Arianna filosofica
Editoriale di Engramma 173
a cura di Victoria Cirlot e Daniela Sacco
English abstract
Con questo numero, Engramma torna sul tema di Arianna che, lo scorso marzo 2019, ha trovato spazio in un altro monografico, dedicato principalmente all’iconologia dell’Arianna addormentata (Arianna, estasi e malinconia, “La Rivista di Engramma” n. 163, marzo 2019). In questa nuova tappa della ricerca sul soggetto, l’interesse multidisciplinare che il gruppo di ricerca – il Seminario Mnemosyne – continua a dedicare alla mitica principessa di Creta si è rivolto a scandagliare l’anima filosofica racchiusa dalla sua figura iconica.
Il rinnovato sguardo su Arianna è frutto di un seminario – Arianna, Estasi e malinconia | pensiero e immagini – tenutosi il 6 dicembre 2019 presso l’IMT – Scuola di Alti Studi di Lucca, che è andato ad arricchire le tre giornate di studi svoltesi precedentemente a Barcelona (Università Pompeu Fabra, settembre 2018), Venezia (Università Iuav, ottobre 2018), Hamburg (Warburg-Haus, marzo 2019), Venezia (Università Iuav, giugno 2019) (in calce le Locandine del Seminario Mnemosyne Arianna).
Il percorso intrapreso dalla precedente ricerca sull’invenzione, e poi il Nachleben, del tipo iconografico di Arianna ‘Bella addormentata’ ha dato seguito all’apertura di due ulteriori varchi di riflessione: da un lato sul versante filosofico e dall’altro su quello archeologico.
Le ricerche presentate in questo numero di Engramma intraprendono quindi il percorso filosofico cercando di afferrare il filo, la traccia di pensiero che Arianna offre all’esplorazione del suo intricato labirinto.
Su questo fronte filosofico, interlocutore privilegiato sul tema è Friedrich Nietzsche, a cui è dedicata la quasi totalità dei contributi. A partire dalla pubblicazione di un’antologia, Arianna e Dioniso nelle opere di Friederich Nietzsche, che raccoglie tutti i passi dell’autore, tratti dalle sue opere edite e inedite in vita, in cui compaia un riferimento alla principessa cretese. L’esito della raccolta e del commento di ogni brano da parte di Victoria Cirlot e Anna Fressola è quello di comporre, all’interno di una rete di rimandi, un mosaico che tenti di descrivere il significato della presenza della figura di Arianna, e del suo vincolo con Dioniso, nel pensiero di Nietzsche. Per questa raccolta sono stati analizzati i testi del filosofo tratti dall’edizione magistrale a cura di Giorgio Colli e Mazzino Montinari per Adelphi (1964-), sulla quale l’editore De Gruyter si è basato per la prima edizione tedesca del 1967. Per lo stesso editore è attualmente in corso una riedizione dell’opera omnia del grande filosofo, a cura di Wolfgang Haase. A offrirci una lettura profonda dell’Arianna di Nietzsche è poi uno dei suoi interpreti maggiori, Gilles Deleuze, di cui si pubblicano due testi: Le mystere d’Ariane selon Nietzsche del 1963 e La double affirmation: Ariane del 1962, entrambi tradotti e presentati da Michela Maguolo nel contributo Gilles Deleuze. I misteri di Arianna secondo Nietzsche. Due testi che si illuminano a vicenda, con un affondo nella lettura di un tema cruciale del pensiero di Nietzsche: la trasmutazione di Arianna e la relazione Arianna-Dioniso come duplice affermazione ed eterno ritorno.
Di Victoria Cirlot è l’indagine sull’iconica gestuale e segnica di Arianna così come appare nelle parole, nei versi, nelle immagini tratte dai testi di Nietzsche: Gestos, palabras y signos de la Ariadna de Friedrich Nietzsche. Si raccoglie, in questa riflessione, il filo rosso iconologico dell’Arianna addormentata in dialogo con i temi delle principali opere in cui si condensa l’apparizione della fanciulla: lo Zarathustra e i Ditirambi di Dioniso.
Con Nietzsche e Arianna. Nota su un incontro a Roma (maggio/giugno 1883), a cura di Anna Fressola e del Seminario Mnemosyne, sulle tracce di Nietzsche durante il suo viaggio in Italia, e in particolare nel suo secondo soggiorno a Roma, si scopre come il filosofo ‘incontri’ Arianna grazie alla mediazione e alla guida del Cicerone di Jacob Burckhardt.
Al Lamento di Arianna di Nietzsche è dedicato nello specifico il contributo di Carlotta Santini, Dalla Cea Nenia di Simonide all’Amante marina di Luce Irigaray. Leggere il Lamento di Arianna di Friedrich Nietzsche. In questo caso, interlocutori privilegiati del filosofo tedesco sono: dal passato, i versi della Cea Nenia o Lamento di Danae di Simonide e, dagli anni Ottanta del Novecento, le parole dell’Amante marina di Luce Irigaray.
In chiusura di questo numero di Engramma, la ricognizione filosofica su Arianna lascia il passo, o meglio si intreccia alla nuova traiettoria di ricerca del filone archeologico-filologico: Maria Grazia Catoni con Una nota su Arianna, le sue storie e i suoi contesti inquadra la recente scoperta di un nuovo affresco pompeiano raffigurante un’Arianna abbandonata da Teseo, per fare il punto sulle attestazioni figurative della storia dell’abbandono della principessa, decrittandone l’espressività gestuale, secondo la lezione della iconologia contestuale propria della prospettiva warburghiana.
English abstract
Engramma issue no. 173 Arianna Filosofica continues to research on the theme of Ariadne, which has already been addressed in a previous monographic issue of the Journal, mainly dedicated to the iconology of the sleeping Ariadne (Ariadne, ecstasy and melancholy, "La Rivista di Engramma" 163, March 2019). On this occasion, the study of the mythical princess of Crete aims to fathom the philosophical soul enclosed in this figure, especially by analysing her role in Nietzsche's thinking. The issue includes contributions by Victoria Cirlot, Anna Fressola; Michela Maguolo, Anna Fressola, and Carlotta Santini. The philosophical survey of Ariadne is brought to a conclusion with the contribution by Maria Luisa Catoni, who introduces a new research trajectory – the philological and archaeological thread which will be the subject of further researches.
keywords | Ariadne; Philosophy; Archaelogy; Friederich Nietzsche; Gilles Deleuze.
Per citare questo articolo: Victoria Cirlot, Daniela Sacco, Arianna filosofica. Editoriale. “La Rivista di Engramma” n. 173, maggio-giugno 2020, pp. 7-10 | PDF dell’articolo