"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

215 | agosto 2024

97888948401

Prometeo 1994 | INDA XXXIII stagione

Scheda con materiali completi dall’Archivio INDA e da altri archivi

 Carla Anzaldi

English abstract

§ Materiali di archivio (I. Documenti; II. Locandine e libretti; III. Galleria fotografica; IV. Video)
§ Per una restituzione della messa in scena del dramma
 

In questa scheda si presentano, raccolti insieme e riordinati per la prima volta, i materiali rinvenuti presso l’Archivio della Fondazione INDA (AFI) relativi alla messa in scena della tragedia Prometeo di Eschilo rappresentata al Teatro Greco di Siracusa dal 12 maggio al 19 giugno 1994 (si veda: Regesto degli spettacoli INDA al Teatro greco di Siracusa – 1914-2024). A seguire, si propone un’ipotesi di restituzione della messa in scena del dramma, ottenuta mediante il confronto tra i materiali video e fotografici e il testo del copione della tragedia nella traduzione di Benedetto Marzullo.

Materiali di archivio
I. Documenti AFI

Calendario delle date relative al XXXIII ciclo delle rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa dal 12 maggio al 19 giugno 1994, con informazioni relative alle trame degli spettacoli e ai prezzi dei biglietti.

Invito ufficiale dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico alla prima del Prometeo di Eschilo (sabato 28 maggio 1994 alle ore 18:30). 

Manifesto dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. In occasione dell’ottantennio della sua fondazione verranno rappresentati tre drammi: Agamennone di Eschilo, Acarnesi di Aristofane e Prometeo di Eschilo. 

Lista dei costumi per lo spettacolo Prometeo di Eschilo realizzati dalla sartoria Annamode '68.
Fonte AFI, Lotto VI, b. 2, fasc. 22, 1994 aprile 14 - 1994 maggio 20.

Figurino definitivo per la realizzazione del costume del personaggio di Prometeo (Roberto Herlitzka).
Fonte AFI, Lotto VI, b. 2, fasc. 22, 1994 aprile 14 - 1994 maggio 20. 

Figurino definitivo per la realizzazione del costume del personaggio di Io (Piera degli Esposti). 
Fonte AFI, Lotto VI, b. 2, fasc. 22, 1994 aprile 14 - 1994 maggio 20.

Figurino definitivo per la realizzazione del costume del personaggio di Oceano (Gabriele Ferzetti).
Fonte AFI, Lotto VI, b. 2, fasc. 22, 1994 aprile 14 - 1994 maggio 20.

Figurino definitivo per la realizzazione del costume del personaggio di Efesto (Gabriele Zanoletti).
Fonte AFI, Lotto VI, b. 2, fasc. 22, 1994 aprile 14 - 1994 maggio 20. 

Figurino definitivo per la realizzazione del costume del personaggio di Dominio e Terrore/Schutz (Piero di Iorio).
Fonte AFI, Lotto VI, b. 2, fasc. 22, 1994 aprile 14 - 1994 maggio 20. 

Figurino definitivo per la realizzazione del costume del personaggio di Ermes (Nello Mascia).
Fonte AFI, Lotto VI, b. 2, fasc. 22, 1994 aprile 14 - 1994 maggio 20. 

Figurini definitivi per la realizzazione del costume del coro delle Oceanine.
Fonte AFI, Lotto VI, b. 2, fasc. 22, 1994 aprile 14 - 1994 maggio 20. 

II. Locandina principale, libretti e locandine promozionali

Prometeo di Eschilo

Traduzione di Benedetto Marzullo
Regia di Antonio Calenda
Musiche di Germano Mazzocchetti
Scena di Bruno Buonincontri
Costumi di Bruno Schlinkert
Coreografie di Aurelio Gatti

Cast

Prometeo: Roberto Herlitzka
Schutz: Piero Di lorio
Staffel: Davide Sbrogiò
Efesto: Antonio Zanoletti
Oceano: Gabriele Ferzetti
Corifea: Benedetta Bucellato
lo: Piera Degli Espositi
Hermes: Nello Mascia

III. Galleria delle immagini fotografiche

Prometeo 1994 | Prometeo (Roberto Herlitzka) e Oceano (Gabriele Ferzetti). Dialogo tra Prometeo e Oceano.
(fotografia: fonte AFI).

Prometeo 1994 | In primo piano Prometeo (Roberto Herlitzka); dietro il Coro delle Oceanine. Scena di entrata del Coro.
(fotografia: fonte AFI).

Prometeo 1994 | Io (Piera Degli Esposti). Scena di sofferenza di Io. (fotografia: fonte AFI). 

 Prometeo 1994 | Scena finale del dramma con Prometeo (Roberto Herlitzka) al centro della scena durante il cataclisma da lui predetto.
(fotografia: fonte AFI).

IV. Video

Prometeo 1994 | Monologo di Prometeo (Roberto Herlitzka) nel prologo. (video; fonte: AFI).        

Per una restituzione della messa in scena del dramma

L’incrocio dei materiali rinvenuti nei diversi archivi ha consentito la realizzazione di una prima ipotesi di restituzione di alcuni brani del Prometeo, messo in scena a Siracusa nel 1994. In sequenza sono ordinati i video con giustapposti i versi della tragedia, nella traduzione di Benedetto Marzullo (grazie al confronto con l’audio), alternati alle immagini fotografiche con i brani del testo eschileo giustapposti alle immagini. Nel caso del raffronto immagine/testo, l’accostamento è proposto in via ipotetica mediante l’analisi della situazione scenica e delle posture dei personaggi. I materiali così organizzati, nel loro insieme, compongono una ipotesi di restituzione, il più possibile attendibile, della messa in scena del dramma.

Dal Prologo

Prometeo 1994 | Monologo di Prometeo (Roberto Herlitzka) nel prologo. (video; fonte: AFI). 

Riferimento | Eschilo, Prometeo, vv. 88-126 (trad. Benedetto Marzullo)

dall’audio del video

PROMETEO
Splendente etere, aure dalle ali veloci, dei fiumi voi sorgenti, delle onde marine interminabile sorriso, Terra di tutto Madre, nonché l'onniveggente disco del sole invoco:
vedete, quale strazio mi tocca soffrire, un dio per mano degli stessi dei.
Guardate, quale scempio mi dilania, per sterminati secoli dovrò sopportare.
L’improvvisato Conducator
degli immortali escogitò
a mio danno gli ignobili ceppi.
Ahi, mi lamento per la presente e la futura sofferenza: mai vedrò la fine di questi tormenti?
Chiacchiere: minutamente so prevedere tutto il futuro, nessuna disgrazia può colpirmi impreveduta. La sorte assegnata dovrò, tuttavia, sopportare paziente, riconoscere che neppure scalfire si può la forza del destino. Né tacere e neppure non tacere io posso, una simile sorte.
Perché i mortali beneficiassero del privilegio, io vengo inchiodato in simili ceppi. Ricolmo una canna, per loro sottrassi la favilla del fuoco: maestra di ogni arte di e quindi rivelata, immensa risorsa. Pago la colpa, alla volta del cielo inchiavardato.

PROMETEO
Attenzione, attenzione!
Quale fragore, quale afrore mi assale, nulla si vede: divina raffica o mortale, o mescolate assieme? Su questo sprone al confine della terra arriva qualcuno, spettatore della mia sciagura. Che altro si propone?
Guardatemi, sono in catene, divinità sventurata: io nemico di Zeus, a tutte le santità finito in odio, quante di Zeus coltivano il palazzo, devo scontare il troppo amore dedicato ai mortali.
Ahimé, lo strepito: lo sento piú vicino, sembrano le ali di rapaci. Freme l'etere, sferzato dai veloci colpi delle ali: mi sconvolge, quanto mi aggredisce insidioso.

confronto con il testo della traduzione di Marzullo

PROMETEO
Splendente etere, aure dalle ali veloci, dei fiumi voi sorgenti, delle marine onde interminabile sorriso, Terra di tutto Madre, nonché l'onniveggente disco del sole invoco:
vedete, quale strazio mi tocca soffrire, un dio per mano degli stessi dei.
Guardate, quale scempio mi dilania, per i secoli sterminati dovrò sopportare.
L'improvvisato Conducator
degli immortali escogitò
a mio danno gli ignobili ceppi.
Ahi, mi lamento per la presente e la futura sofferenza: mai vedrò la fine di questi tormenti?
Chiacchiere: minutamente so prevedere tutto il futuro, nessuna disgrazia può colpirmi impreveduta. La sorte assegnata dovrò, tuttavia, sopportare paziente, riconoscere che nemmeno scalfire si può la forza del destino. Né tacere e neppure non tacere io posso, una simile sorte.
Perché i mortali beneficiassero del privilegio, io sono inchiodato in simili ceppi. Ricolmo un cannello, per loro sottrassi la favilla del fuoco: maestra di ogni arte di e quindi rivelata, immensa risorsa. Pago la colpa, alla volta del cielo inchiodato.

PROMETEO
Attenzione, attenzione!
Quale fragore, quale afrore mi assale, nulla si vede: divina raffica o mortale, o mescolate assieme? Su questo sprone al confine della terra arriva qualcuno, spettatore della mia sciagura. Che altro si propone?
Guardatemi, sono in catene, divinità sventurata: io nemico di Zeus, a tutte le santità finito in odio, quante di Zeus coltivano il palazzo, devo scontare il troppo amore dedicato ai mortali.
Ahimé, lo strepito: lo sento piú vicino, sembrano le ali di rapaci. Freme l'etere, sferzato dai veloci colpi delle penne: mi sconvolge, quanto insidiosamente mi aggredisce.

NB | Il recitativo di Herlitzka coincide con la traduzione di Marzullo tranne che per la posposizione di alcune parole e l’utilizzo di sinonimi, dovuta probabilmente alla memorizzazione del copione e segnalate nel testo.

Dalla Parados

INDA, Prometeo 1994 | In primo piano Prometeo: dietro, il Coro delle Oceanine. Scena di entrata del Coro (fotografia: fonte AFI).

Riferimento | Eschilo, Prometeo, vv. 128-192 (trad. Benedetto Marzullo)

CORIFEA
Non spaventarti,
amica è la nostra flottiglia.
Con strenuo volteggio delle penne
ho raggiunto questo picco, l'animo
forzando del paterno genitore:
veloci mi spingevano le brezze.
Il fragore dei metallici colpi
percosse le viscere delle marine
spelonche, sconfisse il pudibondo
mio ritegno, scarmigliate
balzammo sull'alato carro.

PROMETEO
Ahimé, ahimé,
della prolifica Tètide progenie
e del padre Oceano figlie,
che con insonni flutti
la terra circonda,
guardate: vedete da quali
chiodi trafitto, su questo dirupo
monterò non invidiabile
guardia alle aguzze vette.

CORIFEA
Vedo, Prometeo:
angosciati sui miei occhi
si avventa un nuvolo
di lacrime, osservando il tuo
corpo rinsecchirsi sulla roccia,
scempio delle ferraglie. Improvvisati
dittatori pilotano l'Olimpo: con leggi
inaudite spadroneggia Zeus, regna
l'arbitrio, annientando
le titaniche prodezze di un tempo.

>>

Dal I Episodio

INDA, Prometeo 1994 | Dialogo tra Prometeo e Oceano (fotografia: fonte AFI).

Riferimento | Eschilo, Prometeo, vv. 284-396 (trad. Benedetto Marzullo)

OCEANO
Giungo a te, al termine
di un lunghissimo viaggio, Prometeo,
questo alipide volatile
con la mente pilotando, senza il morso.
Le tue tribolazioni, sappilo,
compiango, mi obbliga io credo
la comune parentela. Oltre alla schiatta,
per nessuno nutrirei solidarietà
maggiore, che per te: saprai che
è sincera, non sono abituato a falsi 
compliementi. Coraggio, dimmi come posso
aiutarti: dimmelo: non potresti nominare un amico, più fraterno di Oceano.

PROMETEO
Ehilà, che succede! Arrivi, anche tu,
testimone della mia sofferenza? Come
hai osato lasciare il tuo oceanico,
gli antri scavati nelle rocce, spingerti
in questa plaga, matrice del ferro? Vieni
forse a guardare la mia sciagura,
a consolarmi nel dolore? Osserva
lo spettacolo: ero amico di Zeus,
nella squadristica scalata al potere
lo sostenni, vedi come adesso mi schiaccia.

OCEANO
Vedo bene, Prometeo, vorrei consigliarti
per il meglio, sebbene astutissimo.
Conosci te stesso, adeguati al nuovo
corso: nuovo è lo stesso Cavaliere,
impostatosi agli dei. Se aspre, taglienti
minacce continui a scagliare, non impossibile
sarà che Zeus, dal suo scranno pur in cima
all’universo, non riesca a sentirti. La caterva
di mali che ora soffri ti sembrerà uno scherzo.
Deponi l’ira che ti infiamma, sciagurato:
cerca di liberarti dal martirio. Antiquato
ti sembrerà il mio dire, la tua è soltanto
conseguenza di una lingua scatenata. Tu ignori
chi sono i moderati, non ti pieghi sotto i colpi
delle sventure: alle attuali, altre vuoi
aggiungerne. Se mi ascoltassi (sono buon maestro),
non scalceresti contro lo sprone, vedendo
che un nuovo Presidente, a nessuno sottomesso,
ha il potere. Gli chiederò udienza, cercherò
con ogni mezzo di liberarti: ma tu càlmati,
non eccedere con la bocca. Ignori forse,
malgrado l’acutissimo intelletto, che
sovversiva lingua va pulita.

PROMETEO
Ti  ammiro: ti credi lontano da quel pasticcio:
tu protervo antemarcia al mio fianco.
Ma rinuncia, non darti pena. Non riesci,
mai lo convinceresti: attento, piuttosto,
a non cercarti guai per la strada.

>>

Dal III Episodio 

INDA, Prometeo 1994 | In primo piano la sofferenza di Io. Dietro il Coro delle Oceanine (fotografia: fonte AFI).

Riferimento | Eschilo, Prometeo, vv. 561-886 (trad. Benedetto Marzullo) 

IO
Quale terra, quale gente? Chi sarà
costui, inchiodato sulla roccia,
dalle tempeste sferzato, quale
colpa sconta? Spiegami: dove
approda stremato, il mio peregrinare?
Ahi, ahi, ahimé!
Nuovamente mi trafigge
il mitico ronzone: spettro
del diabolico Argo. Scaccialo,
Madre Terra. Mi atterrisce questo
mandriano, dai mille occhi: il ceffo
mi svolazza intorno, neppure morto
lo accoglierebbe la terra. Sventurata,
dal regno dei morti mi persegue
famelico, lungo la sabbia del mare.
Sentite, languidamente risuona
il flauto, di cera connesso, induce
al sonno la melodia. Ahimé, dove
mi condurrà la fuga randagia?
Quale mai, figlio di Kronos, per quale
colpa ferocemente mi punisci?
Ahi, ahi,
con il terrifico assillo, mi spingi
alla follia. Bruciami col fuoco, sotto
terra sprofondami, dammi in pasto
alle marine belve: non respingere,
Signore, le mie suppliche. Sono sfinita
dal vagare infinito, non so capire come
sottrarmi alla persecuzione. Ascolta la voce
di una vergine, mutata in cornigera bestia.

PROMETEO
Come non dare ascolto alla ragazza,
tormentata dall'assillo: di Inaco è figlia!
Il cuore di Zeus ha intenerito
d'amore: di qui la fuga interminabile,
di lei si vendica la gelosia di Hera.

IO
Come conosci il nome di mio padre?
Sono sfinita: dimmi chi sei, spiega
tu sofferente la verità a me sofferente.
Hai dato un nome al mostro scagliatomi
dal cielo, per consumarmi di trafitture
allucinanti. Ahimé, ahimé, con balzi
da animale affamato, sono giunta qui,
con impeto furioso: sono vittima
di Hera, una perfida vendetta. Di quanti
infelici, simile è la sofferenza?
Chiaramente prospettami, ti prego,
quanto resta da soffrire. Quale rimedio
o farmaco contro il malanno, saprai
indicarmi? Spiegalo, alla vergine raminga.

PROMETEO
Chiaramente ti dirò quanto chiedi di sapere.
Senza veli enigmatici, con schiette parole:
è giusto parlare agli amici apertamente.
Ho dispensato il fuoco ai mortali, sono Prometeo.

IO
Il Santo protettore, per la comunità dei mortali!
Ma tu, quale errore stai scontando, Prometeo?

PROMETEO
Ho appena smesso di piangere le mie sciagure.

IO
Mi concederesti una sola grazia?

PROMETEO
Dimmi quale: da me saprai tutto.
Spiegami, chi ti ha inchiodato su questo dirupo?

PROMETEO
Di Zeus è il decreto, di Efesto la mano.

IO
Per quali errori, sconti la pena?

PROMETEO
Quanto ho detto, basti!

IO
Allora spiegami, dove si fermerà il mio
vagare, quanto tempo dovrò soffrire ancora.

>>

Dall’Esodo

INDA, Prometeo 1994 | Scena finale del dramma con Prometeo al centro della scena durante il cataclisma da lui predetto (fotografia: fonte AFI).

Riferimento | Eschilo, Prometeo, vv. 1080-1093 (trad. Benedetto Marzullo)

PROMETEO
Su questa scena: tutt’altro che
a parole la terra è squassata,
sotterraneo rimbomba il fragore
del tuono, lampeggiano i guizzi
della folgore infuocati, vorticosa
turbina la polvere. Scrosciano tutti
i venti, l’un l’altro sconvolge, scatenata
rissa, si rimestano l’etere e il mare.
Arriva il colpo, che mi ha scagliato Zeus:
come negare il terrore che mi assale?
Madre mia venerata, tu Etere che luce
dardeggi universale, vedete cosa
io patisco: contro ogni giustizia.

Bibliografia
Riferimenti bibliografici 
Recensioni 
Sitografia
English abstract

This document presents for the first time the materials housed in the Archivio della Fondazione INDA (AFI) related to the staging of Aeschylus' tragedy Prometheus Bound at the Greek Theatre of Syracuse from 12 May 12 to 19 June 1994 (see: Regesto degli spettacoli INDA al Teatro greco di Siracusa – 1914-2024). It then proposes a reconstruction hypothesis for the play’s staging obtained by comparing the video and photographic materials with the script of the tragedy in Benedetto Marzullo’s translation.

keywords | INDA; Prometeo 1994; Roberto Herlitzka; Piera Degli Esposti.

Per citare questo articolo / To cite this article: Carla Anzaldi, Prometeo i1994 | INDA XXXIII stagione. Scheda con materiali completi dall’Archivio INDA e da altri archivi, “La Rivista di Engramma” n. 215, agosto 2024.

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2024.215.0000