"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

105 | aprile 2013

9788898260508

Il cielo di Padova

I decani di Palazzo Schifanoia di Ferrara e il Palazzo della Ragione di Padova: un confronto

Martino De Rossi, Isabella Tenti

English abstract

La contiguità delle tavole 23, 24, 25, 26, 27 dell’Atlante Mnemosyne di Aby Warburg segnala che l’influsso delle fonti astrologiche circolanti nel XV secolo nei grandi cicli iconografici che decorano gli edifici delle città padane di Padova (Palazzo della Ragione) e di Ferrara (Palazzo Schifanoia) presenta tratti comuni che vanno però convocati e interrogati con prudenza: a una disamina attenta, le analogie tra queste due, pur affini, rappresentazioni pittoriche del cosmo e dell’influsso dei pianeti sulla vita dell’uomo si delineano piuttosto secondo una generale omogeneità tematica, che si presta non senza difficoltà a raffronti puntuali, e appare opportuno presentare qui in una breve nota, in vista di un ampliamento dell’orizzonte critico sulla questione della identificazione dei cosiddetti ‘decani’ della fascia mediana di Schifanoia. Il caso del Palazzo della Ragione di Padova è un esempio di trasposizione di immagini e simboli dal De signis celestibus eorumque significatione et potestate, scritto da Pietro D'Abano nel 1293 (a noi noto attraverso l’edizione a stampa di J. Engel del 1488, l’Astrolabium Planum) ad affreschi tanto da configurarsi come una “immensa pagina di un libro ai fini della determinazione del destino” (Warburg, appunti tavola 23). Più difficile risulta l’identificazione di un’unica fonte alla base del ciclo pittorico di Palazzo Schifanoia. Secondo quanto sostenuto da Warburg nella conferenza tenuta in occasione del X Congresso internazionale di Storia dell'Arte a Roma del 1912, dagli affreschi del Salone dei Mesi emergono tracce riconoscibili dei trattati astrologici noti a Pellegrino Prisciani – l’erudito di corte ideatore, secondo Warburg, del ciclo iconografico – tra i quali spiccano i testi di Manilio (per la fascia superiore con il trionfo degli dei olimpi) e Abumasar (per la fascia intermedia dei ‘decani’), e tra i quali si colloca, come possibile testo mediatore, anche lo stesso trattato di Pietro d’Abano.

A livello rappresentativo e iconografico, un tentativo di raffronto puntuale dei singoli mesi astrologico-zodiacali nei due sistemi conduce a istituire sia punti di contatto sia elementi di divergenza rispetto al testo di Pietro d’Abano: tra le rappresentazioni affini e accostabili risaltano, rispettivamente a Ferrara e a Padova con corrispondenza di mese, il primo decano della Vergine e la Cerere nel sedicesimo riquadro di Agosto, il terzo decano dei Gemelli e l'uomo che impugna una balestra nel ventunesimo riquadro del mese di Maggio; tra le immagini che manifestano evidenti difformità nei due cicli vi è in particolare il primo decano dell'Ariete a Schifanoia e il Guerriero rappresentato nel sesto riquadro del mese di Marzo, ancora sotto il segno dell'Ariete nel Salone patavino.

Figura 1 - Gherardo di Andrea Fiorini da Vicenza (?), Primo decano della Vergine, Salone dei Mesi di Schifanoia, Ferrara. Figura 2 - Nicolò Miretto e Francesco da Ferrara, Cerere, Mese di Luglio, Palazzo della Ragione, Padova. Figura 3 - J. Engel, Mese di Agosto, dall'Astrolabium Planum.

A Ferrara il primo decano della Vergine [figura 1], Cerere che tiene alte con la mano destra alcune spighe, trova una puntuale corrispondenza nel sedicesimo riquadro di Agosto a Padova [figura 2], ritraente una giovane donna dai capelli biondi e l'abito chiaro e morbido anch'essa con spighe. La corrispondenza con il trattato di Pietro d'Abano non avviene tuttavia con una raffigurazione di 'facies' o figli del mese ma con il segno stesso, personificato in una donna con spighe confrontabile alle altre due [figura 3].

Figura 4 - Francesco del Cossa e bottega, terzo decano dei Gemelli, Salone dei Mesi di Schifanoia, Ferrara. Figura 5 - Nicolò Miretto e Francesco da Ferrara, Uomo con arco, mese di Maggio, Palazzo della Ragione, Padova. Figura - 6 J. Engel, quinto riquadro del mese di Maggio, dall'Astrolabium Planum, “Homo tenens sinistra manu balistam … Homo ad bellum se parans.”

Il terzo decano ferrarese dei Gemelli [figura 4], uomo con arco, frecce e faretra, evoca il ventunesimo riquadro nel settore di Maggio del Salone dei mesi padovano in cui è raffigurato un cacciatore che tiene un arco [figura 5]. Un uomo che regge una balestra si trova peraltro nel quinto riquadro dei Gemelli dell'Astrolabium Planum [figura 6], descritto come "Homo tenens sinistra manu balistam ... Homo ad bellum se parans" [Engel 1488].

Figura 7 - Francesco del Cossa e bottega, primo decano dell’Ariete, Salone dei Mesi di Schifanoia, Ferrara. Figura 8 - Nicolò Miretto e Francesco da Ferrara, Guerriero, mese di Marzo, Palazzo della Ragione, Padova. Figura 9 - J. Engel, prima ‘facies’ dell’Ariete, dall'Astrolabium Planum, “Prima facies Ariet. Martis. Facies audacie: fortitudinis, altitudinis, inverecundie.”

Il primo decano dell'Ariete di Schifanoia [figura 7], già interpretato da Warburg come un guerriero disarmato e identificato come Perseo, richiama solo per postura e fattezze il guerriero del ciclo padovano [figura 8]. Quest’ultimo, derivando direttamente dalla prima 'facies' del mese di Marzo di Pietro d'Abano [figura 9], conserva la spada e l'armatura. La descrizione di questa figura nel trattato patavino si riflette a Ferrara in un uomo che fa riferimento al carattere forte, vigoroso e violento dei nati sotto il segno dell'Ariete, con occhi rosso fuoco che risaltano nella fredda temperatura cromatica dell'affresco.

Dai confronti iconografici tra Schifanoia, Palazzo della Ragione e Astrolabium Planum si può avanzare l'ipotesi che i dipinti ferraresi della fascia mediana, contenenti il segno zodiacale e tre raffigurazioni fino ad ora chiamate ‘decani’, non rappresentino soltanto, in maniera più o meno fedele, le tre decadi zodiacali riportate dai testi astrologici, ma anche peculiari caratteri esemplari dei singoli figli del mese nel quale sono inseriti. L’esempio del primo decano dell’Ariete in Schifanoia dichiara, coerentemente alla non precisa rintracciabilità in nessuna delle fonti citate, la natura polisemica e insieme altamente specifica della concezione dell’intero ciclo di affreschi. Se un edificio pubblico come il Palazzo della Ragione di Padova era destinato a coinvolgere la totalità della popolazione tramite figure ampiamente condivise dell’immaginario comune, tratte dal ricco catalogo dell’Astrolabium Planum, in grado di trasmettere un messaggio preciso e universale, il ‘leit-motiv’ di un palazzo di committenza privata come quello ferrarese si rivolge ad una cerchia ristretta di persone, con un linguaggio figurativo legato alla ritrattistica di corte e a temi e motivi noti a un circoscritto ‘milieu’ culturale. E' perciò possibile ipotizzare che la scelta dei soggetti per il ciclo pittorico ferrarese sia il prodotto di un connubio tra la tradizione di rappresentazione dei nati sotto un determinato mese e profili astrologici ma anche, forse, fisiognomici associabili a personaggi emergenti e noti dell'ambiente cortigiano di Borso: si tratta certo di una congettura che va sottoposta a puntuali verifiche storico-critiche, ma che non sembra inopportuno avanzare alla luce dei confronti iconografici qui delineati.

Abstract

According to the critical view’s improvement about the figures of ‘decani’ at Palazzo Schifanoia (Ferrara), the comparison with the astrological paintings at Palazzo della Ragione (Padua) emphasizes resemblances and differences. Even if there is not a certain common literary source for both cycles of frescoes, Pietro d’Abano’s astrological treatise should be a key. An iconographic analysis put forward a new possibility of interpretation: ‘decani’ could represent Zodiacal pictures and portraits of Borso’s courtiers at the same time.

keywords | Palazzo Schifanoia; Ferrara; Palazzo della Ragione; Padova; Pietro d’Abano; Decani; Zodiac.

Riferimenti bibliografici

Fonti

  • J. Engel, Astrolabium planum in tabulis ascendens continens qualibet hora atque minuto equationes domorum cieli, moram nati in utero matris cum quodam tractatu nativitarum utili ac ornato: nec non horas inequales pro quolibet climate mundi, Augsburg 1488.

Bibliografia critica

  • L. Bellizia, Da Teucro il Babilonio a Palazzo Schifanoia: i Decani. Disponibile all'indirizzo: http://www. apotelesma.it/articoli (2009).
  • M. Bertozzi, A. Pedersoli (a cura di), Mese per mese. Lettura dei registri superiori del Salone dei Mesi di Schifanoia, "Engramma", 102 (2012), in questo numero riedizione aggiornata.
  • M. Borgherini, E. Garbin, M. Marrulli, E. Piizzi, S. Spinelli (a cura di), Il tempio dell'astrologia-il Palazzo della Ragione a Padova, Laboratorio MeLa, Università IUAV di Venezia, edizione online.
  • M. B. Rigobello, F. Autizi, Palazzo della Ragione di Padova: simbologia degli astri e rappresentazioni del governo, Padova, 2008.
  • A. Warburg, La rinascita del paganesimo antico: contributi alla storia della cultura, Firenze1966, in particolare il capitolo Arte e astrologia nel Palazzo Schifanoia di Ferrara.
  • A. Warburg, The renewal of pagan antiquity: contributions to the cultural history of European renaissance, Los Angeles, 1999.

Per citare questo articolo / To cite this article: M. De Rossi, I. Tenti Il cielo di Padova. I decani di Palazzo Schifanoia di Ferrara e il Palazzo della Ragione di Padova: un confronto, “La Rivista di Engramma” n. 105, aprile 2013, pp. 102-105 | PDF 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2013.105.0003