Galleria delle immagini di Giovanni VIII Paleologo: un aggiornamento
Alessandra Pedersoli
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Nel 1438 l’arrivo in Italia della delegazione bizantina in occasione del concilio di Ferrara-Firenze che doveva sancire l’unione della chiesa di Roma con quella di Costantinopoli ebbe un impatto tangibile nell’immaginario rinascimentale. Giovanni VIII Paleologo, penultimo imperatore di Bisanzio, con finalità tutt’altro che religiose, bensì squisitamente politiche, visitava la penisola per la seconda volta. Una prima visita era infatti avvenuta tra il 1423 e il 1424, sempre con lo stesso unico fine: trovare nell’occidente un potente alleato che potesse proteggere Costantinopoli dalla pressione turca che, regione dopo regione, stava fagocitando l’ormai morente impero romano d’Oriente. Durante il suo primo viaggio Giovanni Paleologo non è ancora imperatore, ma ha modo di visitare Venezia e alcune città padane; contemporaneamente andava diffondendosi la sua immagine ufficiale, legata per lo più al padre Manuele II e ai fratelli, tra cui il futuro Costantino XI, ultimo imperatore dei romani, che soccomberà proprio durante l’assedio della capitale, conquistata definitivamente dai turchi nel 1453 per mano di Maometto II.
La fortuna orientale legata all’immagine dell’imperatore [sezione 1] si iscrive in quella che è la tradizione bizantina, con l’esibizione delle insegne del potere e l’accezione sacrale del corpo del sovrano, caratterizzato sovente dal capo nimbato e dai calzari purpurei (sulla figura di Giovanni VIII Paleologo, il concilio di Ferrara-Firenze e la fortuna del ritratto imperiale si veda il saggio pubblicato in Engramma n. 9, giugno 2001, e in Engramma n. 59, novembre 2007).
In occidente una prima eco delle suggestioni derivanti dalla delegazione bizantina in visita si possono rintracciare in alcune opere di Pisanello e Gentile da Fabriano [sezione 2], qualche anno dopo l’imperatore compare anche nella Cavalcata di palazzo Medici Riccardi a Firenze di Benozzo Gozzoli come uno dei tre Magi [sezione 3], ma è solo a seguito del concilio di Ferrara-Firenze che il profilo di Giovanni VIII si sintetizza nei due attributi che lo renderanno celebre; la barba appuntita e lo skiadion, il copricapo a tronco di cono con larga tesa.
Già negli schizzi preparatori che Pisanello realizza durante le sessioni del concilio ora conservati al Louvre [sezione 4] è possibile osservare come dei due ritratti imperiali è proprio quello di profilo che verrà preferito per il conio della medaglia. L’artista, che aveva già avuto modo di incontrare il sovrano in occasione della prima visita in occidente presso la corte di viscontea a Pavia, ha il merito non solo di realizzare la prima medaglia rinascimentale [sezione 5], ma di originare una fortuna iconografica che, per quasi un centinaio d’anni, andrà a declinarsi in esiti talvolta inaspettati. Rintracciare e monitorare le diverse accezioni con cui il profilo di Giovanni VIII Paleologo si diffonde nelle arti figurative non può seguire un percorso univoco o lineare, ma richiede il confronto su artisti, contesti e tipologie materiali spesso molto lontane o diverse tra loro.
Questa galleria intende tracciare dei percorsi – tutt'altro che lineari e che spesso vengono ad intrecciarsi e accavallarsi – attraverso i quali seguire la fortunata diffusione dell’effige del penultimo imperatore di Bisanzio. È possibile circoscrivere a tre ‘artisti guida’ la derivazione di gran parte delle iconografie con il profilo del sovrano: in primis Pisanello, poi Filarete e Piero della Francesca. A partire dalla medaglia è possibile rintracciare l’origine della fortuna in area romana con Filarete [sezione 7], alla quale si ispira per il Busto dei Musei vaticani, ma soprattutto per alcuni degli episodi del concilio raffigurati sulla porta bronzea della basilica di San Pietro (realizzata tra il 1439 e il 1445) in cui Giovanni VIII è ben riconoscibile dallo skiadion. È quindi da Filarete che è possibile far derivare la fortuna ‘romana’ delle riprese del profilo del sovrano, che con Perugino e Pinturicchio dopo aver intercettato la tradizione legata a Piero della Francesca (vedi infra), avrà larga eco in tutto il centro Italia. All’artista e trattatista fiorentino, che sarà attivo a Milano presso la corte sforzesca, è possibile anche ascrivere la fortuna nelle valli alpine, in particolare lombarde. È in questi anni che si consolida uno dei tipi iconografici con cui si diffonde il profilo di Giovanni VIII: la figura del potente assiso in trono nell'atto di giudicare, proprio soprattutto di PiIato. L'esempio più noto si rintraccia nel particolare della Flagellazione di Piero della Francesca della Galleria nazionale delle Marche di Urbino, in cui il sovrano è ritratto ai margini del dipinto, seduto in trono e chiaramente riconoscibile dagli attributi che la medaglia pisanelliana aveva reso celebri. A Pisanello, attraverso Piero della Francesca – che dà il medesimo volto al Costantino che caccia Massenzio nella Battaglia del ciclo di Arezzo con le Storie della vera croce – si rifanno gli artisti fiorentini e senesi: Biagio d'Antonio, Apollonio di Giovanni, il Pesellino, ecc. [sezione 8] La pittura di cassone è uno dei medium che riporta con più insistenza il profilo imperiale, sino a connotare anche figure femminili, su tutte la regina di Saba, come nei pannelli con le sue storie dipinti da Apollonio di Giovanni in numerose versioni come quelle del Victoria&Albert di Londra, del Museum of Art di Birmingham in Alabama, del Crawford Collection di Edimburgo.
Lo skiadion e la particolare barba puntuta compaiono anche nella tradizione veneta [sezione 9], derivanti anche in questo caso dalla mediazione pisanelliana: dal primo esempio in Santa Maria della Scala a Verona di Giovanni Badile che riprende i tratti della medaglia, ad altri esempi, meno noti di Antonio Vivarini e Vittore Carpaccio in cui il profilo del Paleologo va a connotare figure di astanti o di savi dal gusto orientale. Una tradizione poco nota si rintraccia anche oltralpe [sezione 10]: in Germania Hans Holbein il Vecchio ripropone in ben quattro particolari il profilo di Giovanni VIII Paleologo (anche qui chiaramente riconoscibile dallo skiadion) come Erode e Pilato nel Polittico con le Storie della Passione dell’Altepinakothek di Monaco. Dopo Holbein altre citazioni si ritrovano in Urban Görtschacher e Albrecht Dürer.
Un'altro veicolo di trasmissione dell'effige del Paleologo è rappresentata dalla miniatura [sezione 11]: il 'tipo orientale' – sapiente, eroe, sovrano – è ritratto con lo skiadion, e sovente colto di profilo, con barba appuntita e mento prominente. A metà del XV secolo è particolarmente ricorrente in alcuni codici minati, su tutti le Vite parallele di Plutarco della Biblioteca Malatestiana di Cesena (ms. S. XV 2) o le opere virgiliane della Riccardiana di Firenze (ms. Ricc. 492), queste ultime realizzate da Apollonio di Giovanni, in cui il celebre copricapo viene prestato anche a figure femminili come Didone.
Significativa e ancora da esplorare è invece la tradizione ceramica, di cui si conoscono alcuni esemplari riconducibili alle città sede del concilio (Ferrara e Firenze) del 1438-1439 [sezione 6], e l'incisione [sezione 12].
La fortuna del profilo pisanelliano di Giovanni VIII Paleologo - che alla fine del XV secolo è di fatto il tipo del sovrano e del sapiente orientale sino a divenire nell'immaginario occidentale il profilo di Maometto II [sezione 13] - viene progressivamente ad affievolirsi. Ma la forza evocativa del profilo sopravvive latente e ancora ai nostri giorni, come testimonia l’etichetta di un whisky scozzese in una serie di bottiglie dedicate a uomini illustri, ritorna a caratterizzare il sovrano orientale.
La riorganizzazione della galleria, già in più occasioni rivista e aggiornata nei passati numeri di Engramma (vedi in Engramma le precedenti Gallerie I versione 2002, I aggiornamento 2006, II aggiornamento 2007) non può avere (e mai avrà) carattere e forma definitiva; è ora nuovamente riproposta corretta e arricchita in molte sue parti. Il lavoro, da considerarsi in fieri, propone un’articolazione cronologica delle immagini della galleria (che ora superano il centinaio di unità) e contestualmente una suddivisione per sezioni tematiche.
Sezioni tematiche della galleria
◆Sezione 1 - Tradizione bizantina e orientale
◆Sezione 2 -Primo viaggio in occidente: possibili fascinazioni
◆Sezione 3 - Secondo viaggio in occidente: Benozzo Gozzoli
◆Sezione 4 - Secondo viaggio in occidente: Pisanello e i disegni preparatori per la medaglia
◆Sezione 5 - Pisanello: medaglia e varianti
◆Sezione 6 - Secondo viaggio in occidente: ceramica ferrarese e fiorentina
◆Sezione 7 - Da Pisanello: la tradizione ‘romana’. Pinturicchio, Flarete e le derive lombarde
◆Sezione 8 - Da Pisanello: la tradizione fiorentina e senese. Piero della Francesca, Rambaux
◆Sezione 9 - Da Pisanello: tradizione veneta. Giovanni Badile, Vivarini, Carpaccio
◆Sezione 11 - La fortuna nella miniatura: i tipi del sovrano, il sapiente, l’eroe orientale
◆Sezione 12 - La fortuna nelle incisioni: i tipi del sovrano, il sapiente, l’eroe orientale
◆Sezione 13 - Da Maometto II al tipo orientale
Galleria in ordine cronologico
English abstract
Update of the iconographic gallery dedicated to Giovanni VIII Paleologo, second to last emperor of Byzantium.
keywords | Giovanni VIII Paleologo; Emperor; Byzantium; Iconography.