Sara Agnoletto
15 opere maestre
Un'iniziativa del museo del Prado di Madrid che consente la visualizzazione in alta definizione online di 15 importanti opere d'arte
Il Museo Nacional del Prado di Madrid è una delle pinacoteche più importanti al mondo, grazie alla sua eccezionale collezione di quadri di maestri della pittura italiana, fiamminga e spagnola dal sedicesimo al diciannovesimo secolo: nelle sale espositive, dipinti prestigiosi di autori quali El Greco, Murillo, José de Ribera, Zurbarán, Raffaello, Veronese, Tintoretto, Van Dyck e Bosch – per citarne solo alcuni – fanno da cornice alle raccolte delle opere di Velázquez, Goya, Tiziano e Rubens, straordinarie per la loro completezza.
Dal passato mese di gennaio, grazie alla collaborazione tra Google Earth e Madpixel, è possibile rivolgere uno sguardo nuovo verso 15 capolavori dell'arte europea, appartenenti al Museo madrileno, e apprezzarne i dettagli nascosti dell'esecuzione, delle iconografie, delle vicende conservative.
Per realizzare questo progetto, è stato necessario eseguire una scansione fotografica della superficie pittorica dei quadri, ricorrendo a tecniche di rilievo fotogrammetrico: una volta mappato il dipinto, piccole regioni dello spazio sono state fotografate ad alta definizione; quindi l'immagine complessiva è stata ricomposta in post produzione, collocando ogni tassello fotografico nella propria maglia spaziale, come se si trattasse di un enorme puzzle. Le giga-immagini così ricavate (mille milioni di pixels), sono infine state incorporate in Google Earth e messe a disposizione degli utenti della rete (una breve presentazione pubblicitaria del lavoro svolto è disponibile in youtube).
Come è facile intuire, la creazione di immagini gigapixel di gran formato e alta definizione richiede conoscenze specializzate e una tecnologia avanzata, che permetta non solo la cattura di immagini estremamente particolareggiate, ma anche la loro elaborazione, archiviazione, gestione e fruizione: i dipinti gigapixel, infatti, occupano uno spazio di memoria molto esteso – nel caso del Giardino delle delizie di Bosch si tratta di 76.824.648 kilobyte – e non possono essere amministrati da una normale memoria ram, se non contando sul sostegno di un sistema di visualizzazione delle immagini in 3D, come quello offerto da Google Earth e Google Maps.
Quello presentato, non è l'unico esempio di una felice applicazione delle nuove tecnologie alla riproduzione di opere d'arte. Dal 27 ottobre dell'anno 2007, infatti, a conclusione di un progetto realizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano – in sinergia con la casa editrice De Agostini e HAL9000, è possibile navigare in alta risoluzione all'interno dell’Ultima cena di Leonardo Da Vinci. Inoltre, all'indirizzo internet http://iceman.eurac.edu/, le stesse tecniche permettono l'accesso alla documentazione fotografica (non solo quella realizzata con la luce bianca dello spettro visibile, ma anche quella con la luce ultravioletta) del corpo della mummia Ötzi, conosciuta anche come la mummia del Similaun o Uomo Venuto dal Ghiaccio, un reperto antropologico scoperto sulle Alpi Venoste (ghiacciaio di Similaun, 3.210 m s.l.m., ai piedi del monte omonimo) al confine fra Italia e la Valle del Tirolo Austriaco Ötztal (sul versante italiano, nella Provincia autonoma di Bolzano) nel 1991.
Grazie a questi contributi, un pubblico sempre più numeroso, può rivolgere uno sguardo indiscreto verso le opere d'arte – e non solo – e meravigliarsi di fronte alle nuove formule della visione come, tra settecento e novecento, ci si meravigliò di fronte a telescopi e microscopi, lanterne magiche e binocoli, fantasmagorie e cronofotografie. Grazie a contributi come quelli segnalati, fotografie realizzate con tecniche speciali e principalmente con fini diagnostici – radiografia, riflettografia infrarossa, fotografia infrarossa nei falsi colori, florescenza ultravioletta e ultravioletto riflesso – potrebbero essere messe a disposizione di una più ampia comunità di studiosi che vedrebbe migliorata la propria capacità di lettura dell'opera d'arte, non più limitata all'apparenza sensibile della superficie pittorica, ma capace di penetrare la materia per analizzare scritture e firme illeggibili, disegni preparatori e pentimenti, e attraverso lo studio della sovrapposizione degli strati pittorici tracciare la biografia dell'opera.
Ancora una volta internet si propone come un indispensabile strumento tecnico di costruzione, registrazione e diffusione della conoscenza.