I musei di Carlo Scarpa nel web
Bebet Trevisan
English abstract
Convegno Luminar 3. Internet e Umanesimo. Web_Musei | Fondazione Querini Stampalia, Venezia, 29/30 gennaio 2004
Il tema che Luminar ha proposto per questa edizione Web_Musei, mi ha permesso di aggiornare e approfondire una ricerca che qualche anno fa ho condotto prima sui musei italiani on line e poi sull’opera architettonica di Carlo Scarpa. Il binomio musei e Carlo Scarpa ha costituito così fin da subito un pretesto interessante per approfondire nel web uno dei più significativi aspetti dell’opera di questo importante architetto.
L’indagine nella rete con diversi motori di ricerca prediligendo le diciture “Carlo Scarpa”, “Carlo Scarpa architetto”, “Carlo Scarpa allestimenti” e “Carlo Scarpa musei”, ha prodotto centinaia di riferimenti, che si sono subito notevolmente ridimensionati dopo l’esclusione dei siti doppi e di quelli che citavano solamente il nome dell’architetto senza alcun riferimento alla sua opera. I siti analizzati sono stati perciò 103 contro i 75 visti qualche anno fa e, fra questi, solo 14 hanno trattato i musei e gli allestimenti scarpiani.
Ad esclusione di un paio di indirizzi, che fanno riferimento agli allestimenti museali di Scarpa a Castelvecchio e alla Querini Stampalia, e alcuni altri che accennano l’argomento fornendo una modesta galleria di immagini, gli altri siti di nostro interesse sono stati curati direttamente dai musei in cui Scarpa è intervenuto con un restauro o un riallestimento. È il caso per esempio del Museo di Castelvecchio a Verona, di Palazzo Abatellis a Palermo, della Gipsoteca Canoviana a Possano, del Museo Revoltella a Trieste e della Fondazione Querini Stampalia a Venezia.
Il museo di Castelvecchio dedica al restauro e all’allestimento di Scarpa un’intera sezione. Il materiale viene suddiviso in due parti: la prima dedicata alla biografia dell’architetto, la seconda alla sua attività di museografo. In questo sito viene sottolineata la geniale abilità di Scarpa nell’integrare le strutture del passato con l’innovazione del presente, e il perfetto equilibrio nel percorso espositivo tra la sistemazione architettonica e l’esposizione delle opere, facendo riferimento al fondo di 636 disegni conservati presso il Gabinetto dei disegni e delle stampe del Museo. Tra i memorabili allestimenti di Scarpa, che talora diedero inizio alla sistemazione di alcuni tra i più importanti musei italiani, Castelvecchio cita quello del Museo Correr (1957-1960) e della Galleria dell’Accademia a Venezia (1944-1949), la sistemazione di Palazzo Abatellis a Palermo (1953-54), l’allestimento delle prime sale del Gabinetto dei disegni e stampe della Galleria degli Uffizi a Firenze (1954-1956; 1957-1960), l’ampliamento della Gipsoteca canoviana a Possagno (1955-1957), e la sistemazione del pianterreno e del giardino della Fondazione Querini Stampalia. Il materiale fornito è complessivamente poco soddisfacente, il testo è molto generico, non sono presenti link di approfondimento e appaiono pochissime immagini sia degli ambienti, che dei dettagli architettonici e dei disegni.
Caso analogo è quello di Palazzo Abatellis a Palermo che dedica poche righe all’intervento di Scarpa. Viene sottolineato il rapporto dell’architetto con il soprintendente Giorgio Vigni e la volontà dei due di “far vivere… in armonia vicendevole l’architettura del palazzo e il contenuto”. L’attenzione maggiore viene data all’aspetto museografico descrivendo la sistemazione delle opere (soprattutto scultoree) su supporti metallici o lignei, e la loro collocazione su fondi colorati di pannellature in tessuto, in stucco veneziano o in legno. Risulta limitata anche la presenza di foto, per lo più dedicata a dettagli espositivi, mentre un’apposita sezione illustra la mostra conclusasi a luglio del ’91 dal titolo “Carlo Scarpa a Palazzo Abatellis. L’allestimento della Galleria Regionale della Sicilia, 1953-54”.
Altri siti poco soddisfacenti sia per la quantità che per la qualità delle informazioni e dell’apparato fotografico sull’intervento scarpiano sono quello della Gipsoteca canoviana di Possagno, che nella presentazione dello spazio espositivo, pur prevedendo una sezione denominata “ala Scarpa”, in questa si limita a citarne solamente il nome; e quello del Museo Revoltella di Trieste che accenna con due righe all’incarico dato a Scarpa per la nuova distribuzione degli spazi interni.
Più completo invece appare il nuovo sito della Fondazione Querini Stampalia, che già nel menu principale dà la possibilità di accedere a un’intera sezione dedicata all’architetto veneziano. Il materiale su Carlo Scarpa è organizzato per temi: l’intervento alla Querini Stampalia che riassume le motivazioni storiche della scelta dell’architetto e il rapporto tra questo e i committenti; la sezione sulla vita e le opere che, suddivisa per anni, documenta in modo puntuale i momenti più significativi della vita di Scarpa; il restauro in Fondazione, che viene ulteriormente dettagliato in diverse sezioni: il ponte, l’ingresso e la scala, il portego e il giardino; le attività promosse dalla Fondazione, che costituiscono un archivio di tutte le iniziative che la Fondazione ha organizzato su Scarpa dal 92 ad oggi; ed infine il Bookshop dove sono raccolte tutte le pubblicazioni sull’architetto e le immagini degli oggetti da lui disegnati e in vendita in Fondazione. Particolarmente significativa è la presenza della bibliografia su Scarpa che, riversata nel sito dopo essere stata presentata in uno dei consueti seminari organizzati in Fondazione il 28 novembre in occasione della morte dell’architetto, costituisce un valido strumento di lavoro.
Nel sito la sezione dedicata a Scarpa è completata dalla presenza di 25 immagini: alcune storiche in bianco e nero che testimoniano la presenza di Scarpa nel cantiere queriniano, alcune che riproducono i suoi disegni conservati in Fondazione, altre d’autore che illustrano l’opera nelle diverse stagioni, ed altre ancora che ne puntualizzano i dettagli architettonici. Tuttavia la galleria fotografica dovrebbe essere rafforzata e completata per poter mettere in risalto altri aspetti importanti, come ad esempio l’utilizzo dei diversi materiali, lo stato di degrado, le parti architettoniche già restaurate, l’intero nucleo di disegni, le copie di alcuni documenti sui lavori eseguiti e le immagini degli arredi da lui progettati. La sezione inoltre potrà in futuro essere completata da documenti, informazioni e immagini che illustrino il recente progetto di restauro finanziato dalla Regione Veneto, che prevede un cospicuo intervento conservativo sia nelle aree espositive che nel giardino.
Per quanto riguarda gli altri interventi museali di Scarpa, ovvero la sistemazione delle Gallerie dell’Accademia a Venezia, il riordino della quadreria del museo Correr, l’allestimento delle prime sale delle Gallerie degli Uffizi e gli allestimenti alla Biennale di Venezia le informazioni sono per lo più inesistenti; talvolta i musei si limitano a citarne il nome senza prevedere alcun tipo di informazione aggiuntiva. Tutti i siti analizzati inoltre non prevedono mai una selezione di immagini d’epoca sugli innumerevoli e straordinari allestimenti di mostre d’arte realizzati da Carlo Scarpa e neppure l’utilizzo di materiali audiovisivi per presentare, attraverso le parole dello stesso Scarpa, alcune degli interventi più significativi.
Tra gli altri indirizzi emersi nella ricerca, ampio spazio viene dedicato a recenti mostre temporanee dove viene prevalentemente privilegiato l’aspetto promozionale: “Carlo Scarpa Architect: Intervening with history” (CCA Montreal, 26 maggio-31 ottobre 1999) è un’esposizione ormai datata che viene tuttavia promossa in 5 siti; “Mostre e musei. 1944-1976” (museo di Castelvecchio , Verona,10 settembre 7 gennaio 2001) e “Case e paesaggi. 1972-1978” (Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Vicenza, 10 settembre-7 gennaio 2001) sono le due mostre più discusse che hanno il maggior risalto nel web e vengono trattate in modo piuttosto approfondito in ben 14 siti; “I disegni di Carlo Scarpa per la Biennale di Venezia. Architetture e progetti. 1948-1968” (Biennale di Venezia,Centro nazionale per le arti contemporanee, Roma, Università di San Paolo Brasile 2002-2003) è una mostra che viene trattata in 4 siti e non sempre si parla di tutte e tre le sedi espositive; “Carlo Scarpa, l’artigiano dell’architettura” (MAK Museo delle arti applicate di Vienna, 9 aprile-14 settembre 2003) è presente nel web per 3 volte, peraltro riferendosi sempre al recente acquisto da parte del MAK dei disegni di Scarpa di proprietà Anfodillo. Nonostante queste mostre si siano concluse da tempo tutti i siti continuano a mantenere una sorta di archivio fornendo al visitatore immagini, informazioni, comunicati stampa e cartella per i giornalisti. Un’altra esposizione a cui viene dato risalto è quella attualmente esposta a Bruxelles fino al 31 gennaio: “Carlo Scarpa (1906-1978) e Andrea Palladio (1508-1580). Tradizione e innovazione nell’architettura del Veneto” dove sono stati esposti dei suggestivi modelli lignei di edifici palladiani e scarpiani sia costruiti che solamente progettati.
Tra gli altri siti esaminati, la maggior parte presenta poche notizie biografiche sul noto architetto, senza fornire tuttavia il supporto di foto, nozioni sulle opere e sui progetti e link alle istituzioni che ne parlano in modo più dettagliato. Alcuni indirizzi illustrano brevemente l’attività di Scarpa come designer, allegando sempre qualche immagine di vetri, arredi o suppellettili per la casa; pochi altri trattano argomenti di carattere architettonico riferendosi per lo più alla tomba Brion nel cimitero di San Vito di Altivole.
Questo esame, particolarmente analitico e ravvicinato di come nel web i musei scarpiani parlino di Scarpa e di come gli altri siti testimonino gli interventi museali dell’architetto, si rivela complessivamente poco soddisfacente. Da un lato il grande numero delle citazioni del nome testimonia l’indubbia fama di respiro internazionale dell’architetto; dall’altra, l’assenza del catalogo completo della sua opera, la mancanza di informazioni più approfondite sui suoi interventi museali e l’inesistenza di foto e disegni che ne documentino il lavoro, le riflessioni e le scelte dei materiali, sottolineano la superficialità del lavoro finora eseguito. Sarebbe auspicabile perciò che in futuro nel web venisse dedicata più attenzione e professionalità alla figura di Scarpa, per evitare le continue ripetizioni di carattere biografico e approfondire invece, anche con il sopporto di banche dati e interventi di spessore, aspetti diversi come gli allestimenti d’arte, i materiali utilizzati, il rapporto con i committenti e gli artigiani, la conservazione e il degrado delle opere.
English abstract
For years Bebet Trevisan has been conducting research on Italian museums online and on the architectural work of Carlo Scarpa. The combination of museums and Carlo Scarpa thus immediately constituted an interesting pretext to explore one of the most significant aspects of this important architect’s work on the web. Luminar 3 conference. Internet and Humanism. Web_Museums | Querini Stampalia Foundation, Venice, January 29-30, 2004.
keywords | Luminar 3; Internet; Umanesimo; Museum; Webmuseum; Carlo Scarpa.
Per citare questo articolo: B. Trevisan, I musei di Carlo Scarpa nel web, “La Rivista di Engramma” n.33, maggio 2004, pp. 35-39 | PDF