”In Venetia, con Privilegio”
“privilegi” e tutela dei diritti editoriali a Venezia tra XV e XVI secolo: fonti e documenti in rete
Elisa Bastianello
English abstract
In occasione dei 500 anni dalla morte di Aldo Manuzio, l’Archivio di Stato di Venezia ha dedicato una sezione del proprio sito istituzionale a una raccolta, ordinata secondo cronologia, dei principali documenti che hanno regolamentato l’impresa di Manuzio, ma che riguardano anche le vicende personali del grande tipografo veneziano nel contesto della Repubblica Serenissima.
L’incontro di Aldo Manuzio con la Serenissima fu un evento clamoroso: senza l’intelligenza inventiva di Aldo l’editoria veneziana non avrebbe mai conquistato con tanta rapidità e autorevolezza il suo primato europeo, ma in nessun altro luogo del mondo il suo progetto sarebbe cresciuto tanto in fretta e avrebbe trovato strade e carovane già pronte per diffondersi ovunque senza ostacoli o resistenze. Manuzio progetta il libro così come lo conosciamo, anche nella versione portatilis – la copia personale che ogni lettore può tenere in mano, in tasca, sfruttando modalità tutte nuove di lettura e di possesso – un “oggetto semplice e complesso” che nasce “compiuto e perfetto” fin dalle origini, e arriva di fatto, fino ai nostri giorni, identico al prototipo cinquecentesco inventato da Aldo (sull’invenzione dei portatiles, a proposito della bella mostra patavina su Pietro Bembo, si veda Mastandrea 2013).
I documenti pubblicati dall’Archivio di Stato di Venezia partono dal famoso “privilegio” del 1496 per la stampa con caratteri greci, passando per i testamenti del 1506 e 1515 fino alle ultime divisioni testamentarie del 1544 (sull’emblema-impresa di Manuzio come sigillo testamentario si veda Plebani 2016). Per ciascuno dei documenti è presente una scansione ad alta risoluzione che permette di leggere il manoscritto originale.
Il “privilegio” nasce a Venezia, come prima forma del dispositivo giuridico che è il nostro attuale copyright, e serve per tutelare tanto brevetti 'industriali' quanto il diritto d'autore: in prima fila per ottenere “privilegi” dalla Serenissima è ancora Aldo Manuzio, soprattutto per l’uso dei caratteri greci da lui fatti disegnare e per l’impiego del corsivo (che diventerà internazionalmente l’italics) –“privilegi” richiesti e ottenuti dall’editore, in realtà, a scapito dell’artigiano che materialmente aveva creato le forme dei suoi caratteri tipografici, Francesco Griffo.
Il “privilegio di stampa” – ovvero la concessione in esclusiva a un tipografo del diritto di stampare un’opera, o una data categoria di opere, o di utilizzare un particolare carattere – è esemplificato in modo completo negli otto privilegi aldini presentati nella selezione: oltre al privilegio relativo all’uso dei caratteri greci appena citato, troviamo per esempio i privilegi relativi all’uso dei caratteri corsivi (impiegati per una scrittura più compatta nelle edizioni portatiles in 8°), per le editiones principes in greco o per i testi volgari di Petrarca e Dante. La stessa istituzione del “privilegio” fu una invenzione tutta veneziana, almeno a giudicare dal fatto che il più antico dei privilegi noti fu quello concesso, nel 1469, a Giovanni da Spira che, agli albori della stampa, ottenne l’esclusiva sull’arte tipografica per l’intero territorio della Repubblica. Per dare conto dell’importanza rivestita da questo tipo di documenti nella storia della tipografia basti pensare alla monumentale raccolta di Documenti per servire alla storia della tipografia veneziana pubblicata nel 1882 da Rinaldo Fulin (consultabile online), che ne cataloga ben 256 tra il 1469 e il 1526.
Le scansioni di alcuni dei più significativi privilegi sono oggi disponibili in rete anche grazie al progetto Primary Sources on Copyright (1450-1900), a cura di L. Bently & M. Kretschmer, che, avvalendosi di nuovo della collaborazione con l’Archivio di Stato di Venezia per le fonti veneziane, permette di consultare online l’archivio dei documenti relativi alla storia del copyright in Europa.
Nella selezione veneziana spiccano il già citato privilegio in latino concesso a Giovanni Spira del 1469, che ci mostra un atteggiamento ancora un po' vago del governo veneziano nei confronti di “tale inventum, aetatis nostrae peculiare et proprium”, che concede l’esclusiva assoluta per cinque anni “nemo omnino sit qui velit, posit, valeat, audeat ne exercere dictam artem imprimendorum librorum in hac inclyta civitate Venetiarum et districtu suo”: l’impatto che la nascente arte tipografica avrà negli anni immediatamente successivi non sembra essere colto nella sua effettiva portata, né altrimenti poteva essere agli albori dell’innovazione tecnologica che avrebbe rivoluzionato la storia della diffusione libraria.
Un passo avanti nella tutela del diritto viene compiuto con il decreto sui ‘brevetti’ passato in Senato nel 1474, nel quale si sottolinea che la sua applicazione è indirizzata a “algun nuouo et ingegnoso artificio, non facto per avanti nel Dominio nostro”. In quest’ottica spiccano il privilegio per la stampa della musica (“canto figurado”) di Ottaviano Petrucci nel 1498 e quello per il testo dell’Orlando Furioso chiesto da Ludovico Ariosto nel 1515. Va notato come l’Ariosto, in questo caso, non stia chiedendo il privilegio per stampare il suo testo a Venezia, ma, al contrario, la garanzia che “à concorrentia della stampa ch’io me faro subito” nessuno “si intrometta a restampare [...] et che non pigli il bene et utile de le fatiche, che doveriano venire à mé”: l’autore sta tutelando cioè non soltanto i diritti editoriali, quanto anche quelli relativi alla propria opera d’ingegno. l’editio princeps dell’Orlando Furioso, che uscì a Ferrara nel 1516 (sui 500 anni della pubblicazione la mostra di Ferrara in questo stesso numero di Engramma), cita solo in calce al privilegio pontificio il fatto che “similemente il Christianissimo Re di Francia et la Illustrissima Signoria de Venetiani” avevano garantito privilegio contro le ristampe non autorizzate.
Non vanno dimenticati infine i privilegi per la stampa in ebraico ottenuti da Daniel Bomberg, mercante cristiano di Anversa, a partire dal 1515 e presenti alla mostra Venezia, gli Ebrei e l’Europa (si veda Calabi 2016), in cui al visitatore è concessa la possibilità, più unica che rara, di vedere in originale il registro del Collegio Notatorio nel quale è registrata, oltre alla concessione di Bomberg, anche quella di Ludovico Ariosto appena citata.
La situazione dei privilegi per le pubblicazioni stampate “in Venetia” divenne così complicata che nel 1517 il Senato si vide costretto a revocarli tutti per evitare che i privilegi vigenti a favore di tipografi che non operavano più nel territorio della Serenissima bloccassero l’opera di quelli ancora residenti:
Verum certo ab hinc tempore consuetudo invaluit: ut quidam gratias impetrantes à Dominio nostro, aliis viam occludant imprimendi quaedam opera: quarum gratiarum numerus adeo est auctus ut plerisque dictorum impressorum aliò migrare necesse fuerit, atque ob id hujusmodi artificium valde imminutum sit: unde et jactura publica privataque, et communis incommoditas successit (ASVe, Senato, Terra, reg. 20, fol. 58v-59r).
La revoca portò a una serie di richieste di rinnovo: basti citare fra tutte quella di Bomberg, che ottenne quella per la stampa in ebraico il 5 aprile 1518. Tra i privilegi successivi alla nuova normativa possiamo ricordare anche quello per la Bibbia illustrata con didascalie in ebraico e volgare di Moise da Castellazzo, ebreo residente nel Ghetto, a dimostrazione che la tutela del diritto non era limitata ai soli cristiani ma valeva anche per le minoranze.
Il privilegio, a Venezia, non prevedeva in generale alcuna forma di controllo dei contenuti dei testi: solo più tardi sarà istituita una speciale commissione di Indice presso il Santo Ufficio (Savi all’Eresia) a cui si rivolgerà, per esempio, Leon Modena per ottenere l’autorizzazione a stampare la sua Historia de’ riti hebraici, vita ed osservanze de gl’Hebrei di questi tempi, consegnando alla magistratura la copia manoscritta del testo, anch’esso visibile in mostra a Palazzo Ducale.
Nota bibliografica
Sulla storia della tipografia veneziana:
- R. Fulin, Documenti per servire alla storia tipografia veneziana, in “Archivio Veneto” n. 23, 1882, pp. 84-212.
Sulla storia del privilegio di stampa a Venezia e in Europa:
- C.L.C.E. Witcombe, Copyright in the Renaissance: Prints and the Privilegio in Sixteenth-Century Venice and Rome, Leiden - Boston 2004.
- Privilegio di stampa, voce dell’Enciclopedia Treccani online.
Sigle bibliografiche
- Calabi 2016
D. Calabi, Gli Ebrei, Venezia e l’Europa: cinquecento anni dall’istituzione del Ghetto di Venezia (presentazione della mostra “Venezia, gli Ebrei e l’Europa. 1516-2016”, catalogo Venezia 2016) ora in “La Rivista di Engramma” n. 136 (giugno/luglio 2016). - De Michelis 2016
C. De Michelis, Aldo Manuzio e l’umanesimo veneziano (dal catalogo della mostra “Aldo Manuzio e il Rinascimento a Venezia”, Venezia 2016) ora in “La Rivista di Engramma” n. 136 (giugno/luglio 2016). - Mastandrea 2013
P. Mastrandrea, A proposito della mostra patavina “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento” (e della rivoluzione nella comunicazione del sapere, dai portatiles al web), “La Rivista di Engramma” n. 106, maggio 2013. - Plebani 2016
T. Plebani, Il sigillo ignorato: Aldo Manuzio, la sua impronta e l’attenzione strabica degli storici, “La Rivista di Engramma” n. 132 (gennaio 2016).
English abstract
The privilegio was the copyright document granted to printer and authors in Europe since the 15th Century. It is possible to go throught the works of Aldus Manutius thanks to a special online collection set by the State Archives of Venice for the 500th anniversary of the death of the famous Venetian printer, where eight of his privilegi are reproduced with several other documents related to his life and work.
Another online archive, devoted to the Primary Sources on Copyright (1450-1900), eds L. Bently & M. Kretschmer, also presents documents from Venice, useful for the history of copyright in Europe. In particular one can find Johannes of Speyer's printing monopoly of 1469, the very first privilegio in history, issued in Venice, Petrucci's on music printing and Ariosto's for the Orlando Furioso, showing the importance of Venice in the history of printed books in Europe.
On this issue one can also find more information on the history of jewish publishing, for instance the illustrated Bible by the jew Moisé da Castellazzo who requested the privilegio in 1521, and the request of censorship cleareance to the Santo Ufficio made by Leone Modena for his edition of the Historia de' riti hebraici.
keywords | Venice; Manuzio; Copyright; Publishing; State Archives of Venice; Manuscript.
Per citare questo articolo: Elisa Bastianello, “In Venetia, con Privilegio”. “Privilegi” e tutela dei diritti editoriali a Venezia tra XV e XVI secolo: fonti e documenti in rete, “La Rivista di Engramma” n. 136, giugno/luglio 2016, pp. 265-269. | PDF dell’articolo