"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

220 | gennaio 2025

97888948401

Film acquoso

Immagini ri-disegnate dall’alta marea

Giuseppe Ferrari

English abstract

Nel 2009 Gianna Cherchi, veneziana d’adozione, trova in un ex magazzino ristrutturato e adibito ad abitazione uno scatolone pieno di bobine con pellicole in formato 8mm. Non sa nulla dei proprietari, di cui si è persa traccia, e non ha modo di esplorarne il contenuto. Essendo una persona appassionata di recupero di documentazione e oggetti del passato, decide di conservarle in un sottoscala a piano terra. Lì rimangono per anni, e nel frattempo vengono danneggiate da alcune alte maree eccezionali, tra cui la famigerata Acqua Granda del 2019. Nel 2022 Cherchi contatta l’archivio di film di famiglia RI-PRESE, dedicato alla salvaguardia e valorizzazione dei film di famiglia del territorio veneziano, che recupera i film e si occupa di revisionarli e digitalizzarli.

Le 47 pellicole contengono filmati amatoriali appartenenti ad una famiglia anonima. Le immagini insistono su un arco temporale che inizia negli anni ’50, attraversa gli anni ’60 e approda nei primi anni ’70 e presentano le vicende private di una famiglia veneziana, a partire da un matrimonio e proseguendo con la nascita di due figli, mostrando momenti ordinari come la spiaggia, le passeggiate in città, il grano ai piccioni di piazza San Marco, vacanze al mare e in montagna, battesimi e comunioni, compleanni, una regata storica, una visita alla Biennale, partite di calcio, alcune acque alte in città. Molti dei supporti dei film, pellicole in formato 8mm in acetato di cellulosa, presentano gravi danni causati dai passaggi, stavolta non filmati ma subiti, dell’alta marea. Le inondazioni hanno bagnato le bobine e hanno, in alcuni casi, gonfiato, incurvato, sciolto, crepato, spostato la gelatina che contiene le immagini. Questi film diventano tele entro le quali le vicende famigliari si fanno a tratti evanescenti, lasciando spazio, in parte o del tutto, a composizioni astratte e casuali.

Nel 2024, grazie all’interessamento di Bill Morrison, filmmaker che ha legato tutta la sua opera alle tematiche del decadimento dei supporti filmici e alle apparizioni che tali decadimenti possono rivelare, è stato possibile individuare la famiglia d’origine dei film e darle un nome. I membri della famiglia Gianese, totalmente inconsapevoli che i propri film fossero stati depositati presso un archivio, felicemente sorpresi, sono stati così in grado di riappropriarsi della propria memoria audiovisiva. I Gianese non avevano pensato da decenni a queste bobine ed erano ignari finanche di averle perdute: erano convinti che fossero sempre rimaste custodite in qualche cassetto di casa.

Il progetto di Nicoletta Traversa tralascia la questione dell’individuazione della famiglia d’appartenenza e si focalizza sull’osservazione e interpretazione dei film del fondo Gianese che sono maggiormente degradati. Traversa sceglie di far deragliare la dinamica di fruizione normalmente deputata a un dispositivo cinematografico, che consiste nell’incorporea percezione di movimento generata da una successione ad una certa frequenza di immagini statiche, i fotogrammi. In effetti le pellicole cinematografiche sono oggetti longilinei, ma non vengono fruite tanto per scorrimento quanto per avanzamento intermittente. L’acqua invece si è mossa attraverso le spire dei film in modo completamente diverso e anarchico, attraversando i limiti geografici di ciascun fotogramma e spostando, cioè portando con sè, porzioni di materia e di immagini, fino a inglobare in alcuni casi nuovi elementi organici. La marea va creando dei paesaggi nuovi, che qua e là riportano alla mente le velme e le barene da cui le acque lagunari provengono. Il passaggio della marea si impone così anche come un possibile segno visivo identitario per la memoria veneziana e lagunare stessa, lasciando la propria traccia e registrando un Film acquoso.

Il titolo del progetto prende a prestito questa espressione dal mondo della biologia: il cosiddetto ‘film acquoso’ è una sottile membrana d’acqua che ammanta le superfici. Allo stesso modo fa l’alta marea con i film del fondo Gianese. Nicoletta Traversa propone quindi, distendendo anzichè proiettando le immagini, di porsi di fronte a sei strip di film, ciascuna delle quali contiene 16 fotogrammi consecutivi, che tradizionalmente nei film in formato 8mm produrrebbero la fruizione di un secondo di proiezione.

La spira viene qui srotolata e consente al fruitore di esplorarla, di muoversi longitudinalmente, scorrendo liberamente, in avanti e all’indietro, ripercorrendo la marea, facendo esperienza del movimento del liquido e della matericità del film stesso. La temporalità di fruizione del film diviene libera, non è più ingabbiata dalla griglia e successione dei fotogrammi. Le immagini impresse dalla luce non esistono più, le nuove immagini sono idrografiche: disegnate dalle acque.

Film acquoso

Nicoletta Traversa

Composizione digitale di 96 fotogrammi di film in formato 8mm provenienti dall’archivio RI-PRESE, divisi in 6 serie. 

Le strip di film contengono 16 fotogrammi consecutivi. È possibile fruirli a piacere, attraverso una visione d’insieme, oppure ingrandendo sezioni specifiche e percorrendole per seguire una personale esplorazione.

                         

English abstract

Nicoletta Traversa’s project Film Acquoso explores the impact of flooding on a collection of 8mm family film reels, dating from the 1950s to 1970s, preserved by RI-PRESE, the Venetian home movies archive. These reels, damaged by Venice's exceptional tide peaks or acqua alta, were transformed into abstract visual compositions where water altered the physical structure of the films. Traversa reimagines the cinematic experience by displaying six strips of 16 consecutive frames each, inviting viewers to interact with them as linear artifacts. As the introductory text by Giuseppe Ferrari explains, by reversing the temporal rigidity of film projection, Film Acquoso emphasizes the role of water as an agent of change, creating new, "hydrographic" visuals that intertwine personal memory with Venetian identity.

keywords | Home movies; Venice; High tide; Memory; Media Archeology; Filmbase.
 

Per citare questo articolo / To cite this article: G. Ferrari, N. Traversa, Film acquoso. Immagini ri-disegnate dall’alta marea, “La Rivista di Engramma” n. 220, gennaio 2025.