“Via mare”. Riflessioni sul Patrimonio culturale nella Pianificazione dello Spazio Marittimo (CH in MSP)
Francesco Musco, Fabio Carella, Folco Soffietti con Maddalena Bassani, Maria Bergamo
English abstract
Una giornata di studi tra storia e progetto verso le blue Humanities
Maddalena Bassani, Maria Bergamo
Il patrimonio culturale può essere un elemento chiave del Piano di Gestione dello Spazio Marittimo del Mediterraneo, evidenziando il profondo e antico legame tra economia, sviluppo, cultura e territorio nel corso dei secoli. l’enorme numero di tesori del passato attestati lungo la costa mediterranea non è solo una testimonianza delle tracce degli insediamenti dall’Antichità fino ai giorni nostri, ma può anche rappresentare un’opportunità in termini di conoscenza, scambio, identità sociale, memoria locale, nonché ricchezza, turismo e sviluppo sostenibile.
Focus della giornata di studi “Via mare. Rotte, paesaggi, immaginari” svoltasi il 27 maggio 2024 all’Università Iuav di Venezia, è stata la definizione del patrimonio culturale marittimo in una prospettiva interdisciplinare, diacronica e multi scalare, per comprendere la continua ridefinizione della geografia e degli spazi attraverso i viaggi e i collegamenti via mare; l’individuazione di polarità ed esigenze diverse rispetto alla dimensione terrestre; lo sviluppo della coscienza collettiva culturale nel legame con il mare. Tutto ciò, rivolto alla definizione di concetti teorici e metodologici utili alla pianificazione marittima e all’innovazione economica green and blue. A una prima parte della giornata di studi dedicata ad interventi sulle Navigazioni adriatiche e mediterranee fra età antica e medievale, è seguita una sezione espositiva di progettualità: Per una definizione contemporanea del patrimonio culturale marittimo, in un collage inedito e fecondo ci si è voluti inserire nel dibattito internazionale legato alla implementazione del Patrimonio culturale marittimo all’interno del sistema di Pianificazione spaziale marittima.
La complessità del sistema richiede infatti “l’elaborazione di una cultura marittima alternativa”, che rifugga dalla facile retorica e sia davvero utile per il presente e il futuro. Gli strumenti necessari per un progetto così ambizioso non possono essere confinati in settori disciplinari, ma richiedono una metodologia interdisciplinare che sappia coniugare l’analisi scientifica con la pianificazione tecnica, le norme giuridiche, nonché uno sguardo umanistico, storico, filosofico e artistico.
Attualmente esiste un forte trend detto delle blue Humanities, che coinvolge studiosi di sociologia, letteratura, filosofia, e altre discipline, in vivaci dibattiti che portano a riconsiderare termini, concetti e vocaboli fornendo nuove prospettive all’idea di un “pianeta blu” e del rapporto uomo-mare. Il messaggio chiave di questa ricerca è che il mare non è un vuoto materiale o metaforico, ma vive di esperienze umane incarnate, di azioni più che umane, oltre ad essere uno spazio in sé e per sé che ha carattere materiale, forma e significato. Il patrimonio culturale non è statico, ma in continua evoluzione, è dinamico e vitale nel presente. Il Mediterraneo è una sfida proprio in questo senso. La pianificazione stessa - per definizione - è gestione di un sistema complesso, che comprende fattori eterogenei che agiscono su piani diversi, fisici, concettuali, temporali. Il patrimonio culturale non può essere integrato in un Piano se il Piano stesso non è un’azione profondamente radicata nella storia e nella cultura del territorio. È una prospettiva che parte da lontano, è il concetto di humanae scientiae, che non poneva distinzione tra scienza, filosofia, arte, geometria o storia: la cultura è humanitas, sia che si occupi di terra o di cielo, di scienza o di spirito. Questa idea radicale ma fondamentale sta lentamente riemergendo nel pensiero contemporaneo, che vede nella dimensione olistica e interconnessa la via più efficace per un progresso sostenibile e fruttuoso.
Per una definizione contemporanea del Patrimonio Culturale Marittimo
Francesco Musco, Fabio Carella, Folco Soffietti
l’interconnessione tra paesaggio, patrimonio culturale e pianificazione spaziale marittima (PSM) rappresenta un tema centrale nello sviluppo di approcci integrati per la gestione territoriale. Secondo la Direttiva 2014/89/UE, una pianificazione spaziale marittima (PSM) sostenibile deve considerare le interazioni terra-mare (LSI), includendo la fragilità degli ecosistemi costieri, l’erosione e i fattori socio-economici. Questo approccio olistico mira a integrare gli usi costieri e i loro impatti, promuovendo una visione strategica e un dialogo che abbracci sia la dimensione terrestre che quella marina. La dimensione spaziale delle LSI è complessa, coinvolgendo sia i processi naturali lungo l’interfaccia terra-mare sia le attività socio-economiche delle zone costiere.
I processi di pianificazione influenzano i paesaggi da prospettive differenti: le regolamentazioni che si estendono dalla terra al mare (v. European MSP Platform) contribuiscono a definire i paesaggi costieri; la pianificazione spaziale marittima modella nuovi paesaggi marini o ridefinisce quelli esistenti, assegnando priorità ai vari usi, inclusi gli spazi subacquei sottoutilizzati; infine, le normative costiere supportano la conservazione e valorizzazione dei siti storici o l’adattamento dei nuovi habitat umani alle esigenze culturali e ambientali in evoluzione.
Inoltre, la PSM fornisce un quadro per la regolamentazione degli spazi subacquei, con particolare attenzione alla protezione e alla valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo (UCH) e del fondale marino. La collaborazione intersettoriale è essenziale per la PSM, guidata dal contributo scientifico e dalle iniziative europee, molte delle quali hanno visto un ruolo per i partners italiani, inclusa l’Università Iuav di Venezia. Progetti come ADRIPLAN, SUPREME e SIMWESTMED hanno gettato le basi per il processo di PSM nel Mediterraneo, mentre iniziative recenti come MSP-GREEN, REGINA-MSP e REMAP esplorano il potenziale della PSM nel contribuire al Green Deal europeo (EGD), migliorare il coordinamento della governance e colmare alcune lacune nella produzione egestione dati. Questi sforzi evidenziano l’importanza di integrare gli aspetti culturali, in particolare il paesaggio e il patrimonio culturale subacqueo, nel contesto della transizione ecologica e della governance in evoluzione della pianificazione spaziale marittima.
Il tema del “Paesaggio e Patrimonio Culturale” è stato definito come un principio trasversale e sovraordinato per tutti gli obiettivi dei piani di pianificazione spaziale marittima, in linea con le direttive europee. Grazie agli studi di Papageorgiou (2018) e alle recenti revisioni (Barianaki et al., 2024), sappiamo che ci confrontiamo con un patrimonio non solo tangibile ma anche intangibile e storicamente orientato alla geografia economica e politica, alle pratiche e consuetudini, conoscenze e interessi delle civiltà che si sono succedute nel tempo sul mare. Ci si muove, dunque, verso una ricerca interdisciplinare che integri più ampiamente il patrimonio culturale marittimo nei piani di MSP, supportandone obiettivi e strategie come l’economia blu, lo sviluppo sostenibile, la protezione e valorizzazione degli ecosistemi. Basandosi sui progressi significativi proposti da Koutsi e Stratigea (2022) e da Lees et al. (2023), emerge la necessità di allineare non solo la PSM e la gestione dell’UCH, ma anche la sostenibilità (come il Green Deal europeo). Nel contesto del Mediterraneo, questa sfida offre una visione ampia, trasversale e multifocale che supera i confini spaziali, temporali, disciplinari e normativi. Il patrimonio culturale marittimo, dunque, incarna la stessa essenza vitale del mare nel suo significato ontologico.
Il ruolo di un’università: missioni e interdisciplinarità
L’università Iuav di Venezia ambisce ad agire in maniera coordinata nella terza missione (Negretto et al. 2021) e nell’ambito della pianificazione dello spazio marittimo, in cui questa cross-fertilizzazione è estremamente evidente. Nel contesto educativo, l’Università Iuav, ha lanciato e coordinato nel 2012 il primo Erasmus Mundus interamente dedicato alla PSM. Esperienza capitalizzata nei corsi intensivi e MOOC progettati e proposti dal progetto Marine Ecomed (Fabbri et al. 2021), e infine nel corso di introduzione alla disciplina disponibile dal 2022. Corsi che considerano sempre il patrimonio culturale e il paesaggio come un elemento trasversale ai vari settori marittimi da tutelare e valorizzare.
Lo Iuav, garantendo collaborazioni e contaminazioni interne tra discipline permette alle unità di architettura, pianificazione, archeologia, diritto e design di lavorare in modo congiunto proponendo momenti didattico-accademici quali la giornata di studi “Via mare: rotte, paesaggi, immaginari”, promossa dal progetto MSP-GREEN. Una giornata che ha visto alternarsi pianificatori, architetti, archeologi, designers, artisti, storici e gestori di musei marini o marittimi. La numerosa partecipazione studentesca testimonia che collegare il passato per aiutare la comprensione del presente e la pianificazione del futuro è esercizio utile e apprezzato.
Esercizio che non rimane confinato ai muri accademici. Lo Iuav, partecipando al polo scientifico, di concerto con CNR-Ismar e Corila, ha supportato il Ministero delle Insfrastrutture e dei Trasporti nella stesura dei Piani di Gestione dello Spazio Marittimo italiano, uno per ciascuna area marittima (Tirreno, Adriatico e Ionio). Come riportato da Ramieri et al. (2024), l’approccio multiscalare dei Piani ha permesso di sviluppare un processo di co-pianificazione con le regioni marittime, con il Ministero della Cultura e con le Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio, in particolare con la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo. Nell’ambito della terza missione questo sforzo di coordinamento tra attori governativi ha reso possibile la definizione di una visione comune per ognuna delle tre aree marittime, nonché di obiettivi specifici per gli usi paesaggistici e culturali.
I Piani di Gestione dello Spazio Marittimo (PGSM) italiani affrontano il patrimonio culturale, inclusi il paesaggio e il patrimonio archeologico subacqueo, definendolo come un “principio trasversale”, con l’obiettivo di promuoverne e supportarne la conservazione e valorizzazione in linea con le convenzioni UNESCO e Valletta.
Per raggiungere gli obiettivi posti, le autorità regionali hanno identificato delle unità di pianificazione, ovvero geometrie a mare, in cui il patrimonio paesaggistico e culturale è stato riconosciuto prioritario rispetto ad altre attività. I criteri di assegnazioni per queste unità di pianificazione sono: la presenza di aree vincolate dal punto di vista storico e architettonico, aree paesaggistiche protette e la rilevanza di elementi archeologici subacquei. L’alta distribuzione dei beni nell’interfaccia terra-mare ha costituito la definizione di unità di pianificazione di larghezza di 1 miglio nautico a mare, lungo le coste regionali. All’interno di queste nuove geometrie spaziali il paesaggio e patrimonio è stato spesso priorizzato insieme al turismo costiero-marittimo, principale attività antropica che genera impatti negativi sul patrimonio. Evidenziare tale conflittualità attraverso una duplice priorità permette ai PGMS attraverso le misure di gestione nazionale e la loro successiva implementazione di attenuarne gli effetti, favorendo una migliore gestione sostenibile dei beni nonchè una riduzione della pressione turistica.
Un ulteriore esempio di conflittualità e relativa soluzione è l’interazione tra patrimonio sommerso e l’attività di pesca a strascico. Le reti da pesca infatti, trascinate sul fondale, causano danni diretti ai relitti, anfore o resti di insediamenti, alterando il contesto archeologico in cui si trovano, e compromettendo la possibilità di studiarli nel loro ambiente originario. La misura dei PGSM promuove uno studio mirato sull’identificazione di questi relitti e la creazionedi aree alert in cui regolamentarne l’attività, favorendo l’utilizzo di strumenti tecnologici in grado di prevenirne l’impatto e monitorarne l’accesso. Allo stesso tempo mira a dare maggiore visibilità al ruolo del mondo della pesca e alle comunità a esso legate, veri custodi del quotidiano dei mari.
A livello regionale, sono state sviluppate misure specifiche, tra cui linee guida per la progettazione di interventi volti alla valorizzazione del patrimonio costiero e marittimo, nonché strategie dedicate alla valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo. Questi interventi mirano a coniugare la protezione del patrimonio con lo sviluppo sostenibile e la pianificazione integrata del mare.
Questo proficuo lavoro ha permesso, nel 2022, di avviare un dibattito sui temi d’avanguardia nell’integrazione tra PSM e patrimonio culturale marittimo, proponendo un approccio di ricerca applicata all’interno del progetto MSP-MED.
Patrimonio culturale e PSM: prospettive mediterranee
Nel contesto progettuale Iuav e Corila si sono fatti promotori di una conferenza pan-est-mediterranea presso la Scuola Archeologica Italiana ad Atene. L’evento ha approfondito temi centrali legati alla pianificazione spaziale marittima, al paesaggio e al patrimonio culturale, mettendo in evidenza un approccio multidisciplinare e internazionale. Il dibattito ha incluso una riflessione sul ruolo del paesaggio marittimo, grazie al contributo del Segretariato Generale della Pianificazione Spaziale e dell’Ambiente Urbano del Ministero Ellenico dell’Ambiente e dell’Energia, e sull’avanzamento della PSM nell’area mediterranea, sia nei Paesi membri dell’UE che in quelli non appartenenti all’Unione, con la partecipazione dell’IOC-UNESCO e del Centro di Attività Regionale per il Programma di Azione Prioritaria (PAP-RAC).
Come riportato da Cervera-Núñez (Cervera-Núñez et al. 2022), in quell’occasione si è discusso della gestione integrata delle zone costiere (GIZC) e dell’importanza di unire paesaggio e patrimonio culturale nei processi di pianificazione spaziale, con interventi dell’Università Iuav di Venezia, dell’Università di Tessaglia e del Ministero italiano della Cultura. Particolare rilievo è stato dato alla diversità paesaggistica, alle esperienze di protezione e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo e ai suoi utilizzi sostenibili, con contributi provenienti da Grecia, Italia, Croazia, Slovenia, Libano e Cipro. Infine, si è discusso delle opportunità legate alla multifunzionalità degli spazi marini e costieri, sottolineando il potenziale del patrimonio culturale marino, anche in relazione al quadro normativo e alle strategie di accessibilità e fruizione.
Il contributo del Segretario Esecutivo della Convenzione Europea del Paesaggio, ha evidenziato il ruolo centrale del paesaggio come concetto moderno e integrato, che abbraccia le quattro dimensioni fondamentali dello sviluppo sostenibile: naturale, culturale, sociale ed economica. Il paesaggio, inteso come luogo unico e punto d’incontro per le popolazioni, rappresenta un fattore cruciale per il benessere fisico, mentale e spirituale degli individui e delle società. E come fonte di ispirazione che guida percorsi individuali e collettivi attraverso tempo, spazio e immaginazione. Da notare inoltre che il preambolo della Convenzione, dove viene ribadito l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile fondato su una relazione equilibrata e armoniosa tra bisogni sociali, attività economiche e tutela ambientale, indicando il paesaggio come elemento chiave per l’integrazione e l’equilibrio tra questi ambiti, rispecchia gli obiettivi della direttiva PSM.
L’intervento Iuav-Corila in quell’occasione ha sottolineato come l’evoluzione delle attività umane avesse trasformato significativamente il rapporto tra uomo e mare, dando origine a nuovi paesaggi marini. l’emergere di usi innovativi – come il traffico di grandi navi passeggeri, le numerose imbarcazioni da diporto, le strutture artificiali per l’energia (dalle estrazioni fossili agli impianti eolici), i parchi subacquei e gli allevamenti di acquacoltura – sta ridefinendo le percezioni umane e, di conseguenza, i paesaggi stessi.
È stata proposta quindi una riflessione multidimensionale sulle percezioni che si sviluppavano: dalla terra verso il mare, dal mare verso la terra, tra mare e mare, e persino sott'acqua. l’intervento ha sollevato interrogativi fondamentali su come definire il concetto di “paesaggio” in un contesto marino, che differisce dal “territorio” tradizionale e in cui mancano riferimenti come i centri urbani. È stata discussa la possibilità di ripensare il valore del patrimonio culturale e del paesaggio in relazione ai nuovi usi “blu”, esplorando come il paesaggio e queste nuove attività possano co-evolvere per promuovere uno sviluppo sostenibile a lungo termine. La sfida era, ed è, integrare queste trasformazioni nel quadro della pianificazione spaziale e della gestione sostenibile del mare, valorizzando l’interazione tra innovazione e cultura.
Quest’evento di ampio respiro, ha generato successivamente l’organizzazione di due eventi bilaterali, uno tra Italia e Grecia e uno tra Malta e Italia.
L’incontro tra Italia e Grecia, ha coinvolto rappresentanti di rilievo di entrambi i Paesi, tra cui il Ministero della Cultura italiano, il Ministero ellenico della Cultura e dello Sport, e il Ministero ellenico dell’Ambiente e dell’Energia. L’incontro ha rappresentato un’importante occasione per approfondire questioni di comune interesse e identificare opportunità di collaborazione nella pianificazione spaziale marittima nell’area transfrontaliera del Mediterraneo. I partecipanti, tra cui esperti del CORILA, dell’Università Iuav di Venezia e dell’Università di Tessaglia, hanno esaminato il ruolo cruciale del paesaggio e del patrimonio culturale, sottolineandone la valenza tangibile e intangibile come componenti essenziali dell’identità sociale e del legame tra terra e mare. Lo Statement congiunto che ne è risultato ha delineato punti salienti per sviluppare un approccio mediterraneo alla PSM, valorizzando specificità regionali come interazioni terra-mare, paesaggi costieri e marini, lagune e isole, e affrontando sfide attuali quali il cambiamento climatico e la crescita blu. Tra le principali raccomandazioni emerse figurano il rafforzamento della collaborazione istituzionale e scientifica, l’integrazione del paesaggio e del patrimonio culturale nella MSP attraverso strumenti innovativi, e la promozione della consapevolezza pubblica sull’importanza di proteggere e valorizzare i paesaggi marini e costieri. Particolare attenzione è stata riservata alla possibilità di includere valutazioni culturali e caratterizzazioni paesaggistiche come strumenti di supporto alla PSM, con un invito a rafforzare la cooperazione tra le autorità competenti degli Stati membri e le istituzioni europee, in sinergia con la Convenzione Europea del Paesaggio (Soffietti et al. 2022).
Il focus group Italia-Malta ha riunito invece enti chiave per discutere strategie di protezione e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo (Underwater Cultural Heritage, UCH) nei Piani per la gestione dello spazio marittimo. Presenti CORILA, la Superintendence of Cultural Heritage e Heritage Malta, il Ministero della Cultura italiano, la Sovrintendenza del Mare della Sicilia e l’Università Iuav di Venezia. Il confronto ha evidenziato l’importanza di un approccio mediterraneo specifico all’MSP, basato sull’identità culturale comune della regione. È stato sottolineato il valore dell’UCH come risorsa condivisa e la necessità di integrare questa visione nei piani di gestione del mare, spesso focalizzati su obiettivi economici. Un tema centrale è stato il coinvolgimento di cittadini e comunità costiere, identificando target chiari per rendere i piani più inclusivi rispetto alle identità socio-culturali locali. La collaborazione transfrontaliera è stata riconosciuta come cruciale per la salvaguardia e la valorizzazione dell’UCH, ma ostacolata da normative nazionali che limitano la condivisione dei dati. È stata proposta una strategia comune regionale per l’attrazione di risorse, integrando settori dell’economia blu come turismo e energia rinnovabile. L’educazione e la sensibilizzazione pubblica sono stati indicati come strumenti fondamentali per la protezione dell’UCH, con particolare attenzione alle giovani generazioni. L’adozione di strumenti partecipativi e tecnologici è stata discussa per aumentare la consapevolezza e promuovere un’azione congiunta tra i Paesi mediterranei, rafforzando così la governance e la tutela del patrimonio culturale subacqueo (Soffietti et al., 2022).
Questi risultati hanno permesso di indirizzare la ricerca attuale, costruendo un dialogo tra PSM e patrimonio culturale materiale e immateriale, volto all’identificazione di migliori forme di coinvolgimento e di sostenibilità. Capire come gli enti governativi, supportati dalla ricerca, possano creare una narrazione condivisa con gli attori dell’economia blu, del settore culturale (musei, biblioteche, associazioni) e con i cittadini che vivono il mare e i territori costieri passa dal senso di appartenenza di una comunità. Un senso che possa rinforzare la resilienza ai cambiamenti climatici (Carmen et al. 2022) e alle sfide del futuro. Il ruolo che lo studio e la disseminazione degli impianti storici e tradizionali appare evidente, e con un’applicazione pragmatica nel contesto della PSM. La giornata di studi promossa da Iuav ha allargato il dialogo interdisciplinare e approfondito le molteplici forme che il patrimonio culturale assume, con un focus sull’Adriatico e sul ruolo di prestigio che Venezia ha giocato nel Mediterraneo in termini economici e militari e oggi perpetua, situandosi nella ricerca d’avanguardia.
Bibliografia
Fonti documentarie
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F. Soffietti, H. El Hage, M. Campillos Llanos, C. Cervera Nunez, E. Gutierrez Rodriguez, P. Campostrini, M. Borg, A. Barbanti, F. Carella, M. Bocc, E. Ramieri, F. Musco, S. Mezek, A. Sommier, A. Souf, H. Kokkosis, E. Lalou, E. Lagiou, D. Spyropoulou, D39 Report on selected areas: a) Gulf of Lion; b)Tyrrhenian Sea; c) Northern Ionian Sea; d) Northern Adriatic Sea; e) Ionian Sea and the Central Mediterranean Sea, (EASME/887390/MSPMED/EMFF-MSP-2019). (MSPMED). 2022
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English abstract
University of Iuav fosters interdisciplinary collaboration, enabling architecture, planning, archaeology, law, and design units to work together. This is exemplified through academic events like the “Via mare: rotte, paesaggi, immaginari” study day, organized by the MSP-GREEN project, which brought together planners, architects, archaeologists, designers, artists, historians, and marine museum curators. The high student participation highlights the importance of connecting the past to understand the present and plan for the future. This approach extends beyond academia. In collaboration with CNR-Ismar and Corila, Lo Iuav supported the Ministry of Infrastructure and Transport in drafting Maritime Spatial Planning (MSP) documents for the Tyrrhenian, Adriatic, and Ionian Seas. According to Ramieri et al. (2024), the multiscalar approach of these plans fostered co-planning with regional authorities and the Ministry of Culture, emphasizing the integration of cultural and archaeological heritage. The plans aim to promote the conservation and enhancement of this heritage in line with UNESCO and Valletta conventions.
keywords | MSP-Med; MSP-Green; maritime spatial planning; maritime cultural heritage;
La Redazione di Engramma è grata ai colleghi – amici e studiosi – che, seguendo la procedura peer review a doppio cieco, hanno sottoposto a lettura, revisione e giudizio questo saggio
(v. Albo dei referee di Engramma)
Per citare questo articolo / To cite this paper: F.Musco, F.Carella, F.Soffietti, M. Bassani, M. Bergamo, “Via mare”. “Via mare”. Riflessioni sul Patrimonio culturale nella Pianificazione dello Spazio Marittimo (CH in MSP), “La Rivista di Engramma” n.218, novembre 2024.