"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

227 | settembre 2025

97888948401

Warburgian Studies in the Ibero-American Context

Editoriale di Engramma 227

Ada Naval, Ianick Takaes e Giulia Zanon

English versionVersión española | Versão portuguesa
                          ||| English abstract |||

L’Atlante di Borso d’Este, edizione della Geografia di Tolomeo a opera dell’umanista Nikolaus Germanicus, 1466, Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Lat. 463 (α.X.1.3).

L’immagine scelta per illustrare questo numero proviene dal cosiddetto Atlante di Borso d’Este: il manoscritto del 1466 che tramanda la traduzione latina della Geographia di Tolomeo, nella redazione che Nicolaus Germanus rielaborò a partire dalla traduzione di Jacopo d’Angelo del 1410. Il volume – che include anche mappe aggiornate alle conoscenze moderne – venne dedicata al duca Borso d’Este e costituisce una delle più alte testimonianze della cultura umanistica del Rinascimento italiano ed europeo.

La tavola qui riprodotta restituisce una visione complessiva del mondo nella seconda metà del Quattrocento: una sorta di fotografia degli orizzonti conosciuti, che solo pochi anni più tardi sarebbero stati radicalmente ridefiniti nell’età delle grandi esplorazioni e delle scoperte geografiche. Come è ovvio, in questo disegno del mondo, il continente americano che sarà presto raggiunto dalle flotte europee non compare.

Abbiamo ritenuto che questa immagine potesse costituire una eloquente metafora del compito che questo numero di Engramma si prefigge. Da un lato essa rappresenta un oggetto materiale, un libro, ovvero una delle forme di trasmissione e veicolazione della cultura che Aby Warburg considerava essenziali; un libro che è anche la restituzione di un sapere proveniente dall’Antico – il trattato geografico del II secolo d.C. – e insieme la testimonianza della sua rinascita in età moderna. Dall’altro lato, l’assenza del Nuovo Mondo ci interpella, con la forza di una patente lacuna, invitandoci a riflettere sui limiti e sulle aperture di ogni orizzonte conoscitivo e, soprattutto, sulle mancanze da colmare.

A partire da questa suggestione prende forma il tema di Engramma 227, che costituisce la terza tappa di una ricognizione internazionale sullo stato attuale degli studi warburghiani, in continuità con Engramma 165, Warburgian Studies e con Engramma 199, A Companion to Warburgian Studies. Questo nuovo volume intende raccogliere contributi che riflettano sull’eredità intellettuale di Warburg e sulle sue applicazioni in diversi contesti culturali, configurandosi come uno spazio aperto alla critica, capace di mettere in discussione tanto i confini geografici quanto le tradizionali compartimentazioni disciplinari, in linea con lo spirito stesso del pensiero warburghiano e della tradizione della rivista.

Le coordinate di questo numero si collocano entro il contesto iberoamericano. Il continente latinoamericano, per la vastità e l’eterogeneità delle sue culture, costitutisce un terreno particolarmente fecondo per osservare come il metodo warburghiano sia stato recepito, interpretato e rifunzionalizzato, e, per prossimità linguistica, lo sguardo si estende anche a Spagna e Portogallo. In questa vasta area di indagine, negli ultimi decenni gruppi di ricerca, seminari, riviste, traduzioni e riedizioni hanno dato vita a una riflessione vivace e plurale, elaborando letture dell’eredità warburghiana capaci di infondere nuova linfa vitale alla sua lezione. In questo senso, la pluralità linguistica che attraversa i contributi raccolti riflette l’attitudine di Engramma a promuovere uno spazio di ricerca e di dialogo che sia realmente polifonico.

L’intento di questo numero è quello di proporre quadri concettuali originali e prospettive inedite, per ripensare e ampliare la ricezione di Warburg all’interno di un panorama culturale il più esteso possibile. La domanda di fondo è semplice: indagare come i progetti editoriali, espositivi e di ricerca abbiano sviluppato – o possano sviluppare – nuove linee di indagine capaci di oltrepassare il perimetro del contesto europeo. La figura di Warburg – proprio per la sua capacità di mettere in discussione i limiti e incoraggiare gli sconfinamenti tra saperi – si presta oggi più che mai a costituire una risorsa critica per un mondo culturale in continua ridefinizione. L’invito è quello di considerare l’opera di Warburg non come un corpo teorico cristallizzato in una tradizione critica ben definita e riconducibile a un ristretto canone di studiosi tedeschi, italiani, inglesi e francesi, ma come una machine à penser in continua trasformazione: un dispositivo che chiede di essere rimesso costantemente in movimento, proprio come l’immagine dell’Atlante che, nel mostrarsi a noi nella sua incompletezza, ci sollecita a continuare a pensare oltre i suoi confini. 

Il numero si divide in tre sezioni: OverviewsEssaysPresentations.

Overviews

La sezione che apre il numero propone un’ampia ricognizione dello stato degli studi dedicati a Warburg nel contesto iberoamericano. Il contributo Estudar (a partir de) Warburg | Estudiar (desde) Warburg | Studying (from) Warburg. An exploration of Warburgian studies across the Ibero-American world si configura, in questo senso, come una mappatura delle traiettorie attraverso le quali gli scritti di Warburg e la sua ricezione critica, insieme alle le idee e alle linee di ricerca da essi suscitate, hanno circolato e si sono sedimentate. Per affrontare una interrogativo di ricerca così ambizioso si è scelto un metodo induttivo: sono stati contattati numerosi studiosi provenienti da diverse aree geografiche – dal Brasile all’Argentina, dal Messico alla Bolivia, ma anche dalla Spagna, dal Portogallo, dagli Stati Uniti,… – e a ciascuno di loro è stato chiesto di rispondere a una serie di semplici domande, riguardanti il modo in cui la propria vita di studiosi si è intrecciata con l’eredità di Warburg: come hanno incontrato la sua opera, dove l’hanno studiata, in che forme ne hanno fatto esperienza. Da questo esperimento è emerso un quadro plurilinguistico (ogni studioso è stato incoraggiato a rispondere nella sua lingua madre) e stratificato, che restituisce il disegno di un crocevia di traiettorie nella storia della cultura. Hanno partecipato a questo ritratto corale: Martinho Alves da Costa JuniorSerzenando Alves Vieira Neto, Linda Báez RubíNorval Baitello JuniorJosé Luis Barrios LaraJens BaumgartenMaria BerbaraGabriel CabelloRafael CardosoEmilie Ana Carreón BlainRoberto CasazzaPatricia Dalcanale MenesesBianca de DivitiisClaire FaragoCássio FernandesAurora Fernández PolancoDavid FreedbergNicolás KwiatkowskiIsabela GaglianoneJorge Tomás GarcíaMaurizio GhelardiAntonio Leandro Gomes de Souza BarrosFabián Ludueña RomandiniJoão Luís LisboaLaura Malosetti CostaClaudia Mattos AvoleseLuiz MarquesUlrich PfistererIvan Pintor Iranzo, Vanessa A. PortugalVera PuglieseJosé RielloAdrian RifkinAgustina Rodríguez Romero, Federico RuvitusoSandra SzirDario Velandia OnofreLuana Wedekin.

Segue una serie di contributi che fanno il punto sullo stato degli studi e offrono importanti aggiornamenti bibliografici. In Estudos warburguianos no Brasil (2023-2025), Ianick Takaes aggiorna le ricognizioni sui paesi lusofoni già pubblicate da Cássio Fernandes in Engramma 165 e dallo stesso Takaes in Engramma 199; in Estudios warburguianos en América hispánica (2019-2025), Bernardo Prieto pubblica un’approfondita nota bibliografica intorno alla più recente produzione di studi warbughiani nei paesi latinoamericani di lingua spagnola – Argentina, Colombia, Cile, Messico e Costa Rica; Ada Naval in Estudios warburguianos en España (2019-2025) offre un aggiornamento per quanto riguarda la Spagna, che fa seguito alla rassegna presentata da Victoria Cirlot in Engramma 165; infine, Fabio Tononi in Warburgian Studies in Portugal (2000–2025) ricostruisce la ricezione del pensiero di Aby Warburg in Portogallo a partire dall’inizio degli anni Duemila.

A concludere questo capitolo del volume, presentiamo un’importante testimonianza di un grande protagonista della storia della ricezione del pensiero di Warburg oltreoceano. Las ciencias de Atenea y las artes de Hermes è l’intervista allo storico dell’arte José Emilio Burucúa, a cura di Ada Naval e Bernardo Prieto. Nella lunga conversazione, Burucúa ripercorre il suo ingresso nel pensiero warburghiano, in particolare grazie all’esperienza del gruppo Hermáthena, e le sue prime traduzioni del corpus di Warburg in spagnolo – condividendo riflessioni filologiche dalla sconfinata portata filosofica a partire dalla resa di termini come NachlebenPathosformel e Denkraum – per poi arrivare alla sua vasta produzione intellettuale, cruciale nella storia culturale latinoamericana, e alle più recenti esperienze curatoriali, come la mostra “La teoría artística de Aby Warburg. Ninfas, serpientes, constelaciones”, tenutasi a Buenos Aires nel 2019.

Essays

La seconda sezione del volume è dedicata a cinque contributi critici, opera di studiosi vicini al contesto sudamericano. In Warburg in America From Pueblo to Passamaquoddy, David Freedberg, storico dell’arte e direttore del Warburg Institute dal 2015 al 2017, torna sui temi del Warburg “americano” che hanno attraversato l’arco della sua carriera scientifica. Muovendo dalla lettura warburghiana delle cerimonie Hopi – lettura rispetto alla quale Freedberg si pone in interessante contrapposizione – il saggio sottolinea l’importanza del gesto nelle forme popolari e nel linguaggio segnifico indigeno, e propone una possibile agenda per futuri studi warburghiani, orientata a riconnettere simbolismo, rappresentazione ed embodiment con i registri schematici della Pathosformel.

In “Bilderwanderung”. Un ensayo entre “greifen” y “begreifen” en las notas americanas de Aby Warburg Linda Báez Rubí, a partire da un corpus inedito di appunti di Warburg, indaga i concetti di greifen (afferrare fisicamente) e begreifen (afferrare intellettualmente, capire) tra Mesoamerica ed Europa della prima età moderna. Il caso di studio è lo xicalcoliuhqui chimalli, uno scudo piumato a greca utilizzato dai popoli mexica nel XVI secolo, che Warburg abbozza nei suoi appunti. L’autrice ne ricostruisce l’itinerario: dalla fabbricazione e dal contesto rituale di Tenochtitlan, alla successiva appropriazione da parte di Hernán Cortés e del viceré Antonio de Mendoza, fino alla sua esposizione nelle Kunstkammern tedesche e al riuso in una festa di corte organizzata dal duca Federico I di Württemberg nel 1599.

Segue il saggio di Serzenando Alves Vieira Neto, Towards a Philosophical Anthropology. Cushing in Dialogue with Warburg, in cui Neto recupera e documenta in modo sistematico il dialogo diretto e indiretto tra Warburg e l’etnlogo Frank Hamilton Cushing, indagando la rilevanza di Cushing all’interno del pensiero warburghiano. Il contributo traccia i punti di incontro tra l’estetica psicologica di Warburg e l’antropologia filosofica e le risonanze metodologiche e concettuali dei contatti intrattenuti da Warburg con lo Smithsonian Institute.

In Participation and Creation of Distance. Aby Warburg and Lucien Lévy-Brühl, Cássio Fernandes illustra un altro importante punto d’incontro tra il metodo di Warburg e l’antropologia, ricostruendo l’influenza che l’opera dell’antropologo francese Lucien Lévy-Brühl – in particolare il concetto da lui formulato di loi de participation – ebbe sul pensiero dello studioso amburghese.

In ultimo, un altro incrocio: Antônio Leandro Gomes de Souza Barros, in Astrology Between Science and Superstition in Art History. Aby Warburg and Fernando Pessoa, indaga le traiettorie parallele (che mai convergeranno) di Aby Warburg e Fernando Pessoa, con particolare al loro rapporto con l’astrologia e la precipitazione di essa nella storia dell’arte. Attraverso l’analisi del metodo di Warburg e dell’elaborazione poetica di Pessoa, il contributo offre una panoramica su come i due intellettuali del Novecento abbiano indagato le complesse intersezioni fra scienza, superstizione e arte.

Presentations

Il numero si conclude con la presentazione di due novità editoriali provienti dal contesto latinoamericano: la prima è quella del volume Aby Warburg en/sobre América: Historia, sobrevivencias y repercusiones (México 2024), a cura di Linda Báez Rubí, Emilie Carreón Blaine e Tania Vanessa Álvarez Portugal, che raccoglie i contributi presentati al Simposio internazionale “Warburg (en/sobre) América: translaciones y proyecciones” svoltosi presso il Museo Universitario Arte Contemporáneo di Città del Messico nel 2017. Articolato in tre sezioni – Historia, Sobrevivencias, Repercusiones – il volume propone una selezione di saggi che mettono in evidenza l’importanza dell’esperienza americana vissuta da Aby Warburg nel 1896 per la sua formazione intellettuale, mostrando come l’antropologia americana costituisca una chiave di lettura imprescindibile per le sue successive elaborazioni teoriche.

In The Exuberant Excess of His Subjective Propensities. Translating Edgar Wind’s Art and Anarchy (1963) into Portuguese, Ianick Takaes Arte e Anarquia, pubblicata per i tipi di Edunicamp nel marzo di quest’anno, edizione in portoghese del seminale volume del 1963, Art and Anarchy di Edgar Wind. Takaes – che ha curato l’edizione, la traduzione e l’apparato critico – presenta il suo lavoro con una introduzione molto personale dove non solo contestualizza l’opera di Wind entro una storia culturale ma riflette anche sul proprio percorso di ricerca all’interno della tradizione windiana e warburghiana nel contesto latinoamericano e americano.

English abstract

Engramma 227, the third stage of an international survey of Warburgian studies (after Engramma 165 and 199). The volume explores how Aby Warburg’s intellectual legacy has been received, reinterpreted, and revitalized in Ibero-American contexts, extending to Spain and Portugal. Structured in three sections—Overviews, Essays, Presentations—the issue opens with Estudar (a partir de) Warburg | Estudiar (desde) Warburg | Studying (from) Warburg. An exploration of Warburgian studies across the Ibero-American world, a wide-ranging mapping of Warburgian studies across Latin America, featuring responses from scholars of different countries, generations, and languages. It continues with bibliographic updates on Brazil, Hispanic America, Spain, and Portugal, and with key testimonies from great scholars such as José Emilio Burucúa and David Freedberg. The Essays section includes critical contributions by Linda Báez Rubí, Serzenando Alves Vieira Neto, Cássio Fernandes, and Antônio Leandro Gomes de Souza Barros, addressing Warburg’s intersections with anthropology, philosophy, and astrology. The final section presents two new publications: the 2024 collection of essays Aby Warburg en/sobre América: Historia, sobrevivencias y repercusiones, and the new edition of Edgar Wind, Arte e Anarquia, published this year.

keywords | Aby Warburg; Iberoamerica; Brazil, Argentina, Mexico, Spain, Portugal, Chile, Porto Rico, Colombia; Hector Ciocchini; Hopi; Frank Hamilton Cushing; Lucien Lévy-Brühl; Fernando Pessoa; Edgar Wind; Art and Anarchy. 

Per citare questo articolo / To cite this article: A. Naval, I. Takaes, G. Zanon, Warburgian Studies in the Ibero-American Context. Editoriale di Engramma 227, “La Rivista di Engramma” 227 (settembre 2025).