Il Centro di Documentazione di Nemi
Un luogo, e un sito, per la ricerca sulle Navi, il Lago, il Museo
a cura di Monica Centanni (Università Iuav di Venezia), Daniela De Angelis (direttrice del Museo delle Navi romane), Elisabetta Pallottino (Università Roma Tre)
English abstract
Stato di fatto
Nonostante la sua apparente marginalità topografica, il sito di Nemi rappresenta un contesto di straordinaria rilevanza non solo per la sua millenaria storia insediativa (comune a moltissimi altri siti minori sparsi sul territorio nazionale), ma soprattutto per il potenziale conoscitivo in una prospettiva pluridisciplinare. Il contesto nemorense richiama infatti attorno a sé competenze che spaziano dal paesaggio alla storia, dalla letteratura antica a quella recente, dall’archeologia all’architettura, dalla museografia alla composizione architettonica, dalla scienza alla fotografia, alle arti cinematografiche e oltre.
Nemi offre pertanto l’opportunità di approcci e metodi di indagine molteplici, i quali, se singolarmente possono dare specifiche risposte settoriali, considerati nella loro unitarietà possono presentare elementi innovativi per affrontare la complessa eredità storica del patrimonio culturale nemorense, e più in generale italiano.
In effetti, allo stato attuale le ricerche fin qui condotte appaiono frammentate e puntuali, in alcuni casi non aggiornate da diversi decenni. Ad esempio, se si considera il caso del Museo delle Navi romane, esso non ha ancora trovato una propria precisa definizione. Infatti, rispetto al progetto iniziale che prevedeva l’alloggiamento delle navi imperiali, dopo l’incendio del 1944 e la riapertura del 1953 (con un allestimento che non è stato a oggi analizzato e studiato come merita), il Museo, nelle alterne vicende di chiusure e riaperture, fino all’ultima apertura al pubblico che data al 1988, non ha ancora trovato un assetto chiaramente riconoscibile dei suoi spazi. Gli interventi eseguiti nel Dopoguerra sono sempre stati messi in atto per porre riparo a situazioni di emergenza, senza la visione di un progetto completo e unitario. Inoltre, nel tempo, parti del Museo sono diventate inaccessibili, con una progressiva perdita del concetto architettonico originale e dell’attrattività delle esposizioni. Le grandi dimensioni degli ambienti hanno favorito la collocazione di oggetti provenienti da altri contesti archeologici limitrofi, creando problemi di definizione dei temi espositivi, nonché di comprensione del rapporto di quegli oggetti con le navi imperiali andate in fumo il 31 maggio del 1944.
Il disegno di un nuovo progetto di allestimento si dovrà far carico di restituire la cifra della originaria – e innovativa – spazialità inventata da Vittorio Morpurgo come gigantesca ‘teca’ gemellare per le due navi recuperate dalle acque del lago, ma anche della relazione con il paesaggio culturale circostante e, insieme, dovrà restituire la memoria delle complesse e travagliate vicende della storia del Museo, dall’inaugurazione nel 1940, al disastroso incendio del 1944, fino ai nostri giorni.
Anche il rapporto tra il Museo e il paesaggio circostante, che era stato uno degli elementi presi in considerazione dal progetto di Morpurgo e che è oggi quasi completamente perduto, richiede un rinnovato impegno istituzionale e programmatico, in grado di ripristinare le relazioni visive, topografiche, semantiche e simboliche tra il Museo e i principali contesti sorti attorno al lago in epoca antica: il santuario di Diana nemorense e le direttrici viarie ad esso connesse, il ninfeo di Caligola e la villa imperiale, nonché l’estuario e le opere infrastrutturali di tipo spondale.
Il Centro di Documentazione e Studio sul territorio di Nemi e il Museo delle Navi romane: ricomporre i frammenti
È nel quadro sopra descritto che è sorta l’istanza di costituire un Centro di Documentazione e Studio sul territorio di Nemi e il Museo delle Navi romane, che sia luogo e sito per la valorizzazione della naturale vocazione interdisciplinare delle ricerche pregresse e di quelle future.
Il Centro si propone di diventare un punto di riferimento per le prossime iniziative di studio sul territorio nemorense e sul Museo, che a loro volta possono costituire un sostegno istruttorio per i programmi museologici e museografici sull’architettura novecentesca di Morpurgo e per l’attività di valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, architettonico, artistico, antropologico e documentale del contesto nemorense. In questo senso gli obiettivi sono:
– svolgere una ricognizione a tutto campo delle fonti archivistiche, bibliografiche e iconografiche sul Museo e sul territorio nemorense;
– favorirne la consultazione da parte degli studiosi e delle istituzioni, ma anche di un pubblico ampio di cittadini e visitatori;
– curare e promuovere la raccolta, la catalogazione e lo studio dei documenti.
A tal fine il Centro intende realizzare un portale open access con funzione di archivio accessibile e deposito ragionato di tutte le fonti, da impiegare come strumento attivo e sempre implementabile.
In primo luogo, il Centro promuove quindi iniziative di ricomposizione dei tanti frammenti delle eredità culturali e patrimoniali del territorio nemorense, intorno alla storia delle navi antiche, del loro tragico destino e della loro musealizzazione. E affida tale compito alla collaborazione tra studiosi di diverse discipline.
In secondo luogo, il Centro vuole anche essere un punto di riferimento per l’attività di disseminazione delle conoscenze sia nel territorio circostante il Museo che in ambito regionale, nazionale e internazionale. I progetti di disseminazione prevedono l’organizzazione di iniziative culturali – quali mostre, incontri, attività seminariali e didattiche – e la promozione di pubblicazioni scientifiche e divulgative.
La sede del Centro di documentazione è il Museo delle Navi romane di Nemi (oggetto e destinatario delle previste attività di ricerca), in ragione del suo ruolo di coordinamento dell’iniziativa.
I promotori del Centro, insieme con la Direzione Regionale Musei Lazio – Museo delle Navi romane, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, sono: il Centro studi classicA dell’Università Iuav di Venezia, il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, il CNR ISMAR di Venezia, e la Fondazione Museo Nazionale Scienza e Tecnologia ‘Leonardo da Vinci’ di Milano*.
*Nello spirito di una proficua cooperazione tra Il Ministero della Cultura, il Ministero dell’Università e della Ricerca e gli altri soggetti pubblici e privati (protocollo d’intesa MiBACT-MUR, 17 dicembre 2020, art.3, “per il potenziamento e l’integrazione della ricerca” e per il coordinamento di iniziative comuni “sui temi della ricerca, dell’innovazione e della formazione per il patrimonio culturale e il turismo”), nella convenzione in fieri per la costituzione del Centro di Documentazione si legge che “ogni promotore è impegnato nella ricognizione e nello studio delle fonti e contribuisce secondo la sua specifica missione istituzionale alle attività interdisciplinari del Centro.
Al Museo delle Navi Romane di Nemi (DRM Lazio), in attuazione della sua missione, compete in particolare la conservazione, l'ordinamento, l'esposizione, lo studio, la conoscenza e la fruizione pubblica del Museo, della sua storia e delle sue collezioni, favorendo la partecipazione attiva degli utenti e garantendo effettive esperienze di conoscenza e di pubblico godimento. All’Università Iuav compete in particolare la responsabilità delle indagini storiche, architettoniche e archeologiche (sotto il controllo della SABAP RM-MET); all’Università Roma Tre quella della ricerca sull’architettura e sul paesaggio; al CNR Ismar spettano la raccolta e l’analisi di dati anche mediante interventi di prospezioni geofisiche; al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ‘Leonardo da Vinci’ di Milano compete lo studio della documentazione e dei materiali prodotti e raccolti dal fondatore Guido Ucelli di Nemi e delle testimonianze della sua attività nel campo dell’industria, delle scienze e dell’archeologia”.
English abstract
At present, the research about the “Museo delle Navi romane” (Museum of Roman Ships) at Nemi appears fragmented, and in some cases has not been updated for several decades. In this frame, the request arose to establish a "Centro di Documentazione e studi su Nemi" (Documentation and Study Centre) on the Nemi territory and the Museum, which would be a phisical place and a website for the enhancement of the natural interdisciplinary vocation of past and future studies. The Documentation Centre, which is in the process of being established, is promoted by the Direction of the Museum of Roman Ships coordinated with the Museum's General Management and the Superintendence for Archaeology, Fine Arts and Landscape for the metropolitan area of Rome and the province of Rieti; by "centro studi ClassicA" of the Università Iuav di Venezia; the Department of Architecture of the Roma Tre University; the CNR Ismar of Venezia; and the 'Leonardo da Vinci' National Museum of Science and Technology Foundation in Milano. The Centre aims to create an open access portal with the function of an accessible archive and a reasoned repository of all sources, to be used as an active and always implementable tool for scholars and all citizens. It intends to be a point of reference for forthcoming study initiatives on the Nemorense territory and the Museum, and for the enhancement of the historical, archaeological, architectural, artistic, anthropological and documentary heritage of the Nemorense context.
keywords | “Museo delle Navi romane” (Museum of Roman Ships) at Nemi; Documentation and Study Centre; Università Iuav di Venezia; Roma TRe University; CNR-Ismar; 'Leonardo da Vinci' National Museum of Science and Technology Foundation in Milano.
questo numero di Engramma è a invito: la revisione dei saggi è stata affidata al comitato editoriale e al comitato scientifico della rivista
Per citare questo articolo/ To cite this article: M.Centanni, D.De Angelis, E.Pallottino, Il Centro di Documentazione di Nemi. Un luogo, e un sito, per la ricerca sulle Navi, il Lago, il Museo, ”La rivista di Engramma” n.203, giugno 2023, pp. 15-18 | PDF