Printing R-Evolution 1450-1500
Recensione della mostra al Museo Correr di Venezia*
Elisa Bastianello
English abstract
Nei tempi in cui l’ultima fase di evoluzione del libro, quella del digitale, è sotto scrutinio, la mostra al Museo Correr di Venezia (1 settembre – 30 aprile 2019) ci propone uno sguardo inedito sul passaggio alla precedente tappa evolutiva, quella della tipografia a caratteri mobili. Grazie agli studi portati avanti a partire dal 2014 dal team di 15cBOOKTRADE di Oxford, coordinato da Cristina Dondi, che è anche la curatrice della mostra, l’attenzione si sposta dalle edizioni agli esemplari, restituendo l’impatto, la vera rivoluzione, che la nuova arte tipografica ha rappresentato nella cultura, nell’economia e nella società della seconda metà del Quattrocento. Per una volta infatti non sono sotto osservazione (solo) i tipografi e le grandi edizioni che hanno fatto la storia dei “libri in culla” – gli incunaboli, ovvero i libri realizzati proprio nel primo mezzo secolo di tipografia – ma tutti gli esemplari di libri a stampa, realizzati tra il 1450 e il 1500, pervenuti fino ai nostri giorni. Esemplari che, a dispetto della communis opinio, non sono affatto pochi: il patrimonio degli esemplari pubblicati prima del 1500 ancora esistenti si aggira infatti sulle 450.000 copie e la mostra si fonda sui risultati ottenuti analizzando oltre il 10% dell’esistente, ovvero circa 50.000 codici. Non pochi, dicevamo, e non sempre arrivati a noi in condizioni ottimali, come ci mostra l’unico frammento convervato in Italia della famosissima ‘Bibbia delle 42 linee’ ultimata a Magonza da Johannes Gutenberg nel 1455: si tratta, infatti, di un foglio in pergamena che si è conservato perché era stato riutilizzato come foglio di guardia per la rilegatura di un altro libro, che fa parte proprio della Biblioteca del Museo Correr.
Notissima è la grande impresa di Gutenberg che introdusse la nuova arte tipografica, e altrettanto noto è l’incredibile lavoro svolto a Venezia da Aldo Manuzio, a cui è stata dedicata la mostra alle Gallerie dell’Accademia di Venezia in occasione del cinquecentenario della morte nel 2016 di cui abbiamo avuto modo di parlare (v., in Engramma giugno-luglio 2016 il contributo di Cesare De Michelis, Aldo Manuzio e umanesimo veneziano). Ma parlare della stampa solo attraverso le opere straordinarie ci restituisce una panoramica elitaria e alla fin fine miope, che non rende giustizia alla portata della rivoluzione che l’evoluzione delle tecniche nella realizzazione dei libri ebbe in quegli anni. Il progetto 15cBOOKTRADE si propone di rispondere a cinque fondamentali domande che trovano, nell’esposizione del Correr, una prima puntuale risposta:
Come erano distribuiti, usati e letti i libri?
Quanto costavano rispetto ai beni comuni?
Quali testi sono stati scelti per il nuovo formato?
Qual è stata la circolazione e il riuso delle immagini?
Come possiamo visualizzare queste informazioni?
Per focalizzare l’attenzione sui singoli esemplari e su tutte le informazioni che da essi possiamo ricavare è stato necessario costruire un nuovo database dedicato alle evidenze materiali negli incunaboli (MEI – Material Evidence in Incunabula), dove l’inserimento di informazioni specifiche, che vanno dalle legature alle note di possesso, alle glosse, ma anche dati diversi (ad esempio relativi al costo degli esemplari), consente di ricostruire dati sui manufatti e coordinate spazio-temporali finora sconosciute. Per ogni edizione troviamo l’elenco degli esemplari analizzati, scoprendone la loro storia attraverso le annotazioni, gli ex-libris, le registrazioni nei cataloghi. Scopriamo così che, scostandosi da un altro luogo comune tutto da sfatare, i primi libri a stampa non sono stati, se non in certi casi, oggetti elitari per pochi importanti personaggi, ma oggetti di uso comune, ben diffusi e distribuiti e, come tali, acquistati dalle persone di ogni origine e ceto. Un secondo database (Owners of Incunabula) permette invece di studiare i possessori di incunaboli (persone o enti) e le loro raccolte.
Grazie all’evidenza materiale, costituita in mostra dagli esemplari appartenenti principalmente alla Biblioteca del Correr studiati dal team, l’esposizione illustra, per esempio, il rapporto tra la nuova imprenditoria tipografica e la permanenza dell’attività degli scriptoria e i miniatori, le diverse forme fisiche nei libri e la varietà degli argomenti trattati. Ciascuna delle vetrine allestite nella straordinaria cornice della Libreria Pisani a San Vidal (sala 8 del percorso museale) racconta una storia: ad esempio, quella della bibbia smembrata e riusata; o la storia del libro stampato e poi miniato (a mano) come i manoscritti contemporanei, per poter competere in un mercato dove lo standard estetico era di altissimo livello. Ma soprattutto racconta di libri posseduti da uomini e donne, che non mancano di segnalare i loro nomi, o il loro apprezzamento a margine, indizi preziosi per i ricercatori da analizzare e registrare accuratamente per poter ricostruire la vita di ogni esemplare.
Grandi libri e libri minuscoli, testi illustrati, scritti per tutti gli argomenti e per tutte le tasche. Ed è proprio un registro manoscritto, posto nella teca centrale, il cuore di molte risposte sul costo effettivo dei libri. Si tratta del Zornale di Francesco de Madiis (Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, MS Ital. XI, 45 (7439)), lo straordinario registro di bottega che riporta 11.000 annotazioni relative alle vendite dei libri tra il 1484 e il 1488. Numeri da capogiro che ben spiegano la rapida integrazione a Venezia dei tipografi nelle confraternite, come testimoniano le ‘mariegole’ – mater regula, la regola madre – della Scuola Grande di San Rocco.
Numeri che resterebbero astratti senza la visualizzazione degli esempi concreti presenti nella stanza successiva, dove una serie di pannelli digitali ci guida attraverso la comprensione della complessa monetazione veneziana per capire la corrispondenza fra prezzi di libri, ricavati proprio dal Zornale e paragonati ai prezzi di beni di uso comune o alle paghe del tempo, con paragoni grafici efficaci ed immediati a cura di Studio Visuale. Ci sono certamente i libri dai prezzi inarrivabili per la persona comune, ma si tratta per lo più di edizioni eccezionali e non della regola. Solo il fatto che le edizioni di gran pregio (per altro analoghe, per contenuti e obiettivi di mercato alle ‘edizioni di lusso’ ancora presenti ai nostri tempi) siano le edizioni che vengono maggiormente studiate rispetto alle edizioni economiche (che, ripetiamo, risultano essere state alla portata veramente di tutte le tasche), ha contribuito a diffondere la falsa credenza che nei primi tempi della storia della tipografia il libro stampato fosse un oggetto riservato a una elite di nobili, di persone falcoltose, di alti prelati. Libri di ricette, di preghiere, libri con istruzioni pratiche per tutti i giorni sono meno noti sia perché il loro contenuto è stato troppo a lungo disdegnato dalla comunità scientifica, più attenta ai testi di importanza letteraria, sia perché, proprio per essere libri d’uso e ‘di consumo’, i singoli esemplari si sono più facilmente deteriorati, o sono andati dispersi (proprio in quanto non preziosi) negli oltre cinque secoli che ci separano dalla loro realizzazione e si conservano, spesso per caso, in copie uniche sparse nel mondo.
La storia di un incunabolo non si limita all’epoca di creazione, ma attraverso l’interpretazione delle informazioni lasciate, anche involontariamente, da chi ha avuto il singolo esemplare tra le mani, è possibile ricostruire la vita di un libro nello spazio e nel tempo, seguendo (o ipotizzando) i passaggi dalla stampa, alla bottega e più in generale alla distribuzione, fino al primo possessore e, quando possibile, ricostruendo tutti i passaggi successivi fino all’attuale collocazione, visualizzati in una mappa grafica.
L’analisi non si limita a possessori e costi: finalmente possiamo scoprire quanti erano i tipi di alfabeti impiegati sin dalla culla della nuova arte tipografica, oltre a quello latino, e i differenti tipi di scrittura, a partire da quella gotica impiegata nella Bibbia di Gutenberg, e poi riconoscere corrispondenze (a volte sorprendentemente avanzate anche rispetto al design grafico contemporaneo), fra tipi di font e contenuti. Molti luoghi comuni non reggono l’analisi delle evidenze materiali: per esempio l’uso dei libri da parte delle donne, a partire dalle comunità monastiche. Troviamo infatti signore e monache non solo tra le posseditrici di libri, ma anche tra le pioniere dell’arte tipografica.
In mostra, tutte queste informazioni, esito come si diceva di un importante progetto di ricerca scientifica (15cBOOKTRADE), invece che restare chiuse in ambito accademico, consegnate in relazioni e contributi accessibili agli studiosi del campo, sono felicemente dispiegate, raccontate e trasmesse a un pubblico più vasto, che può così apprezzare quale sia stato l’impatto culturale e sociale di questa rivoluzione, le cui conseguenze hanno di fatto contribuito a plasmare la nostra attuale cultura e società. Il successo della mostra che doveva chiudere il 7 gennaio, prorogata fino al 30 di aprile 2019, è la prova che il messaggio è arrivato.
L’analisi delle evidenze materiali ci avvicina agli antichi possessori dei libri perché, come noi, non si limitavano ad annotare il loro nome, ma anche esprimere giudizi sul contenuto, cancellare e correggere testi e immagini, integrarle o semplicemente lasciare qualche sghiribizzo in un momento di noia. Il parallelo con la rivoluzione digitale che stiamo vivendo attualmente appare più chiaro dall’evidenza dell’uso propagandistico del materiale stampato, che permetteva ai primi pamphlet di raggiungere, rapidamente e con costi contenuti, moltissime persone, immediatamente sfruttato dalla Chiesa, tutt’altro che ostile alle nuove tecnologie come si tende normalmente a pensare, ma pioniera anche in questa accezione.
Certamente il ruolo di Venezia in questo campo viene evidenziato sia dai numeri impressionanti sia dei tipografi, che dei librai e delle edizioni e degli esemplari stampati. La città lagunare diviene rapidamente il cuore della rivoluzione, centro della produzione e del commercio librario del tempo e la scelta di ospitare proprio nella meravigliosa cornice del Musei Civici di Venezia, tra le Sale monumentali della Biblioteca Marciana (una sezione limitata al solo mese di settembre 2018) e il percorso del Museo Correr (ancora fino ad aprile 2019), trova giustificazione anche nell’ampia collaborazione di numerose biblioteche veneziane al progetto. Il catalogo, edito da Marsilio, ci permette di approfondire con calma l’insieme delle informazioni disponibili attraverso i pannelli visibili in mostra.
Sempre nelle sale del Correr la Tipoteca Italiana Fondazione permette di toccare con mano l’arte della tipografia realizzando in diretta (solo il sabato) delle stampe con l’ausilio di strumenti tradizionali, trascinando il visitatore letteralmente nell’officina del tipografo, con gli odori e i rumori a corredo. Una mostra certamente densissima, che grazie all’uso degli strumenti digitali permette di ampliare la conoscenza del libro ‘in culla’ molto più che la semplice esposizione di originali che per motivi di conservazione non possono essere toccati e sfogliati, in grado di soddisfare lo studioso con informazioni accurate e precise, ma anche la famiglia e i ragazzi che trovano negli esempi grafici e, perché no, nella pratica tipografica, la possibilità di accedere ai risultati di anni di ricerca in modo immediato e accattivante.
*Ringrazio la dottoressa Monica Viero per la disponibilità e la cordiale ospitalità.
English abstract
The exhibition Printing R-Evolution offers the results of years of study by the 15cBOOKTRADE team from Oxford University within the wonderful framework of the Correr Museum in Venice, with the aim of making the results of research accessible not only to scholars but to a broader audience. The exhibition focusses on the second half of the fifteenth century, when printing with movable characters created not just an evolution from manuscript to printed books, but also a revolution in society and culture. The core of these studies deals with the analysis of the material evidence of each specimen rather than with descriptions of the publications, and is supplemented with visual digital panels for additional information.
keywords | Oxford University, Correr Museum Venice, 15cBOOKTRADE. printing.
Per citare questo articolo: Elisa Bastianello, Printing R-Evolution 1450-1500. Recensione della mostra al Museo Correr di Venezia, “La Rivista di Engramma” n. 162, gennaio/febbraio 2020, pp. 191-196. | PDF dell’articolo