"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

81 | giugno 2010

9788898260263

Scrivere architettura

presentazione della collana DODO della Scuola di dottorato IUAV

Fernanda De Maio

English abstract

Nonostante la fragilità al limite dell’inconsistenza del corpus teorico a supporto di una disciplina come l’architettura – intesa in senso lato – nonostante l’oscillazione della sua intima natura sospesa tra arte, tecnica e mestiere, sono pochi gli architetti che hanno resistito alla tentazione di scrivere; taluni semplicemente per chiarire e spiegare i loro progetti, altri per sistematizzare un’idea di architettura e il ruolo che questa assume all’interno della costruzione della città, alcuni per definire i contorni di una teoria dell’architettura o della composizione architettonica, altri ancora infine, si sono interrogati sul ruolo dell’architettura in relazione all’arte o hanno prodotto, in preda ad un sano delirio avanguardistico, un manifesto più che un trattato.

Se questa attività da Vitruvio in poi ha, in modo costante ed eccentrico, affiancato il mestiere dell’architetto – si pensi solo nel corso del secondo Novecento ad autentici best seller quali, Complexity and contraddiction in architecture di Robert Venturi, L’architettura della città di Aldo Rossi, Collage City di Colin Rowe e Fred Koetter, Learning from Las Vegas di Steven Izenour, Robert Venturi e Denise Scott Brown, The image of the city di Kevin Lynch, Delirious New York di Rem Koolhaas – i dottorati di architettura, nelle diverse sfumature e accezioni in cui si specificano oggi in Italia e all’estero, mettono le recenti generazioni di architetti di fronte alla necessità di confrontarsi con la scrittura come fatto consustanziale e ordinario della propria attività di ricerca accanto al disegno.

Eppure difficilmente si assiste alla pubblicazione di lavori, nati o evoluti da tesi di dottorato, che restituiscano quel senso di necessità da cui è scaturito e permane il successo di titoli quali quelli sopra menzionati. Ciò è imputabile a diverse e complesse ragioni ma il punto è che molto è stato prodotto e poco si sa di questa produzione. Come dare un senso, allora, alla ormai vasta messe di tesi prodotte dalle centinaia di ricercatori impegnati nei dottorati di architettura italiani, attribuendo non tanto un valore alle ricerche in toto, ma ad alcuni aspetti del fare ricerca che, per esempio, saldano in modo nuovo il rapporto tra passato – recente o lontano non importa – e presente, costruendo una sorta di tradizione della ricerca italiana in architettura o un suo possibile tratto identitario attraverso cui si possa rintracciare una necessità di tali ricerche? 

La collana DODO, pubblicata dalla Scuola di Dottorato Iuav di Venezia, nasce sull’onda di questo interrogativo e prova a fare luce sulla situazione della ricerca in architettura in ambito dottorale in Italia, proponendo una serie di piccoli volumi dedicati ai documenti scritti di architettura. Si tratta di testi inediti o di difficile reperibilità di architetti, designer, urbanisti, paesaggisti, artisti e di coloro che si sono comunque impegnati con la loro indagine intellettuale nelle discipline vicine all’architettura. La collana ha appunto per obiettivo la diffusione della ricerca svolta in ambito universitario e promuove le indagini nei dottorati italiani e internazionali, particolarmente attente, nella raccolta dei materiali utili alle singole tesi, al reperimento di testi autografi. In questa prospettiva sono stati già editi tra maggio 2009 e giugno 2010 i primi quattro volumi dedicati a Roberto Burle Marx, Erik Gunnar Asplund, Peter Beherens e Lucio Costa. Sempre accompagnati da efficaci e talvolta illuminanti saggi dei curatori e da un aggiornato e vasto, seppur mirato, apparato bibliografico, i testi tradotti sono corredati da un limitato ma significativo apparato iconografico. In futuro DODO, oltre a portare avanti i titoli in programmazione e nuove proposte relative all’ambito appena descritto, intende aprire un fronte più specificamente dedicato ai “ritratti di città”. Sempre per promuovere e diffondere l’importanza di ‘scrivere architettura’.

DODO1
Roberto Burle Marx, un progetto per il paesaggio
a cura di Barbara Boifava e Matteo D’Ambros, giugno 2009
Si tratta della traduzione di tre conferenze del paesaggista brasiliano, accompagnate da un breve saggio introduttivo dei curatori, da una biografia e dagli apparati aggiornati

DODO2
Erik Gunnar Asplund. Architettura e città
a cura di Loris Dal Pos, giugno 2009
Inediti in italiano, i testi contenuti in questo volume restituiscono l’impegno che l’architetto svedese, un grande protagonista dell’architettura europea del XX secolo, profuse nelle questioni e nei temi di portata urbana.

DODO3
Peter Behrens. Inediti 1900-20
a cura di Alessandra Moro, aprile 2010
I cinque scritti di Behrens tradotti per questa occasione dalla curatrice accompagnati da un inedito corredo di immagini documentano la varietà di interessi dell’ indiscusso maestro del novecento europeo: dal teatro alla città, fino alla più nota ricerca nel campo dell’architettura per gli edifici industriali.
vai all’articolo Einfluss von Zeit und Raumausnutzung auf moderne Formentwicklung di Peter Behrens, pubblicato in questo volume e gentilmente concesso dall’autrice per la pubblicazione in questo numero di Engramma

DODO4
Lucio Costa. Brasilia Plan Piloto
a cura di Martino Tattara, giugno 2010
Per apprezzare il lavoro di Lucio Costa per la fondazione di Brasilia è necessario innanzitutto comprendere che si tratta di “un progetto costruito con la parola scritta” come dimostra nel suo bel saggio introduttivo il curatore. Per la prima volta tradotto in italiano, il documento del Plan Piloto fa luce e sfata alcuni luoghi comuni sulla capitale brasiliana.

La collana è diretta da Alberto Ferlenga; nel suo comitato scientifico siedono Giovanni Anceschi, Donatella Calabi, Alberto Cecchetto, Pippo Ciorra, Pier Luigi Crosta, Giovanna Curcio, Domenico Patassini, Bernardo Secchi e Luciano Semerani. Della redazione fanno parte Fernanda De Maio, Davide Fornari e Andrea Iorio e la grafica è curata da Sergio Polano.

I volumi sono acquistabili on line dal sito Iuav

English abstract

The DODO series, published by the IUAV Doctoral School of Venice, tries to shed light upon the state of the Italian doctoral research in Architecture. It is possible to get unpublished works or texts hard to find, written by architects, designers, urbanists, landscape architects, artists and people who are involved in disciplines close to the Architecture. The aim of this series is to spread the university research and to promote – in Italy and abroad – the doctoral studies that pay particular attention to collect documents useful to each individual thesis and to find autograph texts.

keywords | Architecture; DODO; Magazine; Presentation; IUAV.

Per citare questo articolo/To cite this article: F. De Maio, Scrivere architettura, presentazione della collana DODO della Scuola di dottorato IUAV, “La rivista di Engramma” n. 81, giugno 2010, pp. 102-104 | PDF

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2010.81.0021