"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

217 | ottobre 2024

97888948401

Un giro nella stanza da lettura di Daniela Comani

The Reading Room in mostra a Berlino

Francesca Iannotta

English abstract

L’unico consiglio che una persona può dare a un’altra sulla lettura è di non ricevere consigli, seguire solo il proprio istinto,
usare la propria ragione, arrivare alle proprie conclusioni […] L’indipendenza
è la più importante qualità in assoluto che un lettore deve possedere.
Virginia Woolf, The Second Common Reader, 1932, 238

1 | You Are Mine 2022, Installation view: Kunstverein am Rosa-Luxemburg-Platz, Berlino 2024. Foto di Francesca Iannotta.

Dal 14 settembre al 31 ottobre 2024 presso la Kunstverein am Rosa-Luxemburg-Platz di Berlino si è svolta la mostra personale di Daniela Comani The Reading Room a cura di Chiara Valci Mazzara e Susanne Prinz. La mostra ha presentato undici nuovi lavori della serie You Are Mine, in cui l’artista prosegue la sua indagine sul fenomeno del femminicidio, invertendo le parti dei carnefici e delle vittime; a queste opere si sono affiancate l’installazione site-specific Orlando’s Library dove Comani interviene sui titoli dei capolavori della letteratura mondiale modificando il genere dei protagonisti, e i sei lavori della serie coverversionen, un diario mediatico in cui i volti di personaggi celebri riportati in copertina di altrettanto celebri riviste sono sostituiti dal suo, che – ripreso nella stessa posa dell’originale – ne ribalta il genere anche dal punto di vista linguistico. Quando necessario, l’articolo maschile “der” viene sostituito con il femminile “die”, adattando così l’immagine non solo visivamente, ma anche grammaticalmente.

Fin all’inizio della sua carriera, prima a Bologna, dove è nata, e poi a Berlino, dove si è trasferita dal 1989, Daniela Comani ha esplorato genere, identità e stereotipi sociali attraverso l’uso di testi e immagini, servendosi di ciò che Miriam Schoofs definisce “gendering come strategia”: una strategia finalizzata a far emergere, dall’intreccio di visione e lettura che le sue opere richiedono, le insidiose differenze sociali e culturali che si celano dietro a pronomi come lui e lei (Schoofs 2023, 238).

A questo aspetto della sua pratica artistica, si collega fortemente una attitudine che potremmo definire archivistica, un vero e proprio impulso archivistico, inteso non solo in senso documentale, ma come un processo dinamico di esplorazione e rielaborazione delle fonti. I corpora di immagini e testi tratti dai mezzi di comunicazione e da repertori pubblici e privati, sono sovvertiti, manipolati e trasformati, così da coinvolgere lo spettatore in una riflessione sulla persistenza e la mutabilità delle storie e delle rappresentazioni che definiscono le nostre relazioni e il nostro immaginario. Come suggerito dal titolo della mostra, il filo rosso che collega le opere nel percorso espositivo è il linguaggio, la parola letta, il testo, utilizzati dall’artista come materia attrattiva e destabilizzante.

Ad accogliere i visitatori lungo il corridoio principale della galleria berlinese troviamo le undici nuove stampe 110 x 70 x 5 cm della serie You Are Mine, inaugurata nel 2022 per il Corridoio Bazzani della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e che da allora prosegue il suo corso. Il lavoro si basa su brevi resoconti stampa, che Comani ha raccolto negli anni (e continua a raccogliere) in giornali di tutto il mondo, e che riguardano la violenza domestica e i crimini commessi contro le donne.

2 | You Are Mine 2022, Installation view: Kunstverein am Rosa-Luxemburg-Platz, Berlino 2024. Foto di Francesca Iannotta.

Tutta la violenza e la potenza della serie è espressa fin dal titolo You Are Mine, ti possiedo, tu sei mia. L’ambiguità dell’inglese consente però di leggere questa frase anche come “tu sei mio”. Ed ecco lo scatto dell’intervento di Comani: nelle stampe di articoli di giornale raccolti e ingranditi, che in origine trattano notizie di omicidi di donne, il genere è ribaltato, le donne da vittime diventano carnefici. Troviamo, quindi, storie di mogli gelose, ex fidanzate che non accettano di essere state tradite o lasciate, di uomini inseguiti e violentati e di uomini uccisi perché si sono rifiutati di avere un rapporto sessuale con la propria moglie. L’esito di tale ribaltamento è quasi surreale, incrinando abitudini e stereotipi di lettura e di narrazione consolidati [Fig. 1]. A questo effetto concorre il fatto che i testi degli articoli sono stampati su cotone e sostenuti da un supporto in alluminio sul retro. Questa caratteristica conferisce alle opere una corporeità inusuale, come se i fogli fossero stati accartocciati per un certo tempo, per poi essere distesi e appesi al muro. L’effetto finale crea un fregio continuo che si sviluppa lungo la parete, proprio davanti l’ingresso e fissa nella memoria dei visitatori sia il contenuto straniante sia la sua immagine [Fig. 2].

Per capire l’importanza del gesto sovversivo di Comani torniamo indietro al 1976, anno in cui l’artista Stephanie Oursler pubblica per le Edizioni delle donne il libro fotografico Un album di violenza. Oursler organizza questo album su modello dei calendari pin-up, presentando però per ogni mese la foto di una donna abusata o uccisa. I volti delle donne sono accompagnati da ritagli di giornale che riguardano i femminicidi, raccolti dall’artista nel corso del 1975. Proprio a metà del decennio, in seguito a una serie di delitti particolarmente efferati, la riflessione sulla violenza contro le donne venne avvertita come particolarmente urgente dai gruppi femministi (Perna 2013, 29-32). In questo contesto, l’intenzione della Oursler era quella di presentare la violenza come elemento che unifica tutte le donne del mondo, sottolineando il nesso fra il senso di inquietudine e lo stato di sospesa e spaventosa normalità a cui siamo abituati. Attraverso l’inversione di genere, You Are Mine decostruisce, smonta e mette in discussione proprio questa normalità: l’effetto sovversivo crea “un’irritazione che ci rende consapevoli sia delle condizioni insostenibili sia della nostra impotenza di fronte a questa realtà dei fatti” (Schoofs 2023, 239).

Tale meccanismo è enfatizzato dalla presenza del nuovo lavoro video Reversal Exercise – presentato per la prima volta nella mostra berlinese – che svela il processo presente dietro You Are Mine: sullo schermo di un computer osserviamo come il cursore cambia il genere nei resoconti sul femminicidio in tempo reale. Lo spettatore è invitato a sedere dietro lo schermo e a partecipare al processo di inversione del genere, testimoniando come questo “semplice” ribaltamento possa cambiare radicalmente la narrazione.

I materiali di You Are Mine sono confluiti anche in un libro d’artista dal medesimo titolo, pubblicato dall’editore berlinese Monroe Books e presentato nel corso dell’esposizione, mentre anche la città rilanciava la mostra e i suoi temi con l’installazione di un ambiguo cartellone pubblicitario alla Karl-Liebknecht-Straße. I titoli riportati nel manifesto rimandavano a notizie come “Woman attempts to run over boyfriend and crashes into Los Angeles restaurant”, “Hammer- Attacke auf Eheman”, lasciando non poco turbati i passanti.

Proseguendo nel percorso espositivo, proprio davanti ai ritagli ingranditi di You Are Mine, si trovavano sei opere della serie coverversionen. Iniziata nel 2007, la serie è definita da Comani “un diario mediatico in cui mi relaziono ai titoli delle copertine di riviste e giornali come Der Spiegel, Time, Vanity Fair” (Comani 2023, 105). A prendere il posto del politico popolare, dell’attore di successo, del presidente cattivo o del produttore sessista è l’artista stessa, attraverso autoscatti che la vedono riproporre pose ed espressioni dei veri protagonisti delle copertine. Un vero e proprio gioco di appropriazione e messa in scena, dove il binomio “maschio” e “femmina” viene reinterpretato in modo divertito, riflessivo e pungente [Fig. 3]. 

3 | coverversionen 2007, Kunstverein am Rosa-Luxemburg-Platz, Berlino 2024. Foto di Francesca Iannotta.

Infine, ecco il cuore della mostra: Orlando’s Library. L’enorme installazione si sviluppa lungo le pareti della sala 2 della Galleria ed è basata sulla serie fotografica Novità editoriali a cura di Daniela Comani, in cui l’artista ha manipolato i titoli di romanzi classici cambiando il genere dei protagonisti: “L’idea iniziale era quella di un libro d’artista sulle copertine dei libri, che poi ha portato anche a una serie di fotografie e diverse installazioni” (Comani 2023, 117).

L’intera bilioteca/libreria – che porta il nome del personaggio gender-fluid Orlando dell’omonimo romanzo di Virginia Woolf – è stata realizzata digitalmente dall’artista. L’effetto trompe-l’oeil è sorprendente: Comani ha fotografato gli scaffali posizionando sopra di essi digitalmente 202 copertine, in precedenza manipolate, in diverse lingue ed edizioni, lavorando sullo spazio e la profondità attraverso un gioco di luci ed ombre che dona un effetto iperrealistico all’opera. Nel gruppo dei classici della letteratura e del pensiero troviamo: The Picture of Doris Gray, La contessa di Montecristo, Le Promesse Spose, Moby Pussy, L’anticrista, Monsieur Bovary (a cui vengono aggiunti anche due baffi). Anche le saghe subiscono la medesima trasformazione, proponendo La signora degli anelli e Harriet Potter.

L’istinto di lettrice di Daniela Comani ha trasformato il consiglio di Virginia Woolf, riportato nella frase in esergo, in un’azione, un intervento che si espande nello spazio. Una versione di Orlando’s Library si fonde con lo spazio architettonico nella monumentale installazione che Comani ha realizzato per il Palazzo Ducale di Genova, visitabile fino al 31 dicembre 2024. Le 13 stampe, che misurano 400 x 305 cm sono inserite nelle 13 arcate delle logge del piano nobile, ogni arcata sembra contenere uno scaffale con 4 libri trasformando Orlando’s Library in una grande libreria a cielo aperto. E un’altra versione, dal 2023, si trova – come installazione permanente – sulla parete d’ingresso della Biblioteca del MamBo di Bologna.

4 | Orlando’s Library 2021, Kunstverein am Rosa-Luxemburg-Platz, Berlino 2024. Foto di Francesca Iannotta.

Riferimenti bibliografici
  • danielacomani.net
  • Comani 2023
    Daniela Comani A-Z, Danilo Montanari Editore, Ravenna 2023.
  • Perna 2013
    R. Perna, Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta, Postmedia Books, Milano 2013.
  • Schoofs 2023
    M. Schoofs, Gendering as an Artistic Strategy, in Daniela Comani A-Z, Danilo Montanari Editore, Ravenna 2023.
  • Woolf 1932
    V. Woolf, The second common reader, New York, 1932.
English abstract

The solo exhibition The Reading Room by Daniela Comani (Berlin, September-October 2024) invites viewers to critically engage with how gender and identity are represented in media and in everyday language. For the exhibition, Comani produced 11 new text-based works from her series You Are Mine, a reflection on the social phenomenon of femicide; the large-scale, site-specific installation Orlando’s Library, which reverses the titles of masterpieces of world literature and a selection of the ongoing-series coverversionen, where she replaces the faces of famous figures on magazines with her own, challenging gender representation from a linguistic and role perspective. The materials from You Are Mine were also compiled into an artist’s book, and presented during the exhibition, while the city promoted the event with a billboard on Karl-Liebknecht-Straße.

keywords | Daniela Comani; Language; Identity; Gender.

Per citare questo articolo / To cite this article: F. Iannotta, Un giro nella stanza da lettura di Daniela Comani. The reading room in mostra a Berlino, “La Rivista di Engramma” n. 217, ottobre 2024.

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2024.217.0010