"La Rivista di Engramma (open access)" ISSN 1826-901X

176 | ottobre 2020

97888948401

After Warburg

Editoriale di Engramma n. 176

a cura di Maurizio Ghelardi e Daniela Sacco

English abstract
 

Der Kunsthistoriker Martin Warnke wurde am 12. Oktober 1937 in Iuji (Brasilien) geboren. Seine Eltern waren 1936 ausgewandert. Seit seinem Studium in Deutschland lebend, wurde er zu einer weit ausstrahlenden intellektuellen Persönlichkeit. Während seines Wirkens als Professor für Kunstgeschichte an der Hamburger Universität von 1979 bis 2003 gelang ihm die Neuorientierung seiner Fachrichtung als einer kritischen Kulturwissenschaft, die alle Gegenstandsbereiche des Bildes bis in die Gegenwart erfasst und insbesondere die politische Ikonographie erschließt. Wesentlich ihm war es zu verdanken, dass das Gebäude der 1933 in die Emigration nach London gezwungene Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg für das öffentliche Leben Hamburgs zurückgewonnen werden konnte. Er wurde mit dem Gottfried Wilhelm Leibniz-, Aby Warburg- und Gerda Henkel Preis ausgezeichnet. Martin Warnke wohnte hier gemeinsam mit seiner Ehefrau Freya. Er starb am 11. Dezember 2019 in Halle an der Saale.

Lo storico dell’arte Martin Warnke è nato il 12 ottobre 1937 a Iuji (Brasile). I suoi genitori erano emigrati nel 1936. In Germania, dove ha vissuto e condotto i suoi studi, Warnke è diventato una personalità intellettuale di vasta portata. Come professore di Storia dell’arte all’Università di Amburgo (1979-2003) ha ri-orientato questa disciplina facendone il fondamento di una conoscenza culturale critica. Si è impegnato in tutte le aree tematiche legate allo studio dell’immagine fino ai giorni nostri, dedicandosi in particolare all’iconografia politica. Grazie a lui l’edificio ad Amburgo della Kulturwissenschaftliche Bibliothek Warburg, che era stata costretta a emigrare a Londra nel 1933, ha potuto essere recuperato per uso pubblico. Ha ricevuto il Premio Gottfried Wilhelm Leibniz, Aby Warburg e Gerda Henkel. Martin Warnke ha vissuto in questa città con la moglie Freya. È deceduto l’11 dicembre 2019 a Halle an der Saale.

Introduciamo l’editoriale di Engramma 176 After Warburg trascrivendo le parole della targa che il Warburg-Haus di Amburgo ha dedicato a Martin Warnke. Un numero monografico centrato sull’eredità di Warburg non poteva esimersi dal ricordare lo studioso che tanto ha contribuito alla continuità degli studi warburghiani, e a cui Engramma ha già dedicato alla memoria il numero 171 del gennaio/febbraio 2020.

Sull’eredità warburghiana, tanto ampia quanto variegata, che ha il suo centro propulsore nel Warburg-Kreis, si è voluto presentare una scelta di saggi, da cui emerge più di altre la figura di Edgar Wind. Studioso tanto apprezzato dallo stesso Warburg quanto per certi versi ‘emarginato’ dalla cerchia più stretta di quelli afferenti al Warburg Institute, Wind attende ancora oggi di essere studiato a fondo. Ed è questo lo scopo che si propongono, seppur limitatamente, i contributi pubblicati in questo numero di Engramma, attraverso una disamina non solo delle opere di Wind ma anche dei complessi rapporti che egli ha intessuto con altre figure significative per gli studi warburghiani.

Il saggio di Maurizio Ghelardi, Edgar Wind, Percy Schramm e il Warburg-Kreis. Sui concetti di NachlebenRenovatioCorrectio, indaga il dibattito tra Edgar Wind e Percy Ernst Schramm sull’idea del Nachleben der Antike. I concetti proposti da Schramm di Renovatio e Correctio, riferiti all’epoca medievale in relazione alle immagini del potere, fanno infatti scarto rispetto all’idea di persistenza dell’Antico intesa da Wind come rinascita del paganesimo nel Rinascimento. Uno scarto, questo, che all’analisi si rivela cruciale per gli esiti della diffusione delle ricerche warburghiane.

Il contributo di Ianick Takaes, The Demented, the Demonic, and the Drunkard. Edgar Wind’s Anarchic Art Theory, si concentra sul testo probabilmente più letto e tradotto di Wind, Art and Anarchy, ricostruendone la genealogia. A partire dalle Reith Lectures tenute alla BBC negli anni Sessanta e ripercorrendo le vicende che hanno accompagnato la sua gestazione attraverso la corrispondenza con vari interlocutori, Takaes si focalizza in particolare sulla complessità semantica del controverso concetto di ‘Anarchia’ che dà il titolo al volume.

Adrian Rifkin, allievo di Edgar Wind negli anni Sessanta, con uno sguardo retrospettivo rievoca, in Mnemosyne, Itself, l’ambiente intellettuale del Warburg Institute e i suoi protagonisti, mescolando memorie personali a riferimenti documentali: l’immaginario legato al suo milieu, il conflitto tra Wind e Gombrich, l’esperienza di emarginazione comune a Helen Rosenau – di cui Rifkin è stato nello stesso periodo allievo – nonché le derive del Bilderatlas nell’arte contemporanea. Si tratta di una riflessione che cerca di fare i conti con il forte impatto che la ‘non-lectio’ warburghiana, mediata da Wind, ha avuto nella formazione di questi.

Elizabeth Sears, in Warburg and Steinmann as Forschertypen, confronta la figura di Warburg con un altro storico dell’arte e della cultura italiane: Ernst Steinmann (1866-1934). Direttore, nonché fondatore, della Bibliotheca Hertziana di Roma, Steinmann condivide molte qualità con Warburg; anzitutto quella di essere un tipico ricercatore. Sears ne ricostruisce gli scambi con lo studioso amburghese, servendosi pure della loro corrispondenza, ed evidenziando al tempo stesso i punti di divergenza tra i due.

Alla storia della pubblicazione di Saturno e la melanconia. Studi di storia della filosofia naturale, religione e arte, di Raymond Klibansky, Erwin Panofsky e Fritz Saxl, è dedicato lo studio di Lucrezia Not, La complessa vicenda editoriale di Saturno e la melanconia. Quattro lettere inedite del carteggio Einaudi-Warburg Institute. Sulla base di alcuni frammenti, che pubblica qui per la prima volta, della corrispondenza di Giulio Einaudi con Henri Frankfort e Gertrud Bing, rappresentanti dell’Istituto Warburg presso l’editrice torinese, Not riesce ad illustrare un risvolto della travagliata traduzione italiana.

Alle traversie ancora parzialmente inspiegate, che la Biblioteca Warburg ha affrontato nel trasferimento da Amburgo a Londra, è dedicato l’articolo di Lucas Burkart, Die Träumereien einiger kunstliebender Klosterbrüder...”. Zur Situation der Kulturwissenschaftlichen Bibliothek Warburg zwischen 1929 und 1933, edito nel 2000 nel numero 63 della rivista “Zeitschrift für Kunstgeschichte”. Per il suo pregio di saper riformare l’opinione comune sulle principali cause del trasferimento, Engramma pubblica in questa occasione la traduzione italiana del saggio di Burkart, curata da Costanza Giannaccini: “Le fantasticherie di alcuni confratelli amanti dell’arte...”. Sulla situazione della Biblioteca Warburg per la Scienza della Cultura tra il 1929 e il 1933.

L’ultima sezione di Engramma 176 è dedicata all’evento in corso a Berlino (4 settembre-30 novembre 2020), presso l’Haus der Kulturen der Welt (HKW), che vede ricostruito ed esposto l’Atlante della Memoria di Aby Warburg, e porta il titolo appunto di “Aby Warburg: Bilderatlas Mnemosyne – The Original”. Presentiamo tre articoli sul tema: il primo, la traduzione italiana – Sul Nachleben di Mnemosyne – dell’introduzione firmata da Roberto Ohrt e Axel Heil per il catalogo della mostra; il secondo, l’intervista di Bianca Fasiolo allo stesso Ohrt, dal titolo Bilderatlas Mnemosyne – The Original. Eine Konflikt Geschichte. Grazie a quest’ultima intervista, peraltro, guadagna nuova luce la precedente mostra sull’Atlante curata da Ohrt, “Reconstruction – Commentary – Revision”, tenutasi allo ZKM (Center for Art and Media) di Karlsruhe nel 2016 (v. in proposito in Engramma n. 139 un’intervista sulla mostra del tempo e in Engramma n. 142 una sua recensione ad opera di Cristina Baldacci e Clio Nicastro). Infine, Engramma pubblica una nota – Atlas redux – di Neville Rowley, curatore della sezione dell’arte primitiva italiana della Gemäldegalerie e del Bode Museum di Berlino, dove si è svolta la seconda delle mostre berlinesi sul Bilderatlas, di cui Rowley è a sua volta artefice: “Between Cosmos and Pathos. Berlin Works from Aby Warburg’s Mnemosyne Atlas (8 agosto-1° novembre 2020): un’ampia raccolta di opere riprodotte nell’Atlante proveniente dai due musei.

English abstract

Engramma issue No. 176, After Warburg, curated by Maurizio Ghelardi and Daniela Sacco, is dedicated to Aby Warburg’s heritage, focusing on the Warburg-Kreis. The essays by Maurizio Ghelardi, Ianick Takaes, and Adrian Rifkin examine the figure of Edgar Wind through a careful examination not only of his works but also of his complex relationships with other significant figures within Warburg studies. Elizabeth Sears’ essay considers Aby Warburg in relation to Ernst Steinmann; Lucrezia Not proposes a preliminary reflection on the publishing history of Saturn and Melancholy: Studies in the History of Natural Philosophy, Religion, and Art, by Raymond Klibansky, Fritz Saxl and Erwin Panofsky. In addition, Engramma presents Costanza Giannaccini’s Italian translation of Lucas Burkart's article Die Träumereien einiger kunstliebender Klosterbrüder...”. Zur Situation der Kulturwissenschaftlichen Bibliothek Warburg zwischen 1929 und 1933 ("Zeitschrift für Kunstgeschichte" 63, 2000), which is about the complex history of the transfer of the Warburg Library from Hamburg to London. A section of this issue is dedicated to the exhibition of Warburg’s reconstructed Bilderatlas Mnemosyne, “Aby Warburg: Mnemosyne – The Original”, at the HKW – Haus der Kulturen der Welt in Berlin (4 September-30 November 2020): Engramma publishes the introduction to the catalogue by Roberto Ohrt and Axel Heil, and Bianca Maria Fasiolo’s interview with the exhibition’s curator, Roberto Ohrt. Finally, Neville Rowley’s text comments on the exhibition and presents the smaller, related exhibition of which he is the curator, “Between Cosmos and Pathos: Berlin Works from Aby Warburg's Mnemosyne Atlas”.

keywords | Edgar Wind; Percy Schramm; Ernst Steinmann; Saturn and Melancholy; Bilderatlas Mnemosyne – The Original.

Per citare questo articolo/ To cite this article: M. Ghelardi, D. Sacco After Warburg. Editoriale di Engramma n. 176, “La Rivista di Engramma” n. 176, ottobre 2020, pp. 7-11 | PDF of the article 

doi: https://doi.org/10.25432/1826-901X/2020.176.0001