"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

217 | ottobre 2024

97888948401

Berthe Morisot. Pittrice impressionista

Presentazione della mostra della GAM di Torino (16 ottobre 2024 - 9 marzo 2025)

Giulia Perin

English abstract

[…] la mia vita si limita a voler fissare qualcosa di quello che accade, e bene, quell’ambizione è ancora
smisurata! […] un atteggiamento di Julie, un sorriso, un fiore, un frutto, un ramo d’albero, una sola di
queste cose mi basta.
Berthe Morisot, Carnet de Mézy (Carnet noir), Paris 1891, 9.

1 | Autoritratto, 1885, olio su tela, 61 x 50 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet.

Dal 16 ottobre 2024 al 9 marzo 2025 la Galleria d’Arte Moderna di Torino ospita l’esposizione Berthe Morisot. Pittrice impressionista curata dalla scrivente e da Maria Teresa Benedetti, con un display dell’artista Stefano Arienti curato da Chiara Bertola. La mostra, organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 ORE Cultura, con il sostegno eccezionale del Musée Marmottan Monet di Parigi, ripercorre la vita e la carriera dell’unica donna tra i fondatori del movimento impressionista.

Nell’anno dedicato alle celebrazioni per i 150 anni dalla prima esposizione del gruppo di artisti indipendenti tenutasi a Parigi nello studio del fotografo Nadar nell’aprile del 1874, Berthe Morisot. Pittrice impressionista raccoglie nelle sale del museo torinese più di quaranta opere di Morisot tra dipinti, pastelli, disegni e incisioni.

Nata a Bourges il 14 gennaio 1841, Berthe è la terza figlia di Marie Joséphine Cornélie Thomas (1819-1876) e di Edme Tiburce Morisot (1806-1874); ha due sorelle maggiori, Yves (1838-1893) e Edma (1839-1921), e un fratello minore, Tiburce (1845-1930). Nel 1851-1852 la famiglia Morisot si trasferisce definitivamente a Parigi, dove nel 1857 Madame Morisot iscrive le tre figlie a un corso di pittura presso l’artista Geoffroy-Alphonse Chocarne. Yves ben presto abbandona l’arte figurativa mentre Berthe e Edma proseguono la loro formazione presso un allievo di Ingres, Joseph Guichard, con il quale nel 1858 iniziano l’attività di copiste al Louvre. Nelle sale del museo le due incontrano Félix Bracquemond e Henri Fantin-Latour che qualche tempo dopo presenterà loro Édouard Manet.

Riconoscendo il talento delle giovani, Guichard scrive alla madre: “Con delle nature come quelle delle vostre figlie, non piccoli talenti per diletto, mediante il mio insegnamento esse diventeranno delle pittrici. Vi rendete conto di quello che ciò significa? […] Sarà una rivoluzione, anzi direi quasi una catastrofe. Siete proprio sicura di non maledire mai il giorno in cui l’arte […] sarà la sola padrona del destino di due delle vostre figlie?” (Rouart 1950, 9).

Nel 1869 Edma lascia la pittura per dedicarsi alla vita matrimoniale, mentre Berthe continua ad investire sulla carriera di artista e a esporre le sue opere ai Salon parigini. Alla fine degli anni Sessanta mentre la sorella si allontana da lei, il rapporto con il collega Édouard Manet si intensifica e il pittore la sceglie come modella per più di dieci ritratti. Il sodalizio artistico tra i due dura dal 1869 al 1874 e la sua interruzione coincide con due importanti eventi nella vita di Morisot: la partecipazione alla prima mostra degli impressionisti e il matrimonio con Eugène Manet, fratello minore di Édouard.

Il percorso espositivo, sviluppato in quattro sezioni tematiche dedicate ai principali soggetti protagonisti della produzione dell’artista, inizia con il celebre Autoritratto del 1885 [Fig. 1] nel quale Berthe si raffigura con tavolozza e pennello in mano all’apice della carriera.

L’immagine, attraverso la quale Morisot afferma il suo ruolo di pittrice, introduce la serie di opere con due delle figure più importanti nella sua vita, il marito e la figlia Julie nata nel 1878. Se nei primi anni dell’attività pittorica ritrae principalmente i membri della famiglia d’origine, come la madre e le sorelle, dopo il matrimonio Eugène e Julie, da lei definita “una Manet fino alla punta delle unghie”, occupano un posto privilegiato nella sua produzione. Testimonianza del profondo legame madre-figlia è l’Autoritratto con Julie davanti ad una finestra [Fig. 2] datato 1887 e concesso in prestito da una collezione privata. Ad immagini di donne in abiti eleganti o colte in momenti di riposo e di lavoro è dedicata la seconda sezione dal titolo Ritratti femminili nella sfera intima e nella sfera sociale.

In occasione della prima mostra postuma delle opere di Morisot realizzata nel 1896 a un anno dalla sua scomparsa, un critico, rimasto anonimo, del quotidiano “L’Estafette” scrive “Un brivido di vita percorre questi ritratti di donne e ragazze, in cui Madame Morisot sa come rendere la grazia delle forme e della fisionomia. E quanta verità c’è nelle pose, in queste scene di interni inondati di luce chiara e tenue! Che fascino nei volti di queste giovani ragazze, tradotti nelle varie occupazioni della giornata in tenere espressioni di felicità, fantasticheria e attesa!”.

2 | Autoritratto con Julie davanti ad una finestra, 1887, olio su tela, 68,2 x 50 cm, Collezione privata.
3 | Donna con ventaglio o Al ballo, 1875, olio su tela, 62 x 52 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet.
4 | Pasie che cuce nel giardino di Bougival, 1881, olio su tela, 81 x 100 cm, Pau, Musée des Beaux-Arts.

Tra le opere presenti nella seconda sezione emerge Donna con ventaglio o Al ballo [Fig. 3], altro importante prestito ricevuto dal Musée Marmottan, Il dipinto, presentato da Morisot nel 1876 alla seconda mostra impressionista, raffigura una modella in abito da sera con alle spalle una composizione floreale e in mano un grande ventaglio, elemento centrale della composizione. Il ventaglio è decorato da una scena galante di gusto settecentesco, indizio dell’interesse per il diciottesimo secolo francese affermatosi nel periodo impressionista e condiviso dalla stessa Berthe in fasi diverse della sua produzione.

Pasie che cuce nel giardino di Bougival [Fig. 4], dipinto proveniente dal Musée des Beaux-Arts di Pau, mostra la domestica Pasie seduta su una panchina e intenta a cucire. La tela, caratterizzata da una forte luminosità, è tra le opere testimoni dell’interesse di Berthe verso le attività lavorative femminili. La terza e la quarta sezione della mostra introducono gli spettatori nella dimensione impressionista dell’en plein air, rispettivamente con immagini di paesaggi e giardini e con ritratti di figure immerse nel verde.

Negli anni Sessanta dell’Ottocento, Morisot inizia a lavorare en plein air insieme alla sorella Edma a Ville-d’Avray, sotto la guida di Camille Corot che ricorda spesso alle allieve l’importanza dell’aria nella costruzione delle scene all’aperto: “Aria, mettete aria ovunque…”. Nelle pareti della terza sezione, accanto a straordinari paesaggi di località francesi spesso frequentate, come Paesaggio a Gennevilliers e Corso d’acqua nel Bois de Boulogne, sono presenti marine luminose e vibranti come Il porto di Nizza e Il porto di Gorey [Fig. 5] e giardini dal taglio audace e moderno come Il giardino a Bougival [Fig. 6].

5 | Il porto di Gorey, 1886, olio su tela, 46 x 55 cm, Collezione privata.
6 | Il giardino a Bougival, 1884, olio su tela, 73 x 92 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet.

In una lettera del 5 maggio 1869 la pittrice scrive ad Edma: “i paesaggi mi annoiano”, manifestando la sua propensione a estendere l’indagine stilistica oltre la natura e, dopo aver ammirato al Salon Veduta del villaggio di Frédéric Bazille, confida ancora alla sorella: “C’è molta luce e sole. Lui cerca quello che noi abbiamo cercato spesso: mettere una figura en plein air”. I brillanti paesaggi e i giardini che hanno guidato i visitatori dell’esposizione nella terza sezione diventano nelle ultime sale la cornice per le figure umane, soprattutto femminili. A caratterizzare queste opere è l’unione profonda che si crea tra i corpi delle donne ritratte e l’ambiente luminoso che le ospita, come nella Pastorella nuda sdraiata [Fig. 7], e nella Pastorella sdraiata [Fig. 8]. I due grandi dipinti, provenienti dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid e dal Musée Marmottan prefigurano l’attrazione della pittrice nei confronti dei formati decorativi che si svilupperà ulteriormente nel dipinto Il ciliegio [Fig. 9].

7 | Pastorella nuda sdraiata, 1891, olio su tela, 56 x 86 cm, Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza.
8 | Pastorella sdraiata, 1891, olio su tela, 63 x 114 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet.

La grande tela, raffigurante una ragazza che raccoglie delle ciliegie da un albero, chiude la sezione e l’intero percorso espositivo. Opera meditata e frutto di molti studi, Il ciliegio, probabilmente la composizione più complessa e ambiziosa di Morisot, viene realizzato tra l’estate del 1891 alla Maison Bloitière di Mézy e l’inverno del 1892-1893 nell’appartamento parigino di Rue Weber. A queste sezioni si affianca inoltre una sala dedicata a un’importante raccolta di opere su carta provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi e fondamentali come i dipinti per ripercorrere le tappe del percorso creativo di Morisot.

9 | Il ciliegio, 1891-1893, olio su tela, 154 x 80 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet.

La sala dal titolo Opere su carta dal Musée Marmottan Monet mostra al pubblico come acquerelli, pastelli e disegni non siano creazioni isolate dal resto dell’opera di Berthe e come il loro studio possa aiutare anche a comprendere meglio il suo metodo di lavoro e l’evoluzione del suo stile negli anni. In uno dei suoi diari è lei stessa a scrivere: “Questa eterna distinzione del disegno e del colore è puerile, poiché il colore non è che un’espressione della forma”.

Berthe Morisot muore a Parigi il 2 marzo 1895 e la grande retrospettiva dedicatale dai colleghi impressionisti e dalla figlia Julie nelle sale di Durand-Ruel l’anno seguente attribuisce alle sue opere i riconoscimenti ottenuti con difficoltà in vita, già a partire dalla prefazione al catalogo della mostra scritta dal poeta Stéphane Mallarmé.

Così come per molte altre artiste, la critica e il mercato non hanno quasi mai rivolto alla produzione di Morisot l’attenzione riservata ai colleghi uomini, sia durante gli anni di attività della pittrice che nei decenni successivi. Morisot, consapevole di dover affrontare maggiori difficoltà per emergere nel mondo dell’arte a causa del suo genere di appartenenza, confida in uno dei suoi diari: “Credo che nessun uomo tratti una donna come sua pari, ma questo è tutto ciò che chiedo perché conosco il mio valore”.

I gender studies degli anni Settanta del Novecento iniziano un’attività di riscoperta della sua produzione, che si intensifica negli anni seguenti, con la pubblicazione, tra le altre, nel 1989 del volume Berthe Morisot. Une biographie di Anne Higonnet e nel 1997 del secondo catalogo ragionato Berthe Morisot 1841-1895. Catalogue raisonné de l’œuvre peint (CERA-nrs, Montolivet). Un primo catalogo ragionato era stato pubblicato nel 1961 (Les Beaux-Arts Éditions, Parigi). Se tra il 1897 e il 1961 sono quattordici le mostre personali dedicatele in Francia è a partire dagli anni Duemila che si registra un forte incremento dell’attenzione espositiva riservata alla pittrice. Ricordiamo infatti la rassegna Berthe Morisot 1841-1895 del 2002 a Lille e a Martigny a cura di Sylvie Patry, Hugues Wilhelm e Sylvie Patin, seguita nel 2012 dall’esposizione al Musée Marmottan Monet di Parigi curata da Marianne Mathieu e dalla mostra itinerante curata ancora da Patry con Nicole R. Myers nel 2018-2019 con tappe in Canada, Stati Uniti e Francia.

Nel 2023 e nel 2024 la Dulwich Picture Gallery di Londra e il Musée Marmottan Monet hanno ospitato due mostre dedicate all’indagine dei rapporti tra l’artista e il XVIII secolo e da giugno a settembre 2024 il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza ha accolto una retrospettiva incentrata sulla ricostruzione dei due soggiorni di Berthe in Costa Azzurra, mostra che ha una seconda tappa a Genova in occasione del 150° anniversario dell’Impressionismo: Impression, Morisot, curata da Marianne Mathieu, è ospitata a Palazzo Ducale dal 12 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025.

L’esposizione torinese Berthe Morisot. Pittrice impressionista si inserisce dunque in un clima volto a rappresentare in maniera sempre più precisa e scientifica la figura e la carriera di Morisot, favorendone la conoscenza anche al pubblico italiano. Carattere di grande novità è rivestito in questo percorso espositivo dagli interventi a cura della direttrice della GAM Chiara Bertola realizzati da Stefano Arienti, artista tra i più significativi dello scenario contemporaneo. Arienti è l’artista ‘intruso’ che, esplorando e reinterpretando i valori luministici e tattili della pittura impressionista, interviene negli ambienti della mostra per evocare l’atmosfera dei soggetti proposti nelle opere di Berthe. In un dialogo costante con le opere di Morisot, Arienti utilizza materiali differenti come elementi olfattivi, nastri di stoffa in raso e organza, carte da parati, oggetti dell’epoca, per fare da sfondo ai meravigliosi e ariosi dipinti dell’artista impressionista.

Ulteriore elemento interessante della retrospettiva torinese da sottolineare è la presenza di molte opere proveniente da collezioni private europee ed americane, alcune presentate per la prima volta in Italia. Nel catalogo dell’esposizione, oltre ai testi delle curatrici, sono presenti un saggio di Sylvie Carlier, direttrice delle collezioni del Musée Marmottan Monet e curatrice capo del patrimonio, e un saggio di Sylvie Patry, tra i massimi esperti internazionali di Morisot ed attualmente curatrice generale e direttrice artistica della galleria Mennour di Parigi.

Carlier fa una accurata panoramica della straordinaria collezione e del fondamentale patrimonio documentario del Marmottan, mentre Patry approfondisce la storia del capolavoro di Morisot Eugène Manet all’isola di Wight [Fig. 10], uno dei dipinti concessi in prestito a Torino dal museo parigino. Definita da Mallarmé la “magicienne” dell’Impressionismo, Berthe Morisot immortala nelle sue opere istanti intensi e fugaci, attraverso uno stile vibrante e un intangibile senso di incompiuto. Berthe Morisot. Pittrice impressionista con il suo allestimento d’artista e un’accurata selezione di opere racconta nella splendida cornice della GAM di Torino la storia di una pittrice la cui singolarità è secondo Paul Valéry “vivere la sua pittura e dipingere la sua vita”.

10 | Eugène Manet all’isola di Wight, 1875, olio su tela, 38 x 46 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet.

Berthe Morisot. Pittrice impressionista, display di Stefano Arienti, a cura di Chiara Bertola (dettagli)

Riferimenti bibliografici
  • Benedetti, Perin 2024
    M.T. Benedetti, G. Perin (a cura di), Berthe Morisot. Pittrice impressionista, catalogo della mostra (Torino, Galleria d’Arte Moderna, 16 ottobre 2024 - 9 marzo 2005), Milano 2024.
  • Morisot 1891
    B. Morisot, Carnet de Mézy (Carnet noir), Paris 1891 (conservato a Paris, Musée Marmottan Monet).
  • Rouart 1950
    D. Rouart, Correspondance de Berthe Morisot avec sa famille et ses amis, Paris 1950.
English abstract

The text is a review of Berthe Morisot. Impressionist painter (Turin, GAM, 16th October 2024 – 9th March 2025), an exhibition dedicated to the only woman among the founders of the Impressionist movement. The exhibition showcases many of the artist’s masterpieces (some of which displayed in Italy for the first time ever), and traces back over the story of a central figure in the Parisian art world of the late nineteenth century. Berthe Morisot. Impressionist Painter is arranged in theme-based sections, and it includes a display by the Italian artist Stefano Arienti.

keywords | Berthe Morisot; Impressionist Painter; Women Painters; Stefano Arienti

Per citare questo articolo / To cite this article: G. Perin, Berthe Morisot. Pittrice impressionista. Presentazione della mostra della GAM di Torino (16 ottobre 2024 - 9 marzo 2025), “La Rivista di Engramma” n. 217, ottobre 2024.

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2024.217.0016