato lettore di classici, a partire da quelli della grande teoria del diritto, dal formalismo tedesco ai costituzionalisti americani, a Marx e, attraverso Lenin, ai pensatori della tradizione marxista, a Foucault e Deleuze/Guattari, in un dialogo incessante con i più importanti filosofi francesi (sono i nodi che sono stati fondamentali per la diffusione del pensiero di Negri nella Global Philosophy, e meritano oggi una attenta rilettura). E poi ancora: dal Libro di Giobbe al De rerum natura di Lucrezio, da Machiavelli e Cartesio, a Spinoza e Leopardi, fino a Nietzsche e contro Heidegger: con ciascuno di loro, Negri, da formidabile costruttore di concetti, ha intrattenuto un dialogo attivo e intenso richiamando in vita, nel presente, la carica vitale e la potenza del loro pensiero. Ognuno di questi incontri e scontri ha alimentato il lavoro filosofico e politico, producendo capovolgimenti teorici, aperture critiche inedite. Una imponente macchina teorica ha così disegnato i contorni larghi, radicalmente anticonvenzionali, di un pensiero rivoluzionario.

Ecco allora il taglio che abbiamo scelto: Antonio Negri e i classici. L’intento non è produrre agiografia o memoria, ma contribuire al processo di storicizzazione e di valorizzazione teorica dell’imponente lavoro di uno dei principali filosofi italiani del secondo Novecento. C’è almeno un luogo in cui il rapporto con i classici è esplicitamente messo a tema da Negri ed è il primo capitolo, intitolato “La catastrofe della memoria” della Lenta Ginestra. Titolo acido, ruvido eppure esplicito: il lavoro sul classico non può ridursi alla tensione tra la gloria passata e il grigio presente. Al contrario esso è sempre ed essenzialmente rottura della tradizione, rifiuto della nostalgia. Un disincantato sguardo sul presente, certo, ma anche domanda critica, costruzione ontologica e ipotesi etica. Un grande, complesso, eterodosso cantiere materialista è quello che Negri costruisce nella tensione con il classico.

Nel contributo Lo squarcio dei classici. Antonio Negri: Machiavelli, Spinoza, Marx Giacomo Marramao trae spunto dal suo intervento al Seminario organizzato alla Fondazione Basso il 22 gennaio 2025, a chiusura dei lavori di preparazione di questo numero di Engramma, rielaborando e integrando il testo in modo importante (il video completo è visibile a questo link). Al centro tre classici, tre temi – Machiavelli e il tema del conflitto; Spinoza e il tema della potenza; Marx e il tema dell'insorgenza – visti dalla prospettiva del taglio, lo squarcio, che Negri opera per fare emergere dal corpo dei classici il nucleo del politico. 

Ripubblichiamo Due contributi di Massimo Cacciari su Antonio Negri filosofo: Vita Cartesii est simplicissima (1970); È morto un filosofo (2023). Il primo, è un lungo saggio ispirato dalla pubblicazione del Descartes politico di Negri, pubblicato nel 1970 nella rivista “Contropiano” (pubblichiamo in questo stesso numero di Engramma i Sommari dei 12 numeri della rivista tra il 1968 e il 1971): tra Cacciari e Negri si attiva un confronto duro e diretto sul punto di insorgenza e sull’idea stessa di modernità. Il secondo contributo è un omaggio di Cacciari alla statura filosofica di Negri, pubblicato sul quotidiano “La Stampa” all'indomani della sua morte nel dicembre 2023. Lo scritto prende spunto da Kairos. Alma Venus e Multitudo, le “lezioni impartite a se stesso” del 2000. È la lezione del materialismo di Lucrezio che si interseca con la figura di Kairos – il “tempo avenire” che proietta la sua luce anche sul prezioso frangente del tempo presente. Al libro su Cartesio del 1970 è dedicato anche il contributo di Marco Assennato, Un saggio di Realpolitik materialista. Descartes politico di Antonio Negri: il saggio analizza e attualizza la lettura del pensiero di René Descartes che Negri intraprende in una delle sue prime monografie. Al centro è un’idea inedita di realismo politico che si propone come un'ipotesi critica rispetto all’emergere della scienza politica moderna (e borghese); una profonda meditazione che attraversa conoscenza e potere, scienza e rivoluzione. 

Chiude il trittico su Descartes il contributo di Elia Zaru, Marx nel Seicento? Antonio Negri e il ‘labirinto’ della prima modernità, che analizza la riflessione del filosofo sull’insorgere della modernità, concentrandosi in particolare sulla interpretazione di Cartesio, Spinoza e Harrington. Il ricorso a Cartesio, e al suo ruolo fondamentale nella concettualizzazione di un ideologia borghese; l’interpretazione di Spinoza come il filosofo che ha posto l’idea di una democrazia non mistificata e di una moltitudine produttiva e antagonista; il pensiero di Harrington, come iniziatore della teoria del potere costituente che resiste alla formalizzazione giuridica e politica, promuovendo una democrazia radicale e continua. Attraverso il confronto con questi classici, Negri costruisce una genealogia della modernità che evidenzia l’antagonismo tra il potere immanente della moltitudine e il potere trascendente dello Stato e del capitalismo.

Segue un dittico sulla relazione tra Antonio Negri e Machiavelli. Tania Rispoli in Antonio Negri e Machiavelli. Il realismo politico tra modernità e postmodernità esamina il modo in cui le riflessioni del pensatore fiorentino sui tumulti e il potere informino la teoria politica di Negri. Il contributo elabora l’ipotesi che il realismo politico fornisca un quadro per teorizzare una modernità alternativa e le sue trasformazioni postmoderne all'interno del capitalismo iperglobalizzato. Al centro di questo quadro è il concetto di “potere costituente”, reimmaginato non come rivendicazione di sovranità ma come processo radicale di conflitto, rottura e rinnovamento. In Niccolò Machiavelli e Antonio Negri. Vite parallele? Peppe Nanni concentra la sua argomentazione sull’andamento concomitante delle intense vicende biografiche ed esistenziali dei due pensatori, sull’uso sovversivo della tradizione classica, sulla concezione qualitativa e contratta del fattore tempo nello svolgersi degli eventi rivoluzionari. Negri libera Machiavelli dalle interpretazioni conservatrici del suo pensiero e lo presenta come il primo di una serie di autori che scoprono il “potere costituente” – il potere democratico della “multitudo” in opposizione all'ordine costituito – che sfugge alle forme costituzionali e giuridiche in cui si vorrebbe neutralizzarlo. 

Su questo aspetto insiste La forma dell'irrazionale. Negri lettore di Kant di Mario Farina, che esplora l’emergere del formalismo giuridico nel pensiero di Kant, concentrandosi sulle sue implicazioni per la filosofia del diritto e sull’interazione tra razionale e irrazionale. Negri esamina il modo in cui il diritto, in quanto “forma costante”, contrasta con contenuti storici e materiali mutevoli. L'analisi di Negri evidenzia la genesi extra-giuridica della legge, plasmata da dinamiche sociali e storiche, come la rivoluzione, rivelando il legame della legge con i conflitti materiali. Il saggio colloca la critica di Negri al positivismo giuridico all’interno di un discorso filosofico più ampio, confrontandosi con il marxismo, Spinoza e Leopardi, per esplorare il rapporto tra la libertà materiale e le sua istituzionalizzazione.

Il contributo di Giorgiomaria Cornelio, Poesia, o la seconda natura. Negri e Leopardi: “una teoria materialistica dell'immaginazione ruota intorno a Lenta Ginestra (1987), in cui la poesia di Giacomo Leopardi è reinterpretata attraverso la lente del materialismo, sottolineando il ruolo dell'immaginazione come forza trasformativa. Nell’opera di Leopardi, Negri trova la concettualizzazione della “seconda natura”, ovvero l’evidenza delle strutture artificiali che modellano l'esistenza umana e che l'immaginazione può sconvolgere e ricostituire: la poesia non come una fuga dalla realtà materiale, ma come mezzo per infrangerne i limiti e creare nuove forme di significato, presentando così l'immaginazione come un potere materiale e collettivo che rimodella il mondo.

Matteo Polleri con Estrapolazioni selvagge. Antonio Negri, lettore di Foucault analizza l’impegno politico di Negri con Foucault, mobilitando i suoi concetti per articolare una comprensione specifica del lavoro e della lotta di classe negli scritti di Marx; ma affronta anche il concetto di “produzione biopolitica” di Hardt e Negri, rivelando l'interazione originale tra i riferimenti foucaultiani, marxiani e spinoziani che danno forma a questa nozione; infine, in relazione aì seminari di Negri a Parigi negli anni Ottanta, l’attenzione si sposta sulla “produzione di soggettività” che emerge dal suo dialogo con Althusser, Foucault e il primo Lukács.

Il saggio di Bernardo Prieto, Antonio Negri lee Job analizza la reinterpretazione materialista di Negri del Libro di Giobbe. Al centro dell’analisi: la negazione della teologia e della trascendenza agostiniana; la giustapposizione di Giobbe a Spinoza; la teoria del valore del lavoro in Marx; il concetto di Negri di “dispositivo messianico”, che riformula l’escatologia come un processo rivoluzionario immanente distinto dalla salvezza teologica. Inserendo Il Lavoro di Giobbe nel più ampio percorso filosofico di Negri, il contributo mette in luce la sua sintesi originale di ontologia e politica, la sua critica agli assiomi ontologici e teologici e il suo apporto al pensiero marxiano contemporaneo.

Nicolas Martino autore di La bellezza del comune. Toni Negri, Arte e Multitudo sottolinea l’originalità del pensiero di Antonio Negri in ambito estetico e artistico. Negri individua il paradigma di un’estetica “costruttivista” e materialista in linea con il movimento operaista italiano e in netto contrasto con un postmodernismo disfattista divenuto l'ideologia culturale del tardo capitalismo: il contributo sottolinea l’importanza di questo pensiero critico per lo sviluppo di una teoria estetica materialista e per le pratiche artistiche contemporanee.

In chiusura, nella pagina La rinascita del costituzionalismo europeo. Seminario alla Fondazione Basso (2004), pubblichiamo i testi degli interventi di Giacomo Marramao e Antonio Negri al Seminario organizzato dalla Fondazione Lelio e Lisli Basso il 23 febbraio 2004, sul tema dello stallo della costituzionalizzazione europea e sul ruolo dei movimenti sociali nella costruzione di una nuova costituzione politica: il seminario del 2004 è stato un'occasione di discussione per delineare la traiettoria futura di un’Europa come spazio di resistenza e innovazione in grado di sfidare i modelli egemonici esistenti. In appendice un estratto del discorso di Giacomo Marramao a un secondo seminario con Negri, tenutosi alla Fondazione Basso il 22 marzo 2004, sul tema “La concezione del biopotere in Foucault”.

Proponiamo questo insieme di contributi come segnali utili per ripercorrere le tracce di Negri nella sua relazione con i classici. Non si tratta di ricostruire un tessuto compatto e uniforme, ma di interrogare la relazione, il canone – mobile e sempre in fieri – che Antonio Negri ha creato, nei suoi scritti, con i classici. Si tratta di ridare vita – scrive Negri – a “quel pensiero che dal disprezzo del presente conduce al dolore e che attraverso il dolore riscopre un orizzonte di tedio passato e di nulla dell’avvenire, e che da questa condizione si ribella. E impreca, incita e si solleva all'immaginare, fare mito, e tuttavia non vuole che l’immaginare riproduca nulla, e nello specchiarsi in questo pericolo si vuole di contro come materiale, rottura e trascendenza. Ecco, questo è pensiero etico, nel più alto materialistico senso, pensiero costitutivo”. Significa per noi lanciare un tracciante che lumeggi la sfida di questo pensiero costitutivo.

English abstract

Engramma no. 221 publishes essays that reflect on Antonio Negri’s thought from different perspectives. The intention is not to produce a hagiography or a memorial eulogy, but to contribute to the process of historicisation and theoretical valorisation of the impressive work of one of the most important Italian philosophers of the second half of the twentieth century. The relationship with the classics cannot be reduced to the tension between past glory and present greyness. On the contrary, it is always and essentially a break with tradition, a rejection of nostalgia. A disenchanted look at the present, certainly, but also a critical questioning, an ontological construction and an ethical hypothesis. Negri constructs a large, complex, heterodox materialist building site in tension with the Classics. The issue focuses on Negri’s relationship to Machiavelli, Spinoza, Kant, Leopardi, Marx, Foucault and, implicitly, Lucretius. The volume contains contributions by Giacomo Marramao; Massimo Cacciari, Marco Assennato; Elia Zaru; Tania Rispoli; Peppe Nanni; Mario Farina; Giorgiomaria Cornelio; Matteo Polleri; Bernardo Prieto; Nicolas Martino.

keywords | Antonio Negri; Classics; Materialism; Constituent Thought. 

Per citare questo articolo / To cite this article: M. Assennato, M. Centanni, R. Masiero, Antonio Negri e i classici. Editoriale di Engramma 221, “La Rivista di Engramma” n. 221, febbraio 2025.

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2025.221.0010