FAMIGLIA ABATE DELLA BADIA DI FERRARA

(Prima 1531 >)

 

 

“Descrizione del Quadro della calunia d'Apelle d'incerto Pittore.

In una leggiadra prospettiva, arricchita delle statue di Mercurio, et d'Apollo,si vede a sider in alto, dove si salissse per gradi, Tolomeo Re d'Egitto, mostruoso per l'orechie d'asino, a similitudine di quelle di Mida. Vi si apogiano con qualche sconcio ma però graziose le boche di due done formosisse, e l'una alla destra, et l'altra alla sinistra, tenute per lo significato dell'historia, l'imprudenza et la sospittne. Caminao nel piano, prima un Vecchio d'aspetto crudele, magro et macilente, notato per l'invidia che abrancia la calunia, che lo seguita, portando una facella accesa nella mano manca, et strascinando con la diritta Apelle ignudo, che fa poca diffesa, alza le mani al cielo, in testimonio della sua inocenza, servono alla Calunnia in atto di pulirla, la fraude et il tradimento, di vago aspetto; poco da loro discosta, la penitenza vechia, scapigliata, dimostra l'afflittne sua a dietro a lei, sta fermata la verità pur ignuda, con la faccia, et con le mani errette al Cielo, per lo med°. Effetto d'Apelle; Questa sola figura indusse il Card. di Carpi a donarmi il Quadro, parendole troppo lussuriosa, et forse temendo di non dar talvolta occasione di mormorare, a che l'havesse riguardata libinosamente ; l'historia per quanto mi ricordo d'haver letto, in un libro antico, significa che il Principe deve cercar sempre la verità, in ogni ocorenza; et trovatala difenderla, dichiarando la natura della Calunnia esser spinta dall'invidia a offesa dell'inocente, et che dalla penitenza viene poi condotta a patir le pene della sua tristitia, come manifestò Apelle la milignità di Antifelo et di Teodetto, emuli suoi, che falsamente l'havevano accusato”

 


Artista italiano non identificato, Calunnia d'Apelle, dipinto su tavola, ante 1531 (?)


Marco Angelo del Moro, Calunnia d'Apelle, disegno, seconda metà del XVI secolo