"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

217 | ottobre 2024

97888948401

Oamul. Eye on blossoms

Lettura della mostra al MoCA di Shanghai

Maria Stella Bottai

English abstract

1 | Locandina della mostra Oamul. Eye on blossoms, dal sito del museo.

La mostra monografica Oamul. Eye on blossoms al MoCA di Shanghai (27/7-26/9 2024, in cinese 花与花豹的凝视, The Gaze of the Flowers and the Leopard), a cura di Miriam Sun e Li Zheng Zhong, è la più grande mai dedicata finora all’artista cinese Oamul Lu, con quasi 300 tra disegni, illustrazioni, libri, video e installazioni.

Nato (e noto) illustratore approdato alla pittura e alle arti performative, Oamul riflette nelle sue opere una cosmogonia personale, in cui la natura è còlta nello scorrere delle stagioni e in armonioso dialogo con gli esseri umani. Vi regna un’atmosfera di purezza: la vita fluisce con naturalezza, fluida è la pennellata con le sue vivide cromie. Si comprende come i suoi punti di riferimento artistici siano Henri Rousseau e Chagall, ma anche Picasso e il pittore cinese Sanyu (1895-1966), attivo a Parigi nella prima metà del Novecento. “Ogni volta che vedo i loro lavori, cresce in me la motivazione a dipingere”, afferma nel corso di una conversazione via email svoltasi in inglese (traduzione di chi scrive).

Nulla sembra turbare i suoi mondi, in cui entriamo visitando la mostra: “La vita è come risolvere un puzzle. Qualunque cosa incontri sulla mia strada – sia essa buona o cattiva – ho il coraggio di affrontarla”, dice un’intervista a “Vogue Hong Kong”: l’artista ha collaborato con le sue illustrazioni con brand internazionali come Louis Vuitton, Chanel, Tiffany & Co e Shiseido e con le Nazioni Unite (Junjie Wang 2024).

Le opere sono disseminate su due piani. Il piano di ingresso, il più ampio, mostra un enorme leopardo giallo, e un uomo che gli si avvicina con una torcia. È già un elemento di scena, che ci porta in una finzione magica, a cui crediamo, e cediamo: un gonfiabile tratto da una tempera su carta del 2018, ispirata a un incontro notturno con un leopardo durante un viaggio in Sudafrica. Racconta Oamul che per lui il leopardo è simbolo di un’energia sconosciuta, potente, incontrollabile, e l’uomo con la torcia si confronta con questo pericolo al fine di portarlo alla luce.

Alcuni si siedono quasi sotto la pancia del felino, come fosse un gigantesco gatto (Lu Mao in cinese è il nome con cui l’artista viene chiamato da bambino, Lu per il nome di famiglia e Mao per ‘gattino’; letto al contrario, ecco il nom de plume da lui adottato). Il leopardo guarda fiorire dei fiori nell’installazione di fronte, Qi Sheng, simbolo di vitalità pacifica, riferimento al titolo della mostra, “eye on blossoms”. Al centro della sala museale, su stoffe appese vengono proiettati i movimenti dell’artista in una danza un po’ rituale e un po’ onirica, complice la fisicità di Oamul, alto, esile, di una grazia lievemente lunare, come uno spirito che ama la luce ma frequenta con uguale lievità anche le insenature più recondite della terra. Ci spiega di aver voluto creare una sorta di caverna nella grande hall del museo, con all’interno uno spazio interiore, intimo.

L’oniricità dell’opera si avvale del supporto dell’IA, in collaborazione con il new media artist Fu Tong, presente anche a Venezia nella primavera 2024 all’interno della collettiva Travellers Mirror Cities alla Venice International University per la cura di Miriam Sun del MoCA di Shanghai e di Giuliana Benassi. L’importante allestimento floreale è stato realizzato con lo Shanghai Gardening (Group) Co., Ltd. e con i fioristi Tashi Samdup e Zhu Wenqin.

In una saletta attigua, un video in motion design mostra lo scorrere delle giornate nelle strade di Amsterdam nell’arco di un anno. La straordinaria capacità espressiva dei suoi disegni ha certamente radici nella formazione come interior designer e nelle prime esperienze lavorative nel mondo dell’animazione 3D dei videogiochi.

L’alternarsi di primavera, estate, autunno e inverno ricorda la favola di Esopo in cui il sole e il vento fanno una scommessa su chi riuscirà a spogliare un uomo per primo. Il vento soffia forte e i viandanti si stringono nei loro cappotti. Il sole splende, ed ecco apparire braccia e gambe nude, e biciclette e fiori e brillantezza ovunque. Questa è la grazia di Oamul, far convivere una calma organica con la nervosità moderna.

Il piano superiore del museo è dedicato a opere grafiche, disegni e olii. Dalla pittura digitale, inizialmente praticata, l’artista è tornato alla pittura a olio. Le opere trasformano lo spazio espositivo in un magnifico parco, mai inquieto o minaccioso, pur percependo sotto la superficie pittorica una vibrazione, quella della natura in divenire, in perenne trasformazione. Nell’intervista al magazine sopra citato, leggiamo: “Il mio lavoro è incentrato principalmente sui cambiamenti delle stagioni e sulle sfumature della vita di tutti i giorni. Avendo vissuto a lungo a Xiamen [città nel sud della Cina], dove le stagioni si mescolano senza soluzione di continuità, ho iniziato a prendere ispirazione dalla mancanza di confini chiari. Mi sforzo di svelare l’essenza unica di ogni stagione e di riconnettermi con la bellezza delle piccole cose della vita”.

Su un tavolo sono esposti i suoi libri, di artista e di illustratore. Sfogliandoli si percepisce come Oamul guardi il mondo con l’innocenza di uno dei personaggi a cui ha prestato la sua matita, il piccolo principe, uscito per le edizioni cinesi e coreane: tutto è profondamente sentito e panicamente evidente, non celando la natura le sue leggi e le sue spine.

Scorrendo la sua pagina Instagram (@oamul) emerge quanto egli tragga ispirazione dai suoi numerosi viaggi. Nell’estate del 2024 è stato in Italia. Dopo aver letto The Neapolitan Novels (i romanzi di Elena Ferrante L’amica geniale) e Chimera (di Sebastiano Vassalli), ci scrive di aver sentito un forte desiderio di tornare nel nostro paese. Il diario visivo del suo grand tour – Roma, Capri, la Sicilia - oscilla tra foto di cristallina bellezza e carte dalla inconfondibile vibrazione luministica.

Un raro libro di sue opere, Travelling through the seasons (Oamul 2019), raccoglie riproduzioni di lavori grafici e pittorici, in particolare le serie Seasons e 24 Solar terms, con fotografie e brevi testi di impressioni personali. Gli ambienti all’aperto (i boschi, i parchi, il mare, alcuni panorami) o in interno (la casa, le serre, i caffè) sono carichi della forza fauve del colore ma non perdono la loro delicatezza. Guidati dalle immagini e dalle parole, sembra di percepire il profumo dell’osmanto, toccare le cime degli alberi, guardare l’intenso azzurro-viola dell’ortensia, ascoltare il vento tra i bambù e il frinire delle cicale. Per Oamul la pittura, lo ripete sovente, è come una finestra che ogni giorno regala uno scenario diverso, una metafora albertiana declinata sulla spiccata sensibilità degli elementi naturali.

2 | Installazione della mostra MoCA Shanghai (foto M. S. Bottai), 2024.
3 | Oamul, Summer, 2020, Photoshop Painting.
4 | Oamul, Firenze, 2015, Photoshop painting.

Bibliografia
Fonti
Riferimenti bibliografici
English abstract

The article presents to the Italian audience the work of Oamul Lu through the monographic exhibition Oamul. Eye on Blossoms held at the MoCA in Shanghai in the Summer 2024. The Chinese artist, illustrator, and performer, investigates his harmonious relationship with natural elements inviting the visitors into a world of seasonal transformation and symbolic encounters. Oamul’s graceful and vibrant works reflect his personal journey through the always surprising environment. Renowned illustrator, Oamul collaborates with top fashion brands as Chanel and Louis Vuitton, and important institution as the United Nations. As an artist, is now back to the practice of oil on canvas. The MoCA exhibition is so far the most comprehensive, featuring nearly 300 works.

keywords | Oamul Lu; Oamul. Eye on Blossoms; Chinese Art; Season; Time; Illustration. 

Per citare questo articolo / To cite this article: M.S. Bottai, Oamul. Eye on blossoms. Lettura della mostra al MoCA di Shanghai, “La Rivista di Engramma” n. 217, ottobre 2024.

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2024.217.0009