Mese di Giugno - Cancro
Marco Bertozzi
>Mese per mese
Fascia superiore
Tutela di Hermes (Mercurio), in trionfo su un carro trainato da due aquile. Il volto di Mercurio non è più leggibile, mentre sono facilmente riconoscibili i suoi attributi: lira e caduceo.
La scena, a sinistra, ci mostra i figli della divinità, tre giovani che suonano strumenti a fiato. I lupi e le scimmie, che compaiono in questa parte della fascia pittorica, testimoniano di nuovo l’influenza del trattato di magia talismanica Picatrix, la fonte che associa questi animali a Mercurio (cfr. Bertozzi 1999, pp. 33-34). Dall’altra parte della scena, a destra, si scorgono botteghe di mercanti, altri figli della divinità, e l’affollarsi di personaggi ben vestiti, intenti a traffici e commerci. Sulla montagna, più in alto, è rappresentato il mito di Io, amata da Giove e poi trasformata in giovenca per nasconderne l’identità a Giunone, che affida poi la custodia della rivale ad Argo, dai cento occhi. In seguito, Giove incarica Mercurio di liberare Io: egli, travestitosi da pastore, tramite il magico bastone e il dolce flauto addormenta Argo e lo decapita, con grande spargimento di sangue, com’è puntualmente documentato dall’affresco. C’è da aggiungere che, secondo il mito dettagliatamente narrato nelle Metamorfosi di Ovidio (I, 583-750), l’adirata Giunone fa correre Io per il mondo intero, sino al fiume Nilo, dove la ninfa riacquista l’aspetto di un tempo e assume la figura di Iside, la grande dea egizia. Ricordiamo che Iside, “regina decanorum”, riaffiora nel secondo decano di questo mese, sopra il segno zodiacale del Cancro.
Fascia mediana – I tre decani accompagnati dal segno zodiacale del cancro
Primo decano (Cancro I)
Un giovane di piacevole aspetto, svestito, cinto in vita da un ramo ricoperto di fronde. In origine, teneva un oggetto (uno strumento a fiato?) con la mano sinistra, oggi non più leggibile.
Nel testo di Albumasar (sfera persiana e indiana) si nomina la figura del “Satiro”, ricoperto di grappoli e tralci d’uva e dalle “dionisiache” e contorte movenze (Bertozzi 1999, pp. 54-55). Si tratta di una metamorfosi di Orione, la costellazione del grande cacciatore, che, ebbro di vino, avrebbe usato violenza a Merope. In questo senso, si spiegherebbe l’associazione Satiro-Orione, testimoniata dai manoscritti astrologici.
Secondo decano (Cancro II)
Due donne, abbigliate con regale eleganza. Una è in piedi, con le mani ripiegate sul ventre. L’altra è sovranamente assisa su un cuscino (il suo trono), regge uno scettro con la destra e reca in capo un diadema.
Gli attributi della donna seduta, che compaiono nelle descrizioni di Albumasar, ci permettono di identificare questa figura con la dea egizia Iside, la regina dei decani, intesa come astro di Sirio e Venere insieme (Boll 1903, pp. 208 sgg.; cfr. Bertozzi 1999, p. 55). Ricordiamo che la levata eliaca di Sirio era fondamentale per l’intero calendario egizio.
Terzo decano (Cancro III)
Un giovane dai piedi palmati e unghiati (anomalia condivisa con il terzo decano del Toro, due casi in cui sopravvivono tratti mostruosi). Sulla figura si inerpica un drago-serpente alato. Il suo piede sinistro poggia sulla poppa di una nave carica d’oro e d’argento, come indica la sfera indiana di Albumasar (Bertozzi 1999, pp. 55-57; Jaffé [1932] 1999, p. 117).
Si tratta di una parte della costellazione Argo e del suo stellare nocchiero, Canopo, che condusse la nave di Menelao in Egitto, dove morì – alle foci del Nilo – per il morso di un serpente. Mitico evento, di cui l’affresco conserva, con efficacia figurativa, la memoria (Bertozzi 1999, p. 57).
>Riferimenti bibliografici