Mese di Maggio - Gemelli
Marco Bertozzi
>Mese per mese
Fascia superiore
Tutela di Sol-Apollo, che celebra il suo trionfo assiso su un carro trainato da quattro cavalli di diverso colore, che alludono al trascolorare del giorno e della notte. Sol-Apollo regge un globo con la mano destra e un arco con la sinistra. Sopra la corona solare del dio, volteggiano un falco e un cigno. Assume le vesti dell’Aurora, alla guida del carro solare, la gemella di Apollo, Artemide (Diana), divinità posta a tutela del Sagittario, il segno diametralmente opposto a quello dei Gemelli.
Le relazioni gemellari, di cui è costellata la fascia superiore di questo scomparto, trovano senso e amplificazione nella folta serie di putti disposti due a due. Alle spalle dei putti tra loro gemellati, le Muse e la fonte Castalia con Pegaso, il cavallo alato. Dietro una roccia spunta per metà un pavone, secondo il suggerimento di Picatrix (cfr. Bertozzi, 1999, pp. 33-34). Alla destra di Apollo, campeggiano quattro sparvieri, accanto ad un tripode ricoperto dalla pelle del serpente Pitone (da cui prese nome la Pizia) ucciso dal dio sull’isola di Delo, dove iniziò a fornire responsi (cfr. Boccaccio, Gen. de., IV, 20). Nel tempio di Apollo, a Delfi, si trovava l’oracolo più famoso dell’antica Grecia. I figli di Sol-Apollo sono rappresentati da un gruppo di poeti, letterati e artisti, che completano la scena.
Fascia mediana - I tre decani accompagnati dal segno zodiacale dei gemelli
Primo decano (Gemelli I)
Un uomo, in piedi, di nobile lignaggio, riccamente abbigliato, che tiene un lungo bastone con la mano destra; la sinistra è sollevata su un paggio inginocchiato.
Questa immagine dipende dalla sfera persiana di Albumasar (Bertozzi 1999, pp. 51-52; Jaffé [1932] 1999, p. 116 e p. 126, nota 5). Il testo originario arabo (cfr. Boll 1903, pp. 503-505) menziona un uomo che tiene in mano un bastone; con lui ascendono, dalla parte meridionale del cielo, due carri trainati da due cavalli, su cui c’è un cocchiere che guida entrambi. La descrizione, non facile da decifrare, fu risolta con difficoltà dai traduttori latini: il primo cocchiere sta in piedi con un bastone (la frusta?) nella destra; il secondo appare, in subordine, come suo servitore. Si tratta ancora di un riferimento alla costellazione dell’Auriga, che Manilio colloca nell’Ariete, Arato fra Toro e Gemelli e Igino nei Gemelli.
Secondo decano (Gemelli II)
Due uomini nudi: uno suona il flauto, con un ginocchio piegato a terra; l’altro è inginocchiato, con le braccia piegate sul petto.
L’immagine risale alla sfera persiana di Albumasar (Bertozzi 1999, p. 52; Jaffé [1932] 1999, p. 116). Si tratta di una rappresentazione di Apollo e di Ercole, con cui Tolomeo identifica le due stelle di Castore e Polluce, i gemelli che il mito astrale ha posto sull’omonimo segno zodiacale. Ercole è raffigurato dalla figura dell’inginocchiato, mentre il gemello Apollo dall’uomo che suona il flauto, che qui prende il posto della lira (Boll 1903, p. 505, nota 5).
Terzo decano (Gemelli III)
Un uomo ben vestito, che sta in piedi; tiene arco e frecce con la destra e porta una faretra al fianco sinistro.
La descrizione di questo decano, derivante dalla sfera indiana di Albumasar, si riferisce all’immagine dell’Apollo greco (Boll 1903, p. 507). In alcuni manoscritti illustrati, sempre di Albumasar, la figura di questo decano è rappresentata da un cacciatore con arco, frecce e faretra, intorno al quale appaiono numerosi strumenti musicali, tra cui la lira (Gundel 1936, tav. 21). Dunque, si tratta ancora di una parte della costellazione dei Gemelli.
>Riferimenti bibliografici