Alberto Ferlenga, Silvia Cassetta
Cortine di ferro, forme di gesso, immagini in dissolvenza.
Sull'allestimento di Classico Manifesto*
Sui muri delle città, sulle recinzioni metalliche, sui tabelloni che bordano le strade, i manifesti pubblicitari offrono profondità a buon mercato. Gli spazi che contengono – interni raffinati, paesaggi agresti, piazze fantastiche – spezzano la monotonia dei recinti urbani per rappresentare un mondo analogo al reale ma interscambiabile e cangiante.
figure dell’assonanza e della memoria
l’immagine sostenuta
La finalità del muro centrale che caratterizza la struttura espositiva è quella di dare un luogo al confronto tra copie di statue classiche e immagini commerciali che ne riprendono le posture. I corpi metallici sono dunque elementi di supporto o di contorno, superfici e volumi spezzati che lasciano emergere, dalle loro fratture, i calchi in gesso, esaltando, grazie al materiale ferroso impiegato, i contrasti tra eleganza e rudezza ed evidenziando forme e biancore delle statue.
La plasticità dei gessi si oppone alla forma frammentata e spigolosa della struttura e gli squarci che interrompono i corpi espositivi permettono, a tratti, una percezione simultanea di statue, video e manifesti creando punti di vista sempre diversi in prossimità delle pause, tra un frammento di parete e l’altro.
Si determina così, con la maniera più classica di esporre, un rapporto alla pari tra l’immagine e l’osservatore che viene obbligato a un confronto diretto, senza mediazioni o filtri, a una lettura nella quale anche le interruzioni costituiscono un’occasione di confronto proponendo la sovrapposizione di diversi piani di rappresentazione e contribuendo a moltiplicare, in chi osserva, la massa dei riferimenti.
La profondità visiva e le sovrapposizioni di piani che vengono proposte intendono evocare ciò che nella realtà avviene con l’interagire di immagini, rumori, azioni, corrispondenze. La forma dell’esporre riprende, d’altra parte, figure allestitive tipiche dell’arte figurativa istituendo un ulteriore confronto tra il modo di esporre l’arte e quello di comunicare immagini pubblicitarie, ben sapendo che l’ espressività artistica e quella pubblicitaria hanno, in fondo, un’unica finalità, quella di colpire l’osservatore, di suscitare emozioni, di attrarre, di mettere in evidenza l’esclusività del soggetto.
Foto di: Fabrizio Marchesi
Foto di: Lilli Doriguzzi
*Il contributo è tratto da Classico Manifesto. Temi della tradizione classica nella pubblicità italiana (XV-XXI secolo), catalogo della mostra (Milano, 12 febbraio - 24 marzo 2008), a cura di Monica Centanni, Fondazione Valore Italia, Roma 2008.