Il Warburg Institute è ancora e senza dubbio quello che più di trent’anni fa è stato definito come il “luogo dove tutti i desideri di uno studioso sono appagati” (Chiara Frugoni). Da oggi, una parte significativa delle risorse custodite in quello che più di ogni altro resta l’indiscusso punto di riferimento per lo studio della tradizione classica e della storia della cultura è accessibile a studiosi e ricercatori direttamente online.
Sono stati presentati infatti ufficialmente al pubblico lo scorso 17 marzo nella sede dell’Istituto in Woburn Square i frutti del lavoro che per anni è stato condotto nell’intento di rendere accessibili sul web alcuni dei materiali e degli strumenti di ricerca disponibili; facendo tesoro, peraltro, di una lezione importante, tra le molte trasmesse da Aby Warburg: ben lontana dall’essere antitetica al mondo della ricerca umanistica, la tecnologia può rivelarsi strumento di enorme utilità laddove possa rendere migliore e più ampia la possibilità di avvicinamento, accesso e fruizione della conoscenza.
La sezione delle Electronic Resources presentata, accessibile dal sito dell’Istituto, raccoglie gli esiti dell’accurato e ambizioso progetto che ha interessato tre diversi ambiti e strumenti di ricerca: la biblioteca, la collezione fotografica e l’archivio.
Coordinate e sviluppate da François Quiviger, assistente bibliotecario e webmaster, le Digital Collections raccolgono ad oggi più di 600 titoli tra le fonti pertinenti all’età medievale e rinascimentale che risultano ormai al di fuori del mercato librario e pertanto non più soggette a vincoli di copyright, rendendole interamente e gratuitamente disponibili come file pdf sul sito dell’Istituto.
Chiunque abbia, seppur brevemente, frequentato il Warburg Institute sa quanto preziosa possa rivelarsi la sterminata Photographic Collection; in particolare, per chi si interessi più dei soggetti iconografici che dell’esame stilistico delle opere d’arte, una raccolta che, come questa, sia ordinata secondo categorie tematiche, anziché secondo un ordine cronologico o alfabetico per autore, costituisce uno strumento di lavoro incredibilmente ricco e utile. Come ha sottolineato il coordinatore Rembrandt Duits, l’Iconographic Database non intende essere il corrispettivo digitale della Photographic Collection, dal momento che ne raccoglie le immagini, secondo un sistema di classificazione per suddivisioni e sotto-raggruppamenti, aggiungendovi però anche quelle delle illustrazioni di libri antichi e rari conservati nella biblioteca. Questa operazione di messa online richiederà tempi lunghi per poter essere completata, e solo una piccola parte del materiale (poco più di 2300 immagini dall’arte tardo antica al XVIII secolo) è al momento disponibile sul web.
Come noto, l’Archivio del Warburg Institute conserva i materiali di lavoro, gli appunti, lo sterminato corpus di lettere e documenti di varia natura del suo fondatore, oltre ad altri materiali legati agli studiosi e ricercatori che, in veste di direttori o di personalità accademiche a diverso titolo legate all’Istituto, hanno lasciato qui una traccia importante del loro lavoro. Grazie all’allora responsabile dell’Archivio, Dorothea McEwan, nel 1993 ebbe inizio la catalogazione digitale e successiva messa online di una parte significativa di questi materiali. Un lavoro lungo e complesso che oggi può dirsi felicemente concluso: è infatti interamente consultabile online quella che va sotto il nome di Correspondence Collection e che, in parte manoscritta, comprende due distinte sezioni: la General Correspondence (lettere, cartoline e cablogrammi di/a Aby Warburg e di/a membri dello staff dell’Istituto, come Fritz Saxl e Gertrud Bing) e la Family Correspondence (pertinente la sfera privata e familiare di Aby). Oltre alle coordinate generali (data, mittente, tipologia di materiale), di ogni documento messo online viene fornito un conciso e insieme dettagliato estratto del contenuto. Va sottolineato come nel corso di questo lavoro di catalogazione non si sia trattato di mettere online solo materiali già noti, ma anche, in molti casi, di leggere sostanzialmente per la prima volta e, nel caso di manoscritti, letteralmente decifrare un gran numero di documenti. Tanto che, nell’abstract fornito online, non è raro il caso di lacune o punti interrogativi lasciati a indicare una parola difficilmente comprensibile o di cui si propone tentativamente una traduzione, nella speranza e in attesa che qualche ricercatore – e, in generale, navigatore – possa essere d’aiuto. Scriveva di Warburg Gertrud Bing nel 1958:
I saggi danno solo una parte di quanto la sua opera e la sua personalità abbiano significato per la ricerca scientifica. Per averne un quadro completo bisognerebbe aggiungere a quei saggi i numerosi frammenti, i richiami, appunti e abbozzi che si trovano nelle carte da lui lasciate.
Se è nell’Archivio che questi materiali sono conservati e se esso diventa, insieme a fonti scritte e iconografiche, a libri e immagini, ora più accessibile tramite il web, allora da oggi quel quadro più completo dell’opera, tanto auspicato e tanto necessario, può cominciare, pezzo dopo pezzo, ad acquistare contorni più definiti.
English abstract
A few years ago the Warburg Institute embarked on a major project aiming to make a number of the Institute’s resources available electronically through its website. This work, which is still in progress, has been recently presented to the public and resulted in the “Electronic Resources”, which are organized in three parts: Library (Digital Collections), Photographic Collection and Archive. Through the Institute’s website, over 600 titles of out-of-print sources are currently available as a pdf file, while more than 2300 digitised images from the Photographic Collection are currently online. The Correspondence Collection, which is part of the Archive holdings and preserves letters and postcards of/to Aby Warburg, is now fully accessible through the electronic catalogue and provides scholars and researchers with an invaluable and extremely helpful means.
keywords | Warburg Institute; Warburg Institute Archive; Warburg Institute Digital Collections.
Per citare questo articolo: Claudia Daniotti, News dal Warburg Institute: nuove risorse online, “La Rivista di Engramma” n. 80, maggio 2010, pp. 34-36 | PDF