Giovanni VIII Paleologo
a cura di Alessandra Pedersoli
Giovanni VIII Paleologo, penultimo Basileus Rhomaion, giunse in Italia per ben due volte: la prima attorno alla metà degli anni venti del Quattrocento, la seconda per il concilio di Ferrara-Firenze del 1438-39. Il suo arrivo in Occidente è l'occasione che dà il via alla diffusione della sua effigie, sviluppatasi in parallelo alla tradizione bizantina ma da essa totalmente indipendente. La diffusione del profilo del sovrano, come lo colse Pisanello nella celebre medaglia celebrativa durante i lavori del concilio, ebbe una diffusione straordinaria e duratura. Per tutto il secolo il volto barbuto e il capo coperto dal tradizionale skiadion — copricapo imperiale — affascina a tal punto gli artisti rinascimentali da divenire tipologia iconografica. Il profilo del Paleologo compare così in svariate occasioni e tutte le arti ne risultano coinvolte: dalla pittura, in primis con Piero della Francesca, alla scultura con Filarete, dall'incisione alla miniatura, sino alla ceramica.
Il tipico volto, ma a volte anche le fogge vestimentarie di Giovanni VIII, si diffondono inizialmente come effigie del sovrano stesso (o di qualche suo parente, come nel caso di Tommaso Paleologo nel bassorilievo romano che decora la tomba di Pio II), per poi riemergere — con sempre maggior frequenza, fino alla fine del secolo — in contesti completamente differenti, prestandosi a identificare alcune tipologie specifiche di personaggi. Giovanni VIII compare quindi come Costantino il Grande, Diocleziano, Pilato, Erode e addirittura come Maometto II, conquistatore di Costantinopoli, grande nemico dello stesso imperatore. Il celebre profilo perde la sua "paternità" e si trova di volta in volta impiegato come attributo di figure legate al potere, all'oriente, alla romanità, in un ampio ventaglio di significazioni.
Con la fine del Quattrocento, e in contesti periferici anche con i primi decenni del Cinquecento, l'effigie — ormai divenuta iconografia — scompare, probabilmente del tutto, salvo poi riemergere, con la sua originaria funzione, proprio pochi decenni fa, come ritratto di Giovanni VIII Paleologo in una serie di bottiglie di Whisky da collezione dedicate a uomini famosi: l'immagine si riappropria del suo significato.