Sezione 1
Tradizione bizantina e orientale
L’immagine ufficiale del penultimo imperatore di Costantinopoli prosegue la tradizione iconografica bizantina: il giovane erede al trono è ritratto con le insegne del potere accanto alla famiglia e al padre, con corona e capo nimbato. Dalla fine degli anni Trenta del Quattrocento compare anche in Oriente l’effigie propria dell’Occidente di profilo con lo skiadion, forse una sorta di iconografia ‘di ritorno’, eco della crescente diffusione della medaglia di Pisanello.
Sezione 2
Primo viaggio in occidente: possibili fascinazioni
Tra il 1423 e il 1424 Giovanni, non ancora imperatore (salirà al trono nel 1425 alla morte del padre Manuele II), giunge in Occidente per una visita ufficiale. Da Venezia si reca a Milano, Mantova e Pavia; è questa la prima occasione in cui il corteo imperiale e il profilo del principe diviene oggetto d’interesse per gli artisti. Con ogni probabilità si deve riconoscere proprio con Giovanni VIII uno dei magi dell’Adorazione di gentile da Fabriano, così come nella figura che assiste all’impresa di San Giorgio nell’affresco di Pisanello in Sant’Anastasia a Verona.
Sezione 3
Secondo viaggio in occidente: Benozzo Gozzoli
A seguito del secondo viaggio in Occidente in occasione del Concilio di Ferrara-Firenze del 1438-1439, tra gli artisti che subirono il fascino dell’arrivo del corteo imperiale è Benozzo Gozzoli, che – forse testimone oculare dell’evento – ritrasse Giovanni VIII nell’affresco con la Cavalcata dei Magi per il palazzo Medici Riccardi, dimora fiorentina dei Medici. Il dipinto, realizzato oltre un ventennio dopo la visita imperiale, raffigura l’imperatore con un ricco costume di foggia orientale e una sorta di turbante sul capo; l’inclusione nel corteo – accanto al giovane Lorenzo e a Piero de’ Medici – è segno di autocelebrazione della famiglia che sta consolidando la sua egemonia sulla città. In alcune opere successive, è possibile riconoscere in alcune opere dello stesso artista l’influenza della celebre medaglia di Pisanello nell’immaginario occidentale (vedi sezione 5): è il caso dell’astante che assiste alla Resurrezione di Lazzaro della National Gallery di Washington (probabilmente una delle ultime opere dell’artista, datata 1497) e nella figura di Erode della tavola conservata nello stesso museo, realizzata negli stessi anni della Cavalcata.
Sezione 4
Secondo viaggio in occidente: Pisanello e i disegni preparatori per la medaglia
È Pisanello che riceve l’incarico di ritrarre ufficialmente Giovanni VIII Paleologo in occasione dei lavori conciliari a Ferrara nel 1438. L’artista, che forse aveva già avuto modo di incontrare l’imperatore durante il suo primo viaggio del 1423-1424 a Pavia, dove è ospite di Filippo Maria Visconti, realizza una serie di disegni che ritraggono il sovrano a cavallo e di profilo, con la caratteristica barba a punta, i riccioli e due differenti copricapi: sarà quello con lo skiadion, il copricapo orientale con l’alta tesa, ad essere scelto per la medaglia (vedi sezione 5).
Sezione 5
Pisanello: medaglia e varianti
La medaglia ufficiale realizzata da Pisanello per Giovanni VIII Paleologo fu coniata nel 1438 e riprodotta in più esemplari, che circolarono anche con piccole varianti, presso tutte le corti italiane; alcuni conii successivi risalgono anche a sessant’anni dopo l’orginale. Nel recto è raffigurato il profilo dell’imperatore come l’artista ebbe modo di ritrarlo nel disegno preparatorio del Louvre (>vedi sezione 4); nel verso invece il sovrano è ritratto a cavallo (anche in questo caso ci si può riferire al disegno realizzato in occasione del Concilio e ora al Louvre).
Sezione 6
Secondo viaggio in occidente: ceramica ferrarese e fiorentina
Una prima immediata fortuna del profilo imperiale si ritrova nella ceramica: il volto barbuto, ma soprattutto il cappello con alta tesa (lo skiadion) si riconosce in alcuni piatti e brocche di provenienza fiorentina e ferrarese databili alla metà del XV secolo. Non è possibile qui rintracciare un puntuale riferimento al profilo del sovrano, ma un’allusione a una foggia ormai in voga negli anni del Concilio.
Sezione 7
Da Pisanello: la tradizione ‘romana’. Pinturicchio, Filarete e le derive lombarde
Una prima immediata fortuna del profilo di Giovanni VIII Paleologo derivante dalla medaglia di Pisanello si ascrive al Filarete. Tra il 1439 e il 1445 realizza un busto bronzeo sull’esempio della medaglia (ora ai Musei Vaticani), ma soprattutto è l’artista che ‘racconta’ i momenti salienti del Concilio nei bassorilievi della porta Bronzea della basilica di San Pietro a Roma, dove l’imperatore è riconoscibile in più occasioni dal profilo con il celebre cappello a punta, esibito in primo piano da un cortigiano mentre si inchina a papa Eugenio IV. Le sei formelle di san Pietro ebbero da subito una forte influenza su alcuni artisti impegnati a Roma nei decenni successivi, come Andrea Bregno, al quale viene commissionato il monumento funebre per Pio II in Sant’Andrea della Valle, ma soprattutto a Pinturicchio e Perugino, che riprendono le fattezze imperiali per alcuni personaggi a margine delle storie di San Bernardino (ora alla Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia). Sarà soprattutto Pinturicchio a riproporre il profilo dell’imperatore di Bisanzio in alcuni particolari degli affreschi per gli appartamenti Borgia nei Palazzi Vaticani e per la Libreria Piccolomini proprio per identificare il ‘tipo orientale’. I personaggi che assumono le fattezze di Giovanni VIII sono imperatori, come Diocleziano nella Disputa degli appartamenti Borgia, o Federico III nella Libreria Piccolomini, poi persecutori cristiani: lo stesso Diocleziano e Pilato. In area lombarda, circoscrivibile per lo più al bergamasco e al bresciano è possibile riconoscere il profilo di Giovanni VIII in alcune figure legate alla passione di Cristo, come con Pietro da Cemmo all’Annunciata di Piancogno o – sempre dello stesso autore – nella Storia dei Martiri, come Diocleziano nella Condanna a Santo Stefano. La diffusione del profilo imperiale in queste aree potrebbe derivare dalla presenza del Filarete a Milano negli anni successivi alla realizzazione delle opere romane, o forse – più verosimilmente – a una definizione già stereotipata di alcuni personaggi regali o detentori di potere.
Sezione 8
Da Pisanello: la tradizione fiorentina e senese. Piero della Francesca, Rambaux.
La citazione più nota nella critica del profilo di Giovanni VIII Paleologo si deve senz’altro a Piero della Francesca. Nella battaglia di Costantino contro Massenzio, il primo imperatore romano cristiano ha il volto del penultimo imperatore dei romani (e forse qui idealmente il fratello Costantino XI, ultimo imperatore bizantino: si veda il saggio pubblicato in Engramma n. 52, novembre 2006): nell’Ottocento Anton Ramboux riprenderà l’affresco aretino per un acquerello in cui sia Costantino che Massenzio avranno il medesimo profilo. Piero riprende nuovamente il ritratto del sovrano nella Flagellazione della Galleria Nazionale delle Marche, dove compare in trono, mentre assiste all’evento evangelico.
Una primissima testimonianza, sebbene cronologicamente più vicina ai fatti del Concilio che alla diffusione della medaglia, si può individuare nel particolare della figura ritratta di profilo, abbigliata all’occidentale, ma con un particolare cappello a punta, che il Beato Angelico dipinge nelle Storie di San Nicola; qualche anno dopo in un particolare delle Nozze di Cana dell’Armadio degli Argenti, l’artista la riprende nel particolare di una delle figure sedute a tavola.
A Pisanello attraverso Piero si rifanno gli artisti di ambito fiorentino e senese: i soggetti che assumono le fattezze di Giovanni VIII sono Pilato, come in Biagio d’Antonio nell’episodio della Condanna di Cristo della tavola di Philadelphia, ma anche sovrani orientali, come nella tavola dello stesso autore con la Storia degli Argonauti conservata al Metropolitan di New York. È soprattutto con episodi che compaiono nelle predelle o nei cassoni che il profilo di Giovanni VIII come potente o sovrano orientale si diffonde capillarmente, sino a divenire ‘tipo’. Con Apollonio di Giovanni lo skiadion diviene attributo della Regina di Saba, o di altre figure femminili raffigurate in contesti celebrativi. L’attributo del copricapo a tronco di cono con larga tesa, ormai ‘alla moda’, ritorna anche in alcune figure di astanti, pellegrini e figure orientali.
Sezione 9
Da Pisanello: tradizione veneta. Giovanni Badile, Vivarini, Carpaccio
Dalla medaglia di Pisanello, più che dalla suggestione per il passaggio del corteo imperiale da Venezia, si può ipotizzare una derivazione dell’iconografia in area veneta: già negli anni a ridosso del Concilio Giovanni Badile realizza un clipeo a fresco in Santa Maria della Scala a Verona con il profilo del sovrano, ma saranno soprattutto Vivarini e Carpaccio a riproporre il ‘tipo’ dell’orientale tra alcuni dei personaggi ritratti come sapienti in episodi agiografici e della storia sacra.
Sezione 10
Da Pisanello: la tradizione tedesca. Hans Holbein il vecchio, Urban Görtschacher, Albrecht Dürer
La medaglia di Pisanello è all’origine della tradizione tedesca, che si riconosce soprattutto nelle figure di Erode e Pilato: nel Polittico con le Storie della Passione dell’Altepinakothek di Monaco Hans Holbein il Vecchio ripropone in ben quattro accezioni il profilo di Giovanni VIII Paleologo, chiaramente riconoscibile tra la folla dei personaggi che assistono alla Flagellazione e alla Coronazione di spine grazie allo skiadion, oltre che nei due episodi di giudizio in cui Pilato affronta Cristo prima di riconsegnarlo per la Crocifissione. Sull’esempio di Holbein il vecchio, che ebbe modo di soggiornare proprio in quegli anni in Italia, si pone anche Urban Görtschacher, che nell’Ecce Homo di Vienna riprende e amplifica la foggia del celebre copricapo. Anche Albrecht Dürer, che ben conosce il milieu rinascimentale italiano, si inserisce nella medesima tradizione, come confermato da una serie di incisioni sacre.
Sezione 11
La fortuna nella miniatura: i tipi del sovrano, il sapiente, l’eroe orientale
Uno dei veicoli privilegiati per la diffusione dell’iconografia del ‘tipo’ orientale basata sul ritratto di Giovanni VIII Paleologo si ha nella miniatura. La ricognizione si è per ora limitata ad alcuni esempi straordinari come negli esemplari del manoscritto delle Vite parallele di Plutarco della Biblioteca Malatestiana in cui il profilo dell’imperatore è prestato alle figure dei condottieri e dei sovrani dell’antichità, o delle opere Virgiliane della Riccardiana di Firenze realizzate da Apollonio di Giovanni, in cui l’attributo dello skiadion viene prestato anche in questo caso a figure femminili di ‘sovrane orientali’ come Didone e la Regina di Saba.
Sezione 12
La fortuna nelle incisioni: i tipi del sovrano, il sapiente, l’eroe orientale
Alla stessa stregua della miniatura (vedi sezione 11) è possibile ravvisare nella tradizione legata alla diffusione delle incisioni, la progressiva ‘tipizzazione’ della figura del potente e del sovrano orientale riconoscibile dallo skiadion. Anche la Trinità ne assume l’iconografia nella figura di Dio Padre.
Sezione 13
Da Maometto II al tipo orientale
In Occidente l’immagine del sovrano orientale è alla fine del Quattrocento il profilo del Paleologo: anche Maometto II – il nemico infedele – è raffigurato con lo skiadion e gli attributi che erano propri dell’imperatore cristiano. La forza evocativa dell’immagini perdura anche ai giorni nostri, come testimonia l’etichetta di un whisky scozzese dedicata a uomini illustri in cui ritorna per il principe imperiale il medesimo profilo.
English abstract
Update of the iconographic gallery dedicated to Giovanni VIII Paleologo, second to last emperor of Byzantium.
keywords | Giovanni VIII Paleologo; Emperor; Byzantium; Iconography.
English abstract
Update of the iconographic gallery dedicated to Giovanni VIII Paleologo, second to last emperor of Byzantium.
keywords | Giovanni VIII Paleologo; Emperor; Byzantium; Iconography.
Per citare questo articolo: Galleria delle immagini di Giovanni VIII Paleologo: un aggiornamento, a cura di A. Pedersoli, “La Rivista di Engramma” n. 104, marzo 2013, pp. 46-49 | PDF dell’articolo