"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

209 | febbraio 2024

97888948401

Asterischi, passaggi, stupore delle soglie

Sulle epigrafi di Franco Rella

Giorgiomaria Cornelio

English abstract

Alberto Burri, Combustione plastica, 1968

Quando Gérard Genette parlava di soglie e “dintorni del testo”, ci esortava a dubitare di ogni idea di libro come “pura” nudità. Si trattava per lui di cogliere la veste impura di ogni opera, ciò che contornando e spalancando agisce sul testo, lo costituisce a sua volta come materia fatta da numerose influenze. La soglia non confina ma, direbbe Benjamin, deve essere nettamente distinta dal confine: “in essa sono compresi mutamento, passaggio, maree…” (citato in Rella 1989).

Questa epigrafe è stata scelta da Franco Rella per introdurre una sezione del suo libro Asterischi, intitolata programmaticamente La soglia dello stupore. Parlare di un libro di Rella equivale a parlare di una materia stupefatta dai suoi molteplici rimandi, dal rigore dei suoi montaggi o schianti improvvisi e, soprattutto, dai suoi pollini interni: questa specie di agitazione, ora lieve ora violenta, dei saperi fatti volteggiare nel testo per offrire un altro accesso al testo – un’altra soglia, un sentiero laterale. Come in Melville: “Per quanto uno possa essere determinato a tenersi sulla strada maestra, ci sono sentieri laterali che hanno un’attrattiva irresistibile” (citato in Rella 1989). Deviazioni che conducono in spazi di tensione, di perturbazione, di metamorfosi, in cui l’immagine ‘sicura’ del libro viene disattesa in corso d’opera. Sempre in Asterischi, Rella cita Novalis per introdurre un’altra sezione: “L’arte di scrivere libri non è ancora stata inventata […]. Frammenti di questa specie sono vivai letterari. Certo, vi potrebbe essere qualche granello sterile: purché ne germoglino alcuni!” (citato in Rella 1989). Il libro come vivaio, come groviglio (le piante avviticchiate di cui scriveva Kierkegaard sono un motivo ricorrente in almeno due libri di Rella), come élevage de poussière. Non per questo parliamo però di un sapere polveroso; piuttosto di una polvere (o, appunto, di un polline) di conoscenze provenienti da ogni dove, presi in cura nella responsabilità dello scrittore. Disseminando la sua unica grande opera in una moltitudine di volumi, articoli, interviste e curatele, Rella ha deciso di non esiliare il libro in una forma chiusa, ma di fare dell’esilio dalla forma chiusa la più rigorosa testimonianza di scrittura. (Dall’esilio è del resto il titolo di una delle sue opere maggiormente significative).

“Quella che tu chiami Verità” diceva Edmond Jabès “è verità a brandelli” (Edmond Jabès, Les deux livres suivi de Aigle et chouette, Saint-Clément-de-Rivière, 1995); non potrebbe essere questa un’altra epigrafe a un libro di Rella? Libro – o libri – delle interrogazioni. Mai pacificate, mai semplicemente risolte. Al rischio dell’incompletezza. In questo Rella sapeva, come Bataille e Kafka prima di lui, che la violenza della poesia e dell’arte (del pensiero che li agisce) ha sempre a che fare con un attraversamento di ciò che è incerto. Un’arte del passaggio che onora l’importanza delle soglie, sciogliendo il serrame disciplinare e le sue pretese di esaustività. Forse per questo uno dei libri che più ho amato, Ai confini del corpo, si apre con Freud: “l’unica interpretazione sicura è l’incompletezza” (citato in Rella 2000). Rella ci insegna, qui come altrove, che saldo è solo quel sapere che non si dà certo ancoraggio; non per una forma di resa, o di bricolage postmoderno, ma perché l’incompletezza è la forma con cui la conoscenza si rinnova, trasformando la sua impurità in carica energetica, i suoi “itinerari dell’errore” in “mappe del futuro” (per usare un’espressione di Carlo Sini, altro inesausto maestro-viandante tra i concetti, autore de Il foglio-mondo). In fondo a ogni limite c’è ancora l’eccesso del limite; in fondo a ogni figura, un’altra figura possibile, un altro modo di rimuginare questa perenne traslazione. Epigrafi, interstizi, immagini convocate sul limen con le quali pensare, perché, come ricorda Rella citando Aristotele, anche quando si pensa speculativamente è necessario avere qualche immagine con cui pensare.

Continuare a leggere Franco Rella significa continuare ad abitare lo stupore delle soglie, senza per questi potersi trattenere troppo a lungo: c’è ancora da andare, da proseguire – verso l’estremo. 

Atlante delle epigrafi

Raccolgo qui una selezione di dieci tra le numerosissime epigrafi impiegate da Franco Rella. Questo ‘atlante’ cerca di restituire un ritratto parziale della sua vitalità intellettuale, e di misurarsi con l'ampiezza degli accostamenti attivati nel corso della sua opera. L'abisso, l'enigma, lo sguardo ‘micrologico’, la necessità della ferità e dell'eccesso sono soltanto alcuni dei temi (o meglio: delle ‘figure’) che riappaiono con più costanza in tutti i libri, come se a ripetersi potesse essere solo ciò che più è irrequieto, solo ciò che si pensa costantemente oltre, senza possibilità di esaurimento. C'è sempre una nota in calce, oppure un asterico. Riprendendo Imre Kertész: “nessuno di questi lavori esaurisce il proprio soggetto, ma riesce al massimo ad approssimarsi ad esso” (citato in Rella 2017).

L’abisso non ci divide l’abisso ci circonda. 
Wisława Szymborska, citata in Rella 1989.

La sola interpretazione sicura è dunque l’incompletezza. 
Sigmund Freud, citato in Rella 2000.

Cosa significa la verità, al di fuori della rappresentazione dell’eccesso,
se dunque non vediamo
ciò che eccede la nostra capacità di vedere,
che è intollerabile vedere? […] Se non pensiamo ciò
che eccede la possibilità di pensare? 
Georges Bataille, citato in Rella 2017.

Lo sguardo micrologico spezza la scorza di ciò che è
irrimediabilmente individuato in base al concetto
superiore che lo assume in sé e fa saltare la sua
identità, l’inganno che esso sia soltanto un
esemplare. Questo pensiero è solidale con la
metafisica nell’attimo della sua caduta. 
Theodor Wiesengrund Adorno, citato in Rella 2007.

La filosofia, quale io ho finora concepito e vissuto,
è l’investigazione volontaria anche dei lati maledetti
e scellerati dell’esistenza. Dalla lunga esperienza
che ho ricavato da un tale pellegrinare
per ghiacci e per deserti, ho imparato
a vedere diversamente tutti quanti hanno filosofato
fino ad oggi; la storia segreta della filosofia […]
si è disvelata ai miei occhi.
‘Quanta verità sopporta, quanta verità osa uno spirito?’ 
Friedrich Nietzsche, citato in Rella 2007.

La vita in astratto è già un enigma;
la realtà la rende un enigma dentro un enigma.
Vincent Van Gogh, citato in Rella 2017.

Non c’è altra origine per la bellezza che la ferita,
individuale, irripetibile, che ogni uomo
custodisce in sé e difende […] 
Jean Genet, citato in Rella 2017

L’abisso insondabile della faccia,
dell’inaccessibile piano di superficie attraverso cui
si mostra il corpo dell’abisso, l’abisso del corpo, l’abisso corpo. 
Antonin Artaud, citato in Rella 2017.

Credo che dobbiamo dirlo e ricordarlo per un
istante: l’uomo è indistruttibile, e ciò significa
che non c’è limite alla distruzione dell’uomo.
Maurice Blanchot, citato in Rella 2007.

Vita e morte le pronuncio con una nota in calce, con un asterisco…
Marina Cvetaeva, citata in Rella 2017.

Scritti di Franco Rella citati nel contributo
  • Rella 1989
    F. Rella, Asterischi, Milano 1989.
  • Rella 1998
    F. Rella, Negli occhi di Vincent. L’io nello specchio del mondo, Milano 1998.
  • Rella [1999] 2004
    F. Rella, Pensare per figure, Bologna 1999; nuova edizione ampliata: Pensare per figure. Freud, Platone, Kafka, il postumano, Roma 2004.
  • Rella [2000] 2012
    F. Rella, Ai confini del corpo, Milano 2000; nuova edizione Milano 2012.
  • Rella 2004
    F. Rella, Dall’esilio. La creazione artistica come testimonianza, Milano 2004.
  • Rella 2007
    F. Rella, Micrologie. Territori di confine, Roma 2007.
  • Rella 2017
    F. Rella, ll segreto di Manet, Milano 2017.
English abstract

By reflecting on asterisks, passages, and thresholds, the present contribution explores Franco Rella’s choice and use of epigraphs and throws light on his thoughts on the incompleteness of knowledge and learning.

keywords | Franco Rella; Epigraphs; Threshold; Knowledge and learning.

questo numero di Engramma è a invito: la revisione dei saggi è stata affidata al comitato editoriale e al comitato scientifico della rivista

Per citare questo articolo / To cite this article: G. Cornelio, Asterischi, passaggi, stupore delle soglie. Sulle epigrafi di Franco Rella, “La Rivista di Engramma” n. 209, febbraio 2024, pp. 33-36  | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2024.209.0004