"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

155 | aprile 2018

9788894840339

Vuoto/pieno. I caratteri della Venezia che cambia

Una presentazione

Monica Centanni, Laura Fregolent, Sara Marini

Il convegno, promosso dall'Università Iuav e svoltosi in Aula Magna ai Tolentini il 17/18 gennaio 2018, è stato dedicato alla città di Venezia, ai suoi cambiamenti evidenti e impercettibili, a come si modifica nell’isola e nella sua laguna il confine tra pieno e vuoto. Una città, un’architettura, una storia che sembrano cristallizzate, mentre le componenti sociali ed economiche cambiano rapidamente, anche per gli effetti e gli impatti del turismo. Il convegno è strutturato in tre sessioni tematiche: sguardi ravvicinati e testimonianze dall’esterno concorreranno a mettere in luce l’ambiguità che da sempre Venezia espone nel suo essere immutabile mutando. Venezia “città singolare” in quanto paradigma di esperimenti di trasformazione, continuamente ridisegnata e ripensata, è un documento utile: il miglior banco di prova per sconfessare l’inutilità del progetto.

I sessione | L'arcipelago delle chiese chiuse di Venezia: eredità, usi, progetti a confronto

Nella città di Venezia è presente un arcipelago di trenta chiese, la cui porta è prevalentemente chiusa. Le trasformazioni che interessano questi manufatti sono il riflesso della perdita di abitanti del centro storico, sanciscono usi e assenze nel tessuto urbano, rappresentano occasioni per definire una nuova idea di città. L’attuale condizione e le possibili trasformazioni di questi pieni/vuoti sono affrontate a partire da ragionamenti sul rapporto della città lagunare con le diverse vie della modernità e da una riflessione sui grandi patrimoni culturali che la disegnano. Attraverso il confronto tra diverse esperienze progettuali si verificano confini, possibilità e significati di un secondo ciclo di vita di spazi, di architetture attraverso le quali sono state costruite città e comunità.

Contributi di: Sara Marini (Università Iuav di Venezia); Nicola Emery (filosofo, Accademia di Architettura, Università della Svizzera italiana); Don Gianmatteo Caputo (delegato patriarcale per i Beni Culturali di Venezia); Massimiliano Locatelli (architetto, CLS Architetti, Milano); Patrizia Pisaniello (architetto, Microscape, Lucca).

II sessione | Venezia prima di Venezia, Venezia dopo Venezia: il vuoto come cifra della polis

Leggiamo già in Erodoto che la polis, invenzione tutta greca, si definisce paradossalmente non già per la massa dei suoi edifici pubblici e privati, ma piuttosto per un vuoto – agorà, forum – che ne disegna il cuore e il profilo. È un’emergenza unica rispetto alla consistenza palaziale propria delle monarchie orientali (e poi della rarefatta urbanizzazione medievale). Ed è quel vuoto, in cui i cittadini sono chiamati “fuori” dalle loro case (Hannah Arendt) a partecipare attivamente alla vita pubblica, il primo spazio ad essere costruito, pavimentato, politicamente abitato. Fin dalle sue – leggendarie – origini, la storia di Venezia è il racconto di un conflitto tra vuoti e pieni: strappare terra all’acqua, regolare il flusso delle stesse acque, fare arcipelago tra isole contigue con ponti e passaggi edificati. Un luogo, per tutti, il luogo da cui, secondo la leggenda, Venezia è nata: Torcello. Il pieno della Basilica, il vuoto del sagrato – spazio profano per eccellenza – lastricato per essere abitabile; e intorno le case di legno, fabbriche, botteghe, imprese. Torcello dà una immagine di Venezia prima di Venezia che rappresenta – in totipotente embrione – quel che sarà l’edificazione della città “singolarissima”. Ma anche quello che Venezia deve, continuamente, diventare reinventandosi di epoca in epoca. Venezia gioca con un ‘vuoto’ che non è mai perfettamente, assolutamente, vuoto: è un vuoto che, a partire dalla semplice, primaria pavimentazione, promette architettura. Il vuoto come cifra prima della città.

Contributi di: Monica Centanni (Università Iuav di Venezia); Lorenzo Braccesi (storico dell’antichità greca e romana), Diego Calaon (archeologo, Università Ca’ Foscari di Venezia), Maddalena Bassani (archeologa, Università di Padova).

III sessione | Cambiamenti demografici e socio-economici nella Venezia contemporanea

Le città mutano, si trasformano e i processi che le attraversano hanno degli effetti sul tessuto fisico e sociale delle città stesse talvolta dirompenti. Venezia è una città peculiare che ha subìto trasformazioni rapide e profonde nell’arco degli ultimi decenni, esito di politiche urbane avviate negli anni passati, di dinamiche di mercato globali, di processi di gentrificazione e/o “turisticizzazione” della città, ma anche di azioni spontanee e non sempre lineari. Gli effetti sono evidenti: la città si è svuotata di popolazione residente, di attività commerciali di vicinato, di servizi e funzioni connesse alla residenza e si è riempita di attività economiche e funzioni diverse, connesse alle domande espresse dai nuovi city users. Queste dinamiche si sono molto accelerate negli anni recenti, e lo sguardo attento degli interlocutori invitati ci aiuterà nella loro lettura e comprensione e nell’individuazione di alcune possibili linee di intervento.

Contributi di: Laura Fregolent, (Università Iuav di Venezia); Francesco Palumbo (direttore generale turismo, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), Angela Vettese (critica d’arte, Università Iuav di Venezia), Ilaria Bramezza (segretario generale della Programmazione, Regione Veneto), Daniele Lazzarini (direttore ESU Venezia).

Per citare questo articolo / To cite this article: S.Marini, M.Centanni, L. Fregolent, Vuoto/pieno. I caratteri della Venezia che cambia, ”La rivista di Engramma” n.155, aprile 2018, pp. 13-16 | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2018.155.0020